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  • Lunedì 4 giugno 2018

C’è un grave scandalo di corruzione in Grecia

Dieci politici del partito di centrodestra Nuova Democrazia sono accusati di aver ricevuto tangenti per tenere alti i prezzi di alcuni farmaci durante gli anni peggiori della crisi

(Angelos Tzortzinis/picture-alliance/dpa/AP Images)
(Angelos Tzortzinis/picture-alliance/dpa/AP Images)

Dieci importanti politici greci tra cui due ex primi ministri, il governatore della banca centrale e un commissario europeo, tutti appartenenti al partito di opposizione Nuova Democrazia, sono accusati di corruzione in una delle più gravi e importanti indagini che il paese abbia visto negli ultimi anni. Secondo le accuse formulate da tre testimoni, i dieci accusati avrebbero ricevuto in passato tangenti dalla società farmaceutica Novartis per impedire la riduzione del prezzo di alcuni farmaci e mantenere così alti i suoi profitti. Le tangenti sarebbero state pagate nel momento peggiore della crisi greca, quando a causa dei tagli i servizi ospedalieri si trovavano in grande difficoltà nel fornire cure ai propri pazienti.

Lo scandalo occupa da settimane il dibattito pubblico greco dove tra poco più di un anno al massimo si voterà per il rinnovo del parlamento. I leader di Nuova Democrazia respingono le accuse e attaccano l’inchiesta sostenendo che si tratta di una manovra del governo per indebolire l’opposizione in vista delle elezioni. La maggioranza, formata dalla coalizione di sinistra Syiriza e guidata dal primo ministro Alexis Tsipras, sostiene che l’inchiesta è l’ennesima prova della corruzione del partito che ha governato la Grecia negli anni più difficili della crisi. Secondo esperti e osservatori, se l’indagine si trasformerà in un rinvio a giudizio per una o più delle figure più importanti coinvolte fino a questo momento sarà potenzialmente una grossa fortuna per la sinistra.

Gli accusati sono dieci ex politici o funzionari di governo tra cui i due ex primi ministri di Nuova Democrazia Antonis Samaras e Panagiotis Pikrammenos. Sono indagati anche il governatore della banca centrale, Yannis Stournars, e il commissario europeo per la Migrazione Dimitris Avramopoulos (entrambi nominati al loro incarico nell’estate del 2014 dal governo Samaras). Non si conoscono invece i nomi dei tre accusatori le cui testimonianze sono il principale elemento in mano all’accusa. Il sito Politico ha però potuto vedere alcuni dei verbali delle testimonianze.

In uno, viene descritta una visita del capo di Novartis in Grecia, Konstantinos Frouzis alla casa del primo ministro Samaras. Secondo il racconto, Frouzis avrebbe consegnato al primo ministro un trolley nero pieno di banconote raccolte in fascette chiuse con nastri colorati. In un altro verbale Frouzis viene descritto mentre consegna all’attuale governatore della banca centrale Stournaras un milione di euro in banconote. In un’altra testimonianza, Stefanos Komninos, ex sottosegretario del ministro dell’Economia, è accusato di aver mantenuto il prezzo di una scatola di Galvus, una medicina per il diabete di tipo due, intorno ai 300 euro, invece che farlo scendere a 150. Politico, che gli ha parlato al telefono, ha scritto che Komninos ha negato ogni accusa e ha sostenuto invece di aver contribuito a far abbassare il presso del Galvus (un’affermazione che sembrerebbe confermata da un database pubblico sul prezzo dei farmaci greci).

I leader di Nuova Democrazia insistono nel definire l’indagine un complotto mirato a fargli perdere le prossime elezioni. Secondo i sondaggi, il partito di orientamento conservatore avrebbe oggi circa il 35 per cento dei consensi, mentre Syriza, che nel settembre del 2015 aveva vinto con il 36 per cento dei voti, è data sotto il 25 per cento. Tsipras e la sua coalizione riuscirono a vincere negli anni peggiori della crisi con un programma basato sulla lotta alla corruzione e alle misure di austerity che avevano colpito il paese. Da allora però, il loro sostegno è andato calando, anche in seguito alle accuse di non aver mantenuto le promesse radicali.

A condurre l’indagine è Eleni Touloupaki, 53 anni, da un anno procuratrice generale per i reati di corruzione, una carica a cui è stata nominata dopo che il suo predecessore si era dimesso citando “pressioni e minacce”. Da anni Touloupaki si occupa di crimini finanziari, riciclaggio e di evasione fiscale e ha seguito i risvolti greci dei principali scandali economici degli ultimi, come lo scandalo “Panama Papers” e quello della cosiddetta “lista Lagarde“. Alcuni membri del team di Touloupaki hanno confermato che l’inchiesta è ancora in corso e hanno detto a Politico di essere in contatto con magistrati di alti paesi poiché sospettano anche episodi di riciclaggio internazionale. Le prime richieste di rinvio a giudizio dovrebbero arrivare “nei prossimi mesi”, hanno detto a Politico alcuni membri del team.