Sei persone, tra cui quattro primari di ospedali, sono stati arrestati a Milano per un’inchiesta sulla corruzione nella sanità
Sei persone, tra cui quattro primari, un dirigente e l’imprenditore accusato di averli corrotti, sono stati arrestati a Milano nel corso di un’inchiesta sulla corruzione nella sanità. Cinque di loro sono attualmente agli arresti domiciliari. Sono due primari e il dirigente sanitario dell’ospedale Gaetano Pini-Cto e due primari dell’ospedale Galeazzi. Tommaso Brennici, 53 anni, imprenditore nella fornitura di prodotti medicali e ortopedici, si trova invece in carcere. Lo scorso marzo la stessa inchiesta aveva portato agli arresti domiciliari di un altro primario, Norberto Confalonieri, che operava al Gaetano Pini-CTO.
Il Gaetano Pini-Cto è un centro specialistico di ortopedia fondato nel 1874. È un ospedale universitario dove ha sede la cattedra di ortopedia dell’Università di Milano. L’ospedale Galeazzi è una clinica specializzata in ortopedia che fa parte del Gruppo Ospedaliero San Donato. A proposito dell’inchiesta di questi giorni, il Corriere della Sera scrive:
«Secondo gli investigatori, le società che fanno capo a Brenicci avrebbero incassato circa tre milioni e mezzo di euro tra il 2012 e il 2017 grazie alle corruzioni, versando periodicamente soldi al primario di ortopedia del Pini Giorgio Maria Calori, 61 anni, al quale sarebbero andati oltre 200 mila euro come contratti di consulenza più 128 mila sterline per transazione tra società in Gran Bretagna. L’altro primario del Pini Carmine Cucciniello, 61 anni, avrebbe ricevuto 100 mila euro per contratti di consulenza e diritti sull’impiego di protesi e altri 65 mila come retribuzione del figlio assunto da una delle società dell’imprenditore.
Consulenze, partecipazioni societarie ed altri benefit sarebbero stati ottenuti da Carlo Romanó e Lorenzo Drago, entrambi primari del Galeazzi, il primo responsabile del laboratorio analisi, il secondo del centro di chirurgia ricostruttiva. Paola Navone, 59 anni, direttore sanitario del Pini avrebbe partecipato a due convegni (uno costato 5.000 euro a Parigi), l’altro in Alto Adige (non si sa il valore) più un cesto di prodotti enogastronomici da mille euro a Natale 2016 sempre per favorire le aziende di Brenicci».