«Ogni voto ci è costato circa 9 centesimi», dice Davide Casaleggio

Lo ha detto in un articolo scritto per il Washington Post parlando dei costi sostenuti dal Movimento 5 Stelle per l'ultima campagna elettorale

Beppe Grillo e Davide Casaleggio
(ANSA/ALESSANDRO DI MARCO)
Beppe Grillo e Davide Casaleggio (ANSA/ALESSANDRO DI MARCO)

Davide Casaleggio, proprietario della piattaforma Rousseau e principale dirigente del Movimento 5 Stelle, ha scritto un articolo per il Washington Post in cui spiega il successo del suo partito alle ultime elezioni italiane. Secondo Casaleggio, il successo è dovuto al fatto che il Movimento risponde alla richiesta di democrazia diretta da parte dei cittadini che, grazie alla struttura del Movimento, hanno voce in capitolo nel decidere le priorità del partito (o almeno hanno l’impressione di averla, visto che i meccanismi interni del Movimento sono piuttosto opachi).

Secondo Casaleggio:

La nostra esperienza è la prova di come internet abbia reso i partiti politici e, più in generale, i precedenti modelli organizzativi di politica democratica, obsoleti e antieconomici. Il Movimento 5 Stelle ha raccolto 11 milioni di voti alle recenti elezioni. Ogni voto ci è costato circa 9 centesimi: un costo coperto da micro donazioni arrivate da circa 19 mila cittadini che hanno donato in totale un milione di dollari, con i quali abbiamo affrontato tutti i costi della campagna elettorale. Ai partiti tradizionali, secondo i calcoli di +Europa, un singolo voto è costato quasi cento volte tanto, circa 8,50 dollari.

Casaleggio descrive come la piattaforma Rousseau abbia permesso agli iscritti di selezionare direttamente i candidati alle elezioni e di elaborare un programma basato sulle richieste dei cittadini. In realtà Rousseau è una piattaforma controllata in maniera completa e diretta dallo stesso Casaleggio, su cui, in base al suo stesso statuto, il Movimento 5 Stelle non ha potere (può solo decidere, con una votazione dei suoi iscritti, di smettere di utilizzarla). Inoltre gli iscritti al Movimento hanno potuto votare solo i candidati precedentemente selezionati dal capo politico Luigi Di Maio e dallo stesso Casaleggio, e questa procedura ha riguardato soltanto due terzi dei candidati. I rimanenti, cioè tutti i candidati ai collegi uninominali, sono stati scelti direttamente da Di Maio e Casaleggio senza consultare gli iscritti.

Infine, i programmi sono stati effettivamente sottoposti al voto degli iscritti, che però si sono espressi su documenti raffazzonati e pieni di plagi provenienti da Wikipedia, documenti parlamentari e persino da un’interrogazione di un senatore del PD. Questi programmi, lunghi decine di pagine, non sono stati praticamente mai utilizzati in campagna elettorale. Di Maio ha sempre preferito utilizzare il programma riassuntivo in venti punti, elaborato dal suo staff e mai presentato al voto degli iscritti.

Casaleggio conclude scrivendo che l’obiettivo del Movimento è «raggiungere un milione di iscritti» e che lo slogan «”Partecipare, non delegare” è ciò che garantisce il successo del Movimento anche nel futuro. La nostra speranza è di fornire un modello per rinnovare la democrazia ovunque restituendola ai cittadini». Al momento Rousseau ha meno di centomila iscritti di cui circa 30 mila partecipano attivamente alle votazioni.