A che ora finiremo stanotte?

La nuova legge elettorale renderà lo spoglio più complesso del solito: per le prime proiezioni affidabili bisognerà aspettare qualche ora

(ANSA/MASSIMO PERCOSSI)
(ANSA/MASSIMO PERCOSSI)

+++ Gli exit poll sui risultati delle elezioni politiche sono qui +++

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Domenica 4 marzo i seggi per le elezioni politiche chiuderanno alle 23. Si voterà per un giorno soltanto, quindi lo spoglio comincerà subito dopo la chiusura dei seggi. Ci vorranno però parecchie ore prima di avere risultati affidabili e chi vorrà seguire tutto lo scrutinio dovrà prepararsi a fare le ore piccole. Ecco una breve guida per sapere cosa guardare e per farsi un’idea di quanto bisognerà star svegli.

Ore 23: exit poll, instant poll e intention poll
Le prime informazioni arriveranno subito dopo la chiusura dei seggi e saranno i risultati di alcuni sondaggi realizzati nel giorno del voto o subito prima. Gli exit poll sono la forma di sondaggio più particolare: si raccolgono all’uscita dai seggi dove vengono intervistate le persone che hanno appena votato. Ci saranno exit poll del consorzio Opinio Italia per la Rai e di SWG per La7. Gli exit poll di solito comportano interviste a migliaia di persone e sono molto costosi.

Gli instant poll sono sondaggi telefonici realizzati il giorno stesso del voto e saranno realizzati da Quorum/YouTrend per SkyTg24 su tre collegi chiave:

– Pomigliano d’Arco, dove la sfida più importante è tra il capo politico del Movimento 5 Stelle Luigi di Maio e il candidato del centrodestra Vittorio Sgarbi;

– Bologna, dove la sfida è tra il candidato del centrosinistra Pierferdinando Casini e il candidato di Liberi e Uguali Vasco Errani

– Firenze, dove si affrontano il segretario del PD Matteo Renzi e il candidato del centrodestra, l’economista anti-euro Alberto Bagnai (qui trovate invece la nostra lista di dieci collegi da tenere d’occhio).

Infine, Tecné realizzerà degli intention poll per Mediaset. Gli intention poll sono sondaggi telefonici realizzati nei giorni immediatamente precedenti al voto (qui trovate una breve guida di YouTrend che riassume cosa c’è sui vari canali televisivi). La caratteristica di queste rilevazioni è che sono tutti sondaggi, anche se fatti con metodologie diverse da quelli che abbiamo visto durante la campagna elettorale. Come tali, soffrono di tutti i limiti che hanno le rilevazioni demoscopiche, di cui avevamo parlato qui.

Ore 2: proiezