• Mondo
  • Venerdì 6 aprile 2018

Un’altra giornata di proteste a Gaza

Si sono tenute manifestazioni negli stessi posti di venerdì scorso, al confine con Israele: secondo fonti palestinesi ci sono almeno quattro morti

(AFP PHOTO / Jack GUEZ)
(AFP PHOTO / Jack GUEZ)

Da stamattina è in corso un’altra protesta di massa nella Striscia di Gaza per protestare contro l’occupazione israeliana della Palestina, dopo quella tenuta venerdì scorso. Il ministero della Sanità palestinese ha fatto sapere che quattro manifestanti, compreso un bambino, sono stati uccisi dalle forze israeliane che sorvegliano il confine, e che più di 250 sono rimasti feriti. Secondo la Croce Rossa palestinese i feriti sono invece 240.

L’esercito israeliano sostiene che in mattinata diversi manifestanti abbiano utilizzato la copertura del fumo generato da roghi di pneumatici per provare a violare la recinzione e piazzare esplosivi. Sempre secondo l’esercito israeliano, al momento stanno manifestando circa 10mila palestinesi.

Quella di oggi è la seconda manifestazione di massa dopo quella di venerdì scorso, durante la quale sono stati uccisi una ventina fra manifestanti e membri del gruppo politico-terroristico Hamas. Anche oggi, come venerdì scorso, si contano cinque manifestazioni diverse lungo il confine della Striscia. Al confine della Striscia si sono fatti vedere diversi leader di Hamas fra cui il primo ministro della Striscia di Gaza, Yahya Sinwar, che si fa vedere in pubblico molto raramente.

Una parte dei manifestanti si è presentata alle proteste di oggi in maniera più organizzata rispetto a una settimana fa: da stamattina sono in corso roghi di pneumatici e altri oggetti che impediscono ai cecchini israeliani di capire cosa stia succedendo.

Una recinzione al confine con la Striscia di Gaza vista dal kibbutz israeliano di Nahal Oz, situato in linea d’aria a circa due chilometri da Gaza City, la mattina del 6 aprile 2018 (JACK GUEZ/AFP/Getty Images)

In uno dei cinque luoghi della protesta l’esercito israeliano sta provando a dissipare il fumo prodotto dai roghi di pneumatici con con un ventilatore gigante.

Nelle intenzioni degli organizzatori, le proteste proseguiranno ogni settimana fino all’inaugurazione della nuova ambasciata statunitense a Gerusalemme, frutto di una controversa decisione del presidente statunitense Donald Trump, prevista per il 14 maggio. Per gli israeliani il 14 maggio è il giorno dell’Indipendenza, quello in cui festeggiano la vittoria nella guerra arabo-israeliana del 1948. I palestinesi invece celebrano il 15 maggio il giorno della nakba – “la catastrofe” – cioè quello in cui molti di loro furono costretti a lasciare le proprie case, finite in territorio israeliano. Sono stati allestiti dei campi di tende lungo il confine, e sono previste nuove manifestazioni ogni venerdì.