11 cose sul quinto episodio di “Westworld”

Curiosità, cose da sapere, teorie, domande, risposte, domande senza risposte e domande che finiscono con altre domande: il solito, insomma

Il quinto episodio della seconda stagione di Westworld – la serie che fino a qualche settimana fa si poteva descrivere come “ambientata nel vecchio west” e ora non più – si può vedere su Sky Go in lingua originale e dal 28 maggio sarà disponibile anche in italiano.
Già dicendo il titolo di questo episodio, c’è il rischio di dire un po’ più del necessario. Quindi: con quelli che non l’hanno visto ci rivediamo tra un po’ (e intanto, se volete un consiglio, riguardate il primissimo episodio della prima stagione, perché tornerà utile).

Per tutti gli altri:
Come al solito è pieno di indizi, teorie, riferimenti più o meno oscuri e risposte che fanno venire in mente altre trenta domande. È difficile fare ordine attorno a una cosa come Westworld, specie quando si è metà stagione, ma ci proviamo. Anche perché, come ha scritto su Twitter il critico di Vox Todd VanDerWerff, «è una serie tv per la quale parlarne è forse ancora più bello che vederla, e non c’è niente di male a riguardo».

Il terzo parco, il vecchio parco, quelli fuori dal parco

Qualche settimana fa si era visto brevemente Raj World, il parco a tema India ambientato nel periodo in cui l’India era sotto il dominio britannico. L’evento più significativo era stato l’attacco di una tigre.
In “Akane no mai”, il quinto episodio di Westworld, si scopre invece che Shogun World, il parco basato sul Giappone del periodo Edo, è decisamente più vivace ed è fatto per quei visitatori che non trovano Westworld abbastanza crudo e sanguinario. Forse è anche un gioco con noi, gli spettatori: ti eri annoiato del vecchio West? Ok, ecco un altro parco. In questo ci sono ninja, geishe, ronin, soldati, “samurai ammazzasbirri”, zampilli di sangue e teste mozzate.

Le cose che si notano subito di Shogun World sono due: la prima è che anche lì i residenti (gli androidi umanoidi) hanno iniziato a fare di testa loro. La seconda è che, siccome «è difficile scrivere 300 linee narrative in tre settimane», ci sono molte somiglianze tra i personaggi e le storie di Westworld e i personaggi e le storie di Shogun World.
Gli eventi sono piuttosto semplici: Maeve e compagnia trovano i loro alter ego giapponesi e li aiutano. Però succedono anche due cose molto importanti: Lee Sizemore trova una radiolina e chissà come e quando la userà e, soprattutto, Maeve “trova una nuova voce” e scopre che – anche senza parlare – può convincere androidi ninja giapponesi a suicidarsi scagliandosi contro una lama molto appuntita, per esempio.

Nel caro vecchio Westworld, intanto, Dolores cerca di rendersi sempre più antipatica e, mentre tenta di far riparare il treno per raggiungere la “mesa”, prima fa sesso con Teddy e poi lo riprogramma (o almeno così pare), perché si rende conto che lui è troppo buono e – di conseguenza, secondo lei – debole.

Fuori da Westworld, nelle stanze di controllo, continuano a capirci poco o niente di quello che è successo, e Bernard (o Arnold, o una qualche versione di un qualche Bernard) continua a fare quella faccia comprensibilmente perplessa e preoccupata.

Come ve la cavate con il giapponese?

I titoli degli episodi di Westworld sono sempre molto emblematici, anche se non sempre facili da interpretare. La difficoltà di quello del quinto episodio è che è in giapponese, ma per fortuna c’è internet.
“Akane no mai” vuol dire almeno due cose diverse: “Akane” è il nome della corrispettiva giapponese di Maeve, ma vuol dire anche “rosso”. “No mai” può voler dire sia “danza” che, semplificando un po’, “figlio perduto”. Quindi: la versione semplice è “La danza di Akane” (e se non avete spento negli ultimi dieci minuti dell’episodio non serve dirvi altro). Il titolo però potrebbe anche essere un riferimento alla “danza rossa” (quindi al sangue, versato in questo episodio o da quando gli androidi si sono ribellati), o al rapporto materno che Akane ha con Sakura, la ragazza che ha cresciuto, e che cerca di proteggere e salvare.

A proposito di giapponese, quelli che lo parlano dicono che Thandie Newton, l’attrice che interpreta Maeve, se la sia cavata molto bene e lei ha raccontato qui come ha fatto a imparare le sue frasi e quanto era preoccupata. Tanto poi il suo personaggio scopre che basta pensare giapponese, anche senza parlarlo.

E siete pratici di Giappone del Diciannovesimo secolo?

