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  • Giovedì 8 marzo 2018

L’ex spia russa Sergei Skripal è stata avvelenata con un agente nervino

Lo ha confermato la polizia britannica, aumentando i sospetti che dietro al tentato omicidio ci sia la Russia

Agenti di polizia con tute e maschere di protezione, nella zona dove è stato trovato Sergei Skripal,
a Salisbury
(Steve Parsons/PA Wire)
Agenti di polizia con tute e maschere di protezione, nella zona dove è stato trovato Sergei Skripal, a Salisbury (Steve Parsons/PA Wire)

La polizia del Regno Unito ha confermato che l’ex spia russa Sergei Skripal e sua figlia Yulia Skripal – trovati accasciati su una panchina della città inglese di Salisbury domenica scorsa – sono stati deliberatamente avvelenati con un agente nervino. La polizia non ha detto che tipo di agente nervino sia stato usato, ma questa indicazione generale è sufficiente per far pensare che possa essere stata un’operazione di stato, e sui giornali britannici si discute già di come reagirà il governo britannico se verrà scoperto che l’avvelenamento è opera della Russia come nel caso della morte di Alexander V. Litvinenko.

Sergei Skripal, che ha 66 anni e vive nel Regno Unito dal 2010 in seguito a uno scambio di spie tra la Russia e gli Stati Uniti, era stato trovato in gravi condizioni sulla panchina di una zona commerciale di Salisbury insieme a una donna, che poi si era scoperto essere sua figlia di 33 anni. Inizialmente si era parlato di un “sospetto avvelenamento”, ma la polizia aveva chiesto di non fare ipotesi eccessive su cosa potesse averlo causato fino a che non ci fossero state informazioni più precise (avrebbe potuto trattarsi di un avvelenamento non doloso, per esempio). Il fatto che sia stato confermato l’uso di un agente nervino indica invece che l’obiettivo dell’avvelenamento fosse probabilmente uccidere Skripal e la polizia ha aperto un’indagine per tentato omicidio. Gli agenti nervini sono sostanze estremamente velenose e non possono essere prodotte in laboratori improvvisati: servono strutture, equipaggiamenti e conoscenze che solo grandi paesi o organizzazioni si possono permettere.

Sergei Skripal a Mosca nel 2006, durante il processo a suo carico per tradimento (YURI SENATOROV/AFP/Getty Images)

Sergei e Yulia Skripal sono ancora ricoverati in ospedale in condizioni gravi, insieme all’agente di polizia che per primo li aveva soccorsi e che è rimasto avvelenato a sua volta. L’indagine su quello che è successo, viste le strane circostanze, è stata affidata alla sezione antiterrorismo della polizia britannica. La prima cosa su cui hanno lavorato è stato mettere in sicurezza la zona di Salisbury dove sono stati trovati Sergei e Yulia Skripal: la tossicità degli agenti nervini è tale che anche l’esposizione a piccole quantità può essere pericolosissima, ma la polizia ha detto di non ritenere che ci siano rischi per la popolazione. Parallelamente, centinaia di agenti stanno esaminando decine di registrazioni di telecamere a circuito chiuso e stanno parlando con possibili testimoni per trovare indizi che conducano alla o alle persone che hanno avvelenato Skripal. Per ora la polizia ha detto di aver individuato dalle registrazioni due persone – un uomo e una donna – viste passeggiare in una strada non lontano da dove è stato trovato Skripal. La loro identità non è però ancora stata scoperta.

Visto il sospetto che possa essersi trattato di un avvelenamento di stato, l’indagine è trattata con grande serietà dalle autorità britanniche e in molti si chiedono già come reagirà politicamente il governo se si troveranno indizi concreti per attribuire il tentato omicidio alla Russia. Prima di arrivare nel Regno Unito, Skripal aveva passato alcuni anni in carcere in Russia per aver passato informazioni ai servizi segreti britannici in cambio di denaro, e come aveva raccontato un’altra spia coinvolta nello scambio del 2010, la Russia non ha una linea particolarmente indulgente con le ex spie accusate di tradimento.

Il vice capo della polizia britannica Mark Rowley e la responsabile medica della polizia Sally Davies mentre parlano con i giornalisti delle novità nelle indagini sull’avvelenamento di Sergei Skripal (Chris J Ratcliffe/Getty Images)

La vicenda di Skripal ricorda per alcuni aspetti quella di Alexander V. Litvinenko, un ex ufficiale dei servizi segreti russi. Nel novembre del 2006 si ammalò gravemente dopo avere bevuto un tè nel quale era stato disciolto del polonio radioattivo, durante un incontro con alcune persone in un albergo di Londra. Morì alcuni giorni dopo, portando a una grande indagine che consentì di identificare le persone che aveva incontrato nell’hotel, e sospettate di averlo avvelenato. L’uccisione di Litvinenko portò a forti tensioni diplomatiche tra il Regno Unito e la Russia. Vladimir Putin ha sempre negato ogni coinvolgimento e si è sempre rifiutato di fare estradare le due persone sospettate, una delle quali è ora parlamentare in Russia.

Il problema, secondo molti esperti, è che oggi il Regno Unito è diplomaticamente in una posizione ancora più debole di quella di 10 anni fa: non può contare sull’appoggio dell’Unione Europea, per via di Brexit, e la sua alleanza con gli Stati Uniti non sta attraversando uno dei suoi momenti migliori. Il fatto che l’omicidio sia stato tentato in territorio britannico, in pieno giorno e in una zona pubblica e trafficata, inoltre, fanno pensare che chiunque ci sia dietro non tema molto una possibile risposta delle autorità britanniche. Un ex consigliere del ministero degli Esteri britannico ha definito «sfacciate» le circostanze dell’avvelenamento di Skripal, dicendo al Guardian che questo «dice molto su quanto i russi ci prendano sul serio».