Il Tribunale Vaticano ha condannato monsignor Carlo Alberto Capella a cinque anni di carcere per detenzione e trasmissione di materiale pedopornografico

Città del Vaticano
(MARCO BERTORELLO/AFP/Getty Images)

Il Tribunale Vaticano ha condannato il sacerdote italiano Carlo Alberto Capella a cinque anni di carcere e cinquemila euro di multa per detenzione, cessione e trasmissione di materiale pedopornografico. Capella era stato arrestato ad aprile: lavorava per il servizio diplomatico del Vaticano dal 2004 e fino allo scorso agosto era impiegato all’ambasciata vaticana di Washington. La prima segnalazione su Capella era arrivata dal dipartimento di Stato americano, che aveva chiesto il ritiro dell’immunità diplomatica di Capella per poterlo perseguire negli Stati Uniti. Il Vaticano si era rifiutato e aveva trasferito Capella in Italia, dove il Tribunale del Vaticano aveva emesso un mandato di cattura nei suoi confronti. Durante il processo è emerso che le immagini pedopornografiche scaricate da Capella erano state archiviate in un cloud online e consultate più volte. Il Tribunale ha spiegato che non si è trattato di «una captazione accidentale e fortuita di materiale, ma l’indice di una attività illecita di ingente quantità». Capella ha detto: «Spero che questa situazione possa essere considerata un incidente di percorso nella mia vita sacerdotale che amo ancora di più», e ha aggiunto: «Gli errori che ho fatto sono evidenti, ed evidente è anche il fatto che si riferiscono a un periodo di fragilità».