Il periodo Edo è quella fase della storia giapponese che va dagli inizi del Diciassettesimo secolo alla fine del Diciannovesimo, in cui la capitale si chiamava Edo (si chiama Tokyo dal 1869). Shōgun (che vuol dire “comandante dell’esercito”) era il titolo ereditario assegnato a chi comandava: c’era anche l’imperatore, ma il vero potere ce l’aveva lo Shōgun. Il Giappone del periodo Edo era molto classista e sì, c’erano i samurai. Potrebbe invece tornare comodo a qualcuno sapere cos’era un Ronin: la traduzione della parola è qualcosa di simile a “uomo alla deriva” ed era un ex samurai rimasto senza padrone, perché il suo padrone era morto o perché ne aveva perso la fiducia. Per chi capisce l’inglese e ha dieci minuti da dedicare alla faccenda, Mashable ha messo insieme altre interessanti cose da sapere. Per chi fosse interessato a Shogun World e non al Giappone, è il caso di farsi un giro sul sito, che ovviamente esiste.

Il vecchio West e i samurai, prima di Westworld

Molti appassionati della serie hanno anche notato che la scelta di affiancare un parco con i samurai del Giappone a uno con i pistoleri del West ha anche un altro significato. Come sa chi conosce la storia del cinema, è pieno di film western che hanno copiato – in modo più o meno esplicito – film di samurai, e viceversa. La lettura semplice: Lee Sizemore era pigro. La lettura meno semplice: è storicamente e culturalmente vero che il West e il Giappone dell’epoca avevano molti elementi in comune, ed è quindi giusto e coerente che le storie e le narrative di un parco siano molto simili a quelle dell’altro.

Nel 1989 il noto e apprezzatissimo regista giapponese Akira Kurosawa (mica Lee Sizemore) disse al New York Times: «I film western hanno fatto certe cose più e più volte e, nel farle, si è creata una specifica grammatica. L’ho imparata dai western».

Ma quanto si somigliano i due parchi?

Tanto così:

E questa è la scena che ora vorrete rivedere

Un po’ di domande senza risposta

  • Se Shogun World è modellato su Westworld, allora da qualche parte ci sono anche un Teddy e una Dolores in versione Giapponese?
  • Shogun World fa parte del grande piano, della grande narrazione di Ford?
  • Teddy è stato riprogrammato da Dolores? O è morto? È già due volte, in questa stagione, che a un certo punto si vede il suo corpo morto. Su Reddit si sono comunque accorti che, nel riprogrammarlo, Dolores ne aumenta il coraggio, l’aggressività, la tenacia e lo spirito d’iniziativa.
  • I residenti umanoidi del parco possono ubriacarsi? Di certo bevono, e di certo ci sono umanoidi che sembrano essere ubriachi. Ma è codice o genetica o un misto tra le due?

Come fa Maeve a fare quello che fa?

A questa domanda c’è, più o meno, una risposta. Maeve non è una “strega” e non è improvvisamente diventata bravissima nella telepatia. Riesce a far fare cose agli altri grazie al “mesh network”, di cui si era già parlato in precedenti episodi: in particolare in un dialogo tra Bernard e Charlotte Hale visto nel primo episodio. Bernard spiega che tutti i residenti androidi del parco sono collegati da una rete, un qualcosa che permette(va) ai dipendenti del parco di comunicare con loro e, pare, permetterebbe di comunicare tra loro. Bernard diceva che tutti gli androidi hanno un collegamento a livello di subconscio con gli androidi vicino a loro. Maeve, che si è alzata al massimo ogni possibile qualità, sembra aver capito come sfruttare la cosa a suo vantaggio.

Anche Ford, nella prima stagione, sembrava in grado di fare la stessa cosa. Ma non è chiaro come ci riuscisse. Anche perché sembra proprio che fosse umano.

Intermezzo musicale

Le due canzoni di “Akane no mai” sono una versione giapponese di “Paint it black” dei Rolling Stones (già sentita, in versione non giapponese, nel primo episodio della prima stagione) e “C.R.E.A.M.” del Wu-Tang Clan.
“C.R.E.A.M.” è un acronimo di “cash rules everything around me” (i soldi sono alla base di tutto quello che mi gira intorno), che sembra poter essere un riferimento a Delos. Le versioni delle canzoni sono state fatte, come sempre, da Djawadi Ramin.

Dietro le quinte dell’episodio

Come faceva con i migliori episodi di Game of Thrones, la HBO – che produce Westworld – ha pubblicato un video di oltre dieci minuti in cui il cast e la troupe parlano di com’è stato girare l’episodio.

Il trailer del sesto episodio: “Phase Space”

Sembra che capiremo un po’ di cose in più su Arnold e Bernard, e c’è una scena che potrebbe far venire voglia di rileggere questa teoria su Bernard e Teddy.