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  • Sabato 26 maggio 2018

I posti dove l’aborto è ancora illegale

In Irlanda un referendum ha appena cancellato un emendamento della Costituzione molto restrittivo, ma i paesi che vietano di interrompere una gravidanza sono ancora moltissimi

Ieri in Irlanda c’è stato un referendum sull’aborto che porterà all’abrogazione di un divieto quasi totale di interrompere volontariamente una gravidanza. L’Irlanda cambierà quindi la sue leggi sull’aborto, ma nel mondo restano altri paesi con regole e leggi molto restrittive, anche più restrittive e limitanti di quella irlandese, un paese storicamente cattolico che rimaneva fra i pochi ad avere leggi così severe nell’Europa occidentale. In altri paesi è vietato oppure permesso solo in certi casi.

Infographic: The Legal Status Of Abortion Worldwide | Statista

Secondo i dati messi insieme l’anno scorso dal Guttmacher Institute, un gruppo di ricerca in favore del diritto all’aborto, le donne al mondo in età riproduttiva sono circa 1,6 miliardi: il 6 per cento di loro – quasi 100 milioni – vive in paesi in cui l’aborto è totalmente vietato. Il 21 per cento delle donne in età riproduttiva abita invece in paesi in cui l’aborto è «esplicitamente permesso solo per salvare la vita della donna»; l’11 per cento in paesi in cui «è permesso per proteggere la salute fisica della donna».

Solo il 37 per cento delle donne in età fertile, secondo il Guttmacher Institute, vive in «paesi in cui l’aborto è permesso senza divieti», se non quelli per un limite massimo di giorni di gestazione oltre il quale non è più consentito interrompere la gravidanza. Più in generale, solo 60 paesi al mondo permettono l’accesso libero e legale all’aborto. Quelli che lo proibiscono totalmente sono 26.

Il Washington Post ha comunque fatto notare che le cose stanno migliorando: tra il 2000 e il 2017, 28 paesi hanno cambiato le loro leggi sull’aborto e in tutti i casi tranne uno le nuove leggi hanno concesso più libertà rispetto alle precedenti. Al contempo però alcuni paesi con leggi piuttosto permissive come gli Stati Uniti, dove l’aborto è legale dal 1973, stanno rendendo oggettivamente più difficile la possibilità di abortire.

In generale, il limite per l’interruzione di gravidanza è di 12 o 14 settimane. Tra i paesi che prevedono questa possibilità ci sono Stati Uniti, Canada, Australia, Russia, Cina, Germania, Francia, Italia e molti altri paesi europei. Come ha scritto Sky TG24 le leggi più restrittive contro l’aborto sono fuori dall’Europa:

In molti Paesi del Sud America, dell’Africa, del Medio Oriente e del sud-est asiatico l’aborto è strettamente limitato dalla legge. Angola, Egitto, Gabon, Guinea-Bissau, Madagascar, Senegal, Iraq, Laos, Isole Marshall, Filippine, Repubblica Dominicana, El Salvador, Haiti e Nicaragua sono solo alcuni dei paesi in cui l’interruzione volontaria di gravidanza non è consentita nemmeno nel caso in cui la vita della gestante sia in pericolo.

Condizione che invece la autorizza, fra gli altri, in Nigeria, Somalia, Libia, Sudan, Afghanistan, Bangladesh, Paraguay, Venezuela e Indonesia. In quest’ultimo Paese l’aborto è permesso anche in caso di stupro e malformazioni del feto, come anche in Messico, Cile e Panama. Le due condizioni appena citate, unitamente all’incesto, sono quelle che più spesso nel mondo giustificano e permettono l’interruzione volontaria di gravidanza anche quando è vietata dalla legge: fra gli altri Nuova Zelanda, Algeria, Eritrea, Gambia, Namibia, Seychelles, Sierra Leone, Israele, Colombia e Giamaica.

Ma anche in Europa ci sono stati che non concedono grandi libertà d’aborto: a Malta, un paese molto cattolico, è completamente proibito. È l’unico stato dell’Unione Europea in cui c’è un pieno divieto. In Polonia, altro stato molto cattolico, l’aborto è consentito solo in tre casi: pericolo di vita per la madre, gravissima malformazione del feto e stupro. Nel Regno Unito, in Islanda e Finlandia è permesso abortire nel caso si verifichino queste tre condizioni, e anche a causa della propria condizione socioeconomica.

Secondo il Washington Post lo stato con la legge più restrittiva e punitiva al mondo nei confronti dell’aborto è El Salvador, un paese molto cattolico dove «è sempre vietato abortire, anche a rischio di vita della madre. Le donne che abortiscono, e persino quelle che hanno un aborto spontaneo, possono rischiare fino a 30 anni di prigione». In Nicaragua ci sono leggi simili, ma applicate meno rigidamente.

Per avere maggiori informazioni sull’aborto nel mondo, il rapporto del Guttmacher Institute è molto dettagliato. Le migliori e più aggiornate informazioni sull’aborto nei diversi stati del mondo sono invece raccolte dal sito The World’s Abortion Laws, realizzato dal Center for Reproductive Rights, un’organizzazione no profit sulla salute riproduttiva. Sul sito è possibile trovare maggiori informazioni, anche sui singoli stati.