Gli ispettori non sono ancora riusciti a entrare a Douma, in Siria

Cioè nella città siriana dove lo scorso 7 aprile c'è stato un attacco chimico che ha ucciso decine di persone

Douma (STRINGER/AFP/Getty Images)
Douma (STRINGER/AFP/Getty Images)

Gli ispettori dell’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (OPAC) non sono ancora riusciti ad analizzare i luoghi nella città siriana di Douma dove lo scorso aprile c’è stato un attacco chimico che ha ucciso decine di persone. Mercoledì l’OPAC ha detto che funzionari delle Nazioni Unite sono entrati a Douma, nella periferia orientale di Damasco, per fare un primo controllo dell’area: sono finiti però nel mezzo di un attacco con armi leggere e vicino a loro è esplosa una bomba. Non ci sono stati feriti, ma l’OPAC ha fatto sapere che non manderà i suoi ispettori finché non sarà garantita la loro sicurezza nei luoghi dove si cercheranno le prove dell’attacco chimico del 7 aprile.

L’attacco chimico a Douma c’è stato davvero

Gli ispettori dell’OPAC erano arrivati in Siria qualche ora dopo la ritorsione compiuta da Stati Uniti, Francia e Regno Unito per l’attacco chimico del 7 aprile: i tre paesi avevano bombardato tre obiettivi militari legati alla produzione di armi chimiche del regime del presidente siriano Bashar al Assad, in quello che si è dimostrato essere un bombardamento mirato e limitato nel tempo. Il governo russo e quello siriano hanno negato finora che il 7 aprile a Douma sia avvenuto un attacco chimico, ma non hanno portato prove a sostegno della loro tesi, non sono riusciti a smentire quelle di chi sostiene il contrario e hanno prima impedito e poi ritardato l’arrivo degli ispettori.

Non è chiaro se l’OPAC riuscirà ad arrivare a una conclusione, visto che l’area dell’attacco è sotto il controllo delle forze russe e siriane da giorni – forze che potrebbero anche avere ripulito la zona – e che l’uso di sostanze tossiche è rilevabile solo per un periodo di tempo limitato. Non si sa nemmeno che efficacia potrebbe avere l’azione dell’organizzazione, visto che già in passato le conclusioni di gruppi indipendenti erano state ignorate da Russia e Siria. Nell’ottobre 2017, per esempio, una commissione creata appositamente dall’ONU, il Joint Investigative Mechanism (JIM), aveva concluso che il regime di Assad era responsabile per l’attacco chimico a Khan Sheikhoun del 4 aprile 2017, nel quale erano state uccise decine di persone. Il JIM era stato creato dal Consiglio di Sicurezza dell’ONU nel 2015 e rinnovato nel 2016 per un altro anno. Per continuare a operare, il suo mandato avrebbe dovuto essere rinnovato di nuovo a novembre dello scorso anno, ma la Russia, che nel Consiglio di Sicurezza ha potere di veto, si è opposta, e il JIM si è sciolto.