Due giorni di incontri tra Lega e M5S

Salvini e Di Maio si sono parlati a Milano in quello che dicono potrebbe essere l'ultimo giorno di trattative sul nuovo governo

Il leader del Movimento Cinque Stelle Luigi Di Maio lascia il Pirellone al termine della seconda giornata di trattative con il leader della Lega Matteo Salvini. (ANSA/FLAVIO LO SCALZO)
Il leader del Movimento Cinque Stelle Luigi Di Maio lascia il Pirellone al termine della seconda giornata di trattative con il leader della Lega Matteo Salvini. (ANSA/FLAVIO LO SCALZO)

Il leader della Lega Matteo Salvini e il capo politico del Movimento 5 Stelle Luigi Di Maio si sono incontrati oggi per discutere il programma comune del governo che stanno cercando di formare insieme. La riunione segue quella di ieri pomeriggio, e si è tenuta di nuovo nel Pirellone, il grattacielo sulla piazza della stazione Centrale di Milano. Sia Di Maio che Salvini hanno lasciato l’edificio intorno all’ora di pranzo, ma i rappresentanti dei due partiti continueranno la riunione nel pomeriggio. Hanno fatto sapere di sperare che le trattative si concludano entro oggi, ma di non esserne sicuri.

Di Maio, intervistato dai giornalisti alla sua uscita dal Pirellone, ha detto: «Ovviamente si sta scrivendo la storia e ci vuole un po’ di tempo. Di nomi non abbiamo parlato, c’è un ottimo clima al tavolo». Stasera sarebbe dovuto essere ospite di Fabio Fazio alla trasmissione Che tempo che fa, ma ha annullato la sua partecipazione. Già ieri, lui e Salvini avevano detto che l’incontro di ieri era andato bene, ma avevano rivelato pochi dettagli. Mentre Lega e M5S trattavano, però, sono arrivate due notizie che potenzialmente potrebbero influenzare gli incontri: la riabilitazione di Silvio Berlusconi e alcuni messaggi piuttosto espliciti del presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Quello su cui discutono da ieri i rappresentanti di Lega e M5S, mostrato anche in un video diffuso dal Movimento, è un insieme di punti condivisi per quello che viene definito “governo di cambiamento”. All’incontro c’erano per la Lega, oltre a Salvini, Roberto Calderoli, Giancarlo Giorgetti, Nicola Molteni e Armando Siri, per il M5S Alfonso Bonafede, Vincenzo Spadafora, Rocco Casalino, Danilo Toninelli e Laura Castelli (unica donna presente all’incontro).

Ansa scrive che alla fine dell’incontro di ieri Salvini ha detto che «c’è sostanzialmente un accordo sui punti chiave» e che non si è parlato di nomi, e anche Di Maio si è detto soddisfatto in un video su Facebook. Secondo tutti i giornali, però, la questione sulla quale manca ancora un’intesa tra i due partiti, e quella al centro delle trattative principali, è proprio quella del nome del presidente del Consiglio. Visto che non sono disposti a sostenere uno dei due leader, Lega e M5S devono accordarsi su una figura terza, sulla quale però secondo i giornali stanno avendo difficoltà ad accordarsi. Il nome che sta circolando di più sui retroscena è Guido Tabellini, economista ed ex rettore della Bocconi che era già stato indicato come uno dei possibili ministri dell’Economia del governo Renzi.

Ieri intanto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella era in visita a Dogliani, in provincia di Cuneo, dove ha ricordato l’ex presidente della Repubblica Luigi Einaudi a 70 anni dal suo insediamento al Quirinale. Mattarella è sembrato mandare dei messaggi evidenti a Lega e M5S, dicendo che quella del presidente della Repubblica è una carica «tutt’altro che notarile», riferendosi al fatto che spetta a lui scegliere il presidente del Consiglio, e non ai partiti.

Ha poi ricordato alcuni passaggi della storia politica di Einaudi, come quando il presidente, nel 1953, scelse di affidare l’incarico di presidente del Consiglio a una figura diversa – Giuseppe Pella – da quella proposta dal partito di maggioranza, la Democrazia Cristiana. Mattarella ha anche detto che Einaudi rifiutò di firmare due leggi approvate dal Parlamento sulle quali mancavano le coperture economiche, in quello che è stato interpretato da molti come un’altra specie di avvertimento a Lega e M5S. Salvini ha commentato le parole di Mattarella dicendo: «Einaudi va letto tutto, scrisse di un Paese fondato sull’autonomia».