Una squadra di investigatori internazionali ha stabilito che il missile che colpì il volo MH17 nel 2014 fu lanciato con un sistema missilistico dell’esercito russo

I resti del volo Malaysia Airlines MH17 nella base aerea olandese di Gilze-Rijen, 2 marzo 2015 (ROBIN VAN LONKHUIJSEN/AFP/Getty Images)
I resti del volo Malaysia Airlines MH17 nella base aerea olandese di Gilze-Rijen, 2 marzo 2015 (ROBIN VAN LONKHUIJSEN/AFP/Getty Images)

Una squadra di investigatori internazionali (JIT) ha stabilito che il missile che colpì il volo MH17 nel 2014 in Ucraina fu lanciato con un sistema missilistico dell’esercito russo. L’annuncio è stato fatto oggi durante una conferenza stampa all’Aia, nei Paesi Bassi: gli investigatori, che si stanno occupando dell’abbattimento del volo MH17 da diversi anni, hanno detto di avere prove molto solide che dimostrano la complicità dell’esercito russo nell’abbattimento dell’aereo, un Boeing 777 della Malaysia Airlines che volava da Amsterdam verso Kuala Lumpur e su cui viaggiavano 298 persone.

Lo stesso team di investigatori aveva già detto nel 2016 di avere trovato prove per dimostrare che il missile che colpì l’aereo era stato lanciato con un sistema missilistico BUK in dotazione all’esercito russo e che il sistema di lancio era stato portato in Ucraina dalla Russia ed era poi tornato in Russia dopo l’abbattimento dell’aereo. Ora gli investigatori hanno detto di avere prove solidissime per dimostrare esattamente quale lanciatore BUK fu usato, e che apparteneva a un battaglione di stanza a Kursk, nella Russia occidentale.