L’ISIS ha rivendicato l’attentato di martedì a Liegi, in Belgio

(AP Photo/Geert Vanden Wijngaert)
(AP Photo/Geert Vanden Wijngaert)

Amaq, l’agenzia di stampa affiliata allo Stato Islamico (ISIS), ha rivendicato l’attentato di martedì di Liegi, in Belgio, nel quale un uomo ha ucciso tre persone e ha ferito due poliziotti, prima di essere ucciso dalla polizia. Amaq ha scritto che l’uomo era «un soldato del Califfato» – una formula usata per rivendicare attentati compiuti sia da cosiddetti “lupi solitari” sia da persone direttamente collegate al gruppo – che ha risposto agli appelli dell’ISIS di colpire gli stati occidentali. La polizia belga aveva già stabilito che quello di martedì era stato un attentato terroristico, e aveva aggiunto che l’attentatore aveva ucciso un’altra persona il giorno precedente, un carcerato che conosceva. La polizia ha anche confermato che prima di essere ucciso aveva urlato “Allah Akbar” (dio è grande in arabo).

L’attentatore si chiamava Benjamin Herman, aveva 36 anni ed era un carcerato momentaneamente fuori di prigione con un permesso di due giorni. Aveva prima accoltellato due poliziotte nel centro di Liegi, vicino ad un bar, e poi ha sparato loro con un’arma che gli aveva rubato. Aveva poi ucciso un giovane di 22 anni che passava in auto, era entrato in una scuola e aveva preso una dipendente in ostaggio, prima di essere ucciso dalla polizia. Aveva precedenti penali per aggressione e possesso di droga.