La Casa Bianca sembra aver confermato che una pornostar venne pagata per non divulgare informazioni su Trump

 (una foto di Trump e Stephanie Clifford tratta dal suo account di MySpace)
(una foto di Trump e Stephanie Clifford tratta dal suo account di MySpace)

La Casa Bianca sembra aver confermato che una pornostar venne pagata per non rivelare alcune informazioni su Donald Trump. Durante la conferenza stampa di ieri, mercoledì 7 marzo, Sarah Huckabee Sanders, portavoce della Casa Bianca, ha fatto riferimento a un arbitrato vinto dall’avvocato del presidente Trump contro un’attrice di film porno che aveva sostenuto di aver fatto sesso con lui circa dieci anni fa. L’affermazione di Sanders sembra dunque confermare la storia di cui diversi giornali avevano parlato qualche settimana fa, e che in un primo momento la Casa Bianca aveva smentito.

Lo scorso gennaio il Wall Street Journal aveva scritto che nel 2016 il comitato elettorale del presidente statunitense Donald Trump aveva pagato una pornostar per non rivelare pubblicamente alcune informazioni su una relazione che i due avevano avuto dieci anni prima. La donna si chiama Stephanie Clifford – ma è conosciuta e attiva con lo pseudonimo “Stormy Daniels” – e secondo il Wall Street Journal durante la campagna elettorale aveva ricevuto 130 mila dollari da Trump per non parlare pubblicamente dei loro incontri. Dopo la notizia, la Casa Bianca aveva pubblicato un comunicato per smentire le accuse, sostenendo che erano già state negate prima delle elezioni. L’avvocato personale di Trump, Michael Cohen, aveva detto che erano solo di «voci che circolano dal 2011».

Della storia si è riparlato in questi ultimi giorni a causa di una serie di manovre legali. Martedì 6 marzo Stephanie Clifford ha fatto causa in un tribunale di Los Angeles al presidente statunitense Donald Trump, affermando che l’accordo di non divulgazione fatto poco prima del voto per tacere sulla loro presunta relazione era nullo perché difettoso dal punto di vista procedurale. Questo perché Trump non lo avrebbe mai firmato, non approvando il pagamento di 130 mila dollari che il suo avvocato Michael Cohen pagò invece “di tasca propria”. L’avvocato della donna ha detto: «Abbiamo presentato ricorso chiedendo un ordine del tribunale per invalidare il supposto accordo sul ‘silenzio’ tra la nostra cliente Stephanie Clifford, in arte Stormy Daniels, e Donald Trump».

La causa di Clifford ha reso pubblico il contratto di non divulgazione firmato da lei e dall’avvocato personale di Trump, Michael Cohen, pochi giorni prima delle presidenziali del 2016. La causa è stata presentata dopo che la scorsa settimana, il 27 febbraio, l’avvocato del presidente Trump aveva ottenuto un ordine temporaneo restrittivo contro la donna per aver violato quello stesso accordo. L’ordine intima all’attrice che potrebbe andare incontro a sanzioni nel caso in cui dovesse parlare della sua presunta relazione con il presidente.

Durante la conferenza stampa di ieri, mercoledì 7 marzo, a Sarah Huckabee Sanders sono state fatte diverse domande sulla questione: su chi avesse vinto l’arbitrato e quando, per esempio. La portavoce ha replicato dicendo che l’arbitrato era stato vinto dall’avvocato di Trump (facendo dunque intendere che l’arbitrato era stato utilizzato come alternativa più semplice e meno costosa di una causa in tribunale), che Trump non era a conoscenza del pagamento e che per i dettagli era comunque necessario parlare con gli avvocati personali del presidente.