L’Australian Transport Safety Bureau (ATSB) ha contestato la recente teoria secondo la quale il pilota del volo MH370 schiantò volontariamente l’aereo

L'ombra proiettata sulle nuvole di un aereo utilizzato per le ricerche del volo MH370 (ROB GRIFFITH/AFP/Getty Images)
L'ombra proiettata sulle nuvole di un aereo utilizzato per le ricerche del volo MH370 (ROB GRIFFITH/AFP/Getty Images)

L’Australian Transport Safety Bureau (ATSB), l’ente australiano che si occupò delle indagini ufficiali sul volo MH370 della Malaysia Airlines, scomparso nell’Oceano Indiano l’8 marzo 2014 con 239 persone a bordo e mai ritrovato, ha contestato le recenti teorie secondo le quali il pilota dell’aereo si schiantò volontariamente, in una strage-suicidio. Peter Foley, direttore delle ricerche all’ATSB, ha detto che le indagini compiute e i dati analizzati dicono che l’aereo non era controllato quando si schiantò in mare, e che il pilota Zaharie Ahmad Shah non era cosciente.

Foley ha contestato direttamente le tesi di Larry Vance, il suo omologo canadese, uno dei membri della squadra di esperti che ha presentato la teoria della strage-suicidio durante una trasmissione televisiva australiana, la scorsa settimana, riaprendo il dibattito sul volo MH370. Foley ha detto di aver letto il libro che Vance ha scritto sull’argomento, ma che le indagini ufficiali saranno riaperte solo se si presenteranno nuove prove credibili. Il volo MH370 era partito da Kuala Lumpur, in Malesia, e diretto a Pechino, in Cina, ma sparì dai radar poco dopo la partenza senza che se ne avessero più notizie. I suoi spostamenti precisi sopra l’Oceano Indiano non sono noti, e ci sono molte teorie su dove possa trovarsi: nessuna delle diverse spedizioni finora ne ha trovato traccia.