Luigi Di Maio vuole fare un censimento dei raccomandati, qualunque cosa voglia dire

L'ha detto a Porta a Porta, in risposta a una domanda sul censimento dei rom proposto da Salvini, ma non ha spiegato niente di più

(Vincenzo Livieri - LaPresse)
(Vincenzo Livieri - LaPresse)

Il 19 giugno è andata in onda la puntata di Porta a Porta con ospite il ministro del Lavoro Luigi Di Maio, che è anche vicepresidente del Consiglio e capo politico del Movimento 5 Stelle. Rispondendo a una domanda sul “censimento” dei rom proposto il 18 maggio dal ministro dell’Interno Matteo Salvini, Di Maio ha detto:

Ci sono altri censimenti da fare. Politici. Il primo è sicuramente quello di tutti i raccomandati che abbiamo alla pubblica amministrazione e dobbiamo iniziare a controllare.

Di Maio ha poi aggiunto che il “censimento dei raccomandati” – su cui per ora non ha fornito altri dettagli, nemmeno in altre sedi – riguarderà anche tutti quelli presenti in Rai perché, ha detto, «dobbiamo cominciare a ristabilire il principio della meritocrazia». A quel punto Bruno Vespa ha chiesto a Di Maio: «Mi dica, come cominciamo?». Di Maio ha risposto:

No, no. Nessuna azione intimidatoria. Ci mancherebbe altro. Credo che su questo, se c’è un governo di cambiamento dobbiamo ristabilire un po’ di merito.

Parlando del censimento proposto da Salvini, quello dei rom, Di Maio aveva in precedenza detto che «secondo la nostra Costituzione i censimenti su base razziale non si possono fare».

La parte del video in cui si parla di censimenti è nei primi minuti del video; la proposta sul censimento dei raccomandati è a circa cinque minuti dall’inizio dell’intervista.