I programmi economici del M5S non sono di sinistra

Non a caso somigliano molto a quelli della Lega: e danneggiano i giovani, spiega Ferdinando Giugliano

Alessandro Di Battista. (Roberto Monaldo / LaPresse)
Alessandro Di Battista. (Roberto Monaldo / LaPresse)

Qualche giorno fa su Repubblica il giornalista economico ed editorialista Ferdinando Giugliano ha scritto un articolo per spiegare quella che secondo lui è “una leggenda metropolitana che sta prendendo piede all’interno del mondo progressista italiano”, e cioè che “il Partito Democratico avrebbe perso le elezioni perché proporrebbe misure economiche ‘di destra’, a differenza del Movimento 5 Stelle, le cui politiche sarebbero finalmente ‘di sinistra’”.

C’è una leggenda metropolitana che sta prendendo piede all’interno del mondo progressista italiano: il Partito democratico avrebbe perso le elezioni perché proporrebbe misure economiche “di destra”, a differenza del Movimento 5 Stelle, le cui politiche sarebbero finalmente “di sinistra”. Si tratta di una lettura confusa e approssimativa. Non vi è dubbio che il Pd debba ripensare e rafforzare le sue idee a sostegno dei più deboli. Tuttavia, a guidarlo non può essere l’offerta dei 5 Stelle, che ricalca un populismo economico vecchio stile e non un’agenda socialdemocratica moderna. […]

Tuttavia, i 5 Stelle sono tutto tranne che dei novelli Robin Hood. Le loro misure hanno coperture in larga parte immaginarie, come ha spiegato a più riprese Carlo Cottarelli, direttore dell’Osservatorio sui conti pubblici dell’Università Cattolica di Milano. Al di là di qualche vago e poco credibile riferimento a piani di tagli alla spesa pubblica, i grillini rivendicano la necessità di fare spesa in deficit per rilanciare l’economia.

Il problema è che un aumento del disavanzo in questa fase economica è l’opposto di quanto John Maynard Keynes avrebbe suggerito. Le economie mondiale e italiana sono in un momento di ripresa. Certo, la disoccupazione resta alta, ma in questa fase del ciclo sarebbe prudente ridurre progressivamente il deficit e il debito, in modo da avere lo spazio per poterli aumentare quando ci sarà la prossima crisi. Le idee dei 5 Stelle, come quelle della Lega di Matteo Salvini, appartengono al mondo delle politiche procicliche. Il loro modello di riferimento non è Keynes, ma la riforma fiscale del presidente degli Stati Uniti, il repubblicano Donald Trump.

Inoltre, i beneficiari delle misure del Movmento 5 Stelle non sarebbero soltanto le fasce più bisognose della popolazione.

(leggi l’articolo intero su Repubblica)