Chi fu Emil Berliner, che rivoluzionò l’ingegneria del suono

Un doodle di Google festeggia l'uomo che inventò il grammofono, nato 167 anni fa

Emil Berliner (AP Photo/Deutsche Grammophon)
Emil Berliner (AP Photo/Deutsche Grammophon)

Oggi Google ha deciso di celebrare i 167 anni dalla nascita dell’inventore tedesco Emil Berliner con un doodle, un’illustrazione che sostituisce il logo del motore di ricerca nella sua pagina principale. Berliner, che nacque il 20 maggio 1851 ad Hannover, è ricordato come il principale protagonista di una delle più grandi rivoluzioni nella storia dell’ingegneria del suono: alla fine dell’Ottocento ebbe l’intuizione di incidere la musica su un disco piatto, più pratico e comodo dei supporti utilizzati fino ad allora, e inventò il grammofono. Ottanta anni dopo,  il suo sistema era ancora al centro del principale modo in cui si ascoltava la musica.

Berliner era nato in una famiglia di commercianti di origine ebrea, ma durante la guerra franco-prussiana emigrò negli Stati Uniti. Studiò fisica a New York, mantenendosi con vari lavori, finché comincio ad appassionarsi all’ingegneria del suono. I suoi primi successi da inventore li raggiunse con un nuovo tipo di microfono per i telefoni, che esistevano da pochi anni, e da subito intraprese una battaglia legale con l’inventore Thomas Alva Edison per il brevetto dell’invenzione. Vinse Edison.

Ma nella seconda metà degli anni Ottanta dell’Ottocento, Berliner ebbe una pensata che avrebbe cambiato un gran pezzo del secolo successivo. Da pochi anni Edison, che il mondo ricorda soprattutto – erroneamente – per avere inventato la lampadina, aveva introdotto un nuovo e rivoluzionario sistema per registrare la musica. Il fonografo era un aggeggio che permetteva di riprodurre musica grazie a dei cilindri di ottone ricoperti con un foglio di carta stagnola, sui quali una puntina collegata a una membrana imprimeva un solco. Le vibrazioni della membrana, causate dal propagarsi dei suoni, facevano oscillare la puntina, che incideva la carta stagnola. Per riprodurre il suono registrato si applicava il processo inverso: una puntina leggeva i solchi sulla stagnola e faceva vibrare un’altra membrana, più elastica.

La prima evoluzione del fonografo di Edison arrivò quando nel 1880 i laboratori Bell sostituirono la carta stagnola – che si consumava molto in fretta – con uno strato di cera, sulla quale veniva inciso il solco. Berliner però trovò un sistema molto più pratico dei cilindri nei dischi, che inizialmente erano in vetro o in zinco, ricoperti di uno strato di cera. L’incisione del solco, con il metodo di Berliner, divenne laterale e non più verticale (la puntina scorreva a destra e a sinistra, e non dall’alto al basso), permettendo una migliore qualità del suono. Aumentando il diametro del disco, poi, si potevano incidere dischi che contenevano più musica dei cilindri. Ma soprattutto, i dischi erano facili da stampare in serie, mentre per i cilindri vennero introdotti degli stampi soltanto nei primi anni del Novecento: ma in oro, e molto costosi.

Il logo della Victor Talking Machine Company, con disegnato uno dei primi modelli di grammofoni progettati per i dischi.

Berliner chiamò l’apparecchio per leggere i dischi grammofono, che era alimentato a manovella come il fonografo. I primi dischi furono venduti in Europa nel 1889 e avevano un diametro di 12,5 centimetri, ma erano poco più che un giocattolo. All’inizio degli anni Novanta dell’Ottocento Berliner arrivò a vendere 1000 grammofoni e 25mila dischi all’anno, mentre i fonografi e i cilindri avevano vendite molto più basse, e entro gli anni Venti scomparvero. Nel 1908, Berliner fondò la Berliner Gram-O-Phone Company a Montreal, in Canada, da molti considerata la prima etichetta discografica della storia.

Storia dei dischi in vinile

Dato che i grammofoni erano alimentati a manovella, la velocità alla quale veniva fatto girare il disco dipendeva dall’utilizzatore. Ovviamente c’era un numero di giri al minuto corretto, che veniva infatti indicato sul disco e poteva variare inizialmente tra i 60 e i 130. Tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, il contenuto dei dischi o cilindri era soprattutto musica popolare o brevi monologhi comici, e la maggior parte dei grammofoni esistenti era in posti pubblici, come le taverne, che chiedevano dei soldi ai clienti per suonare le canzoni che volevano. Alla fine dell’Ottocento furono messi sul mercato fonografi e grammofoni a molla, più affidabili, e ancora più avanti, negli anni Venti, furono attrezzati con un motore elettrico. Nei primi vent’anni del Novecento i grammofoni si diffusero tra il grande pubblico, anche tra le persone meno ricche grazie alla progressiva diminuzione dei prezzi e alla nascita di generi nuovi, come il jazz. I dischi erano diventati intanto gommalacca, che più avanti sarebbe stata sostituita dal vinile.

L’invenzione del grammofono è quella che più facilmente viene associata a Emil Berliner, che però contribuì alla storia della scienza e della tecnica con altre invenzioni. Ideò un nuovo tipo di telaio industriale, per esempio, e una specie di motore per elicotteri rudimentale. Fu un attivo ricercatore e sperimentatore nel campo del volo verticale. Tra le altre cose, fu anche un sostenitore dei diritti civili per le donne. Morì di arresto cardiaco il 3 agosto 1929 a Washington D.C., a 78 anni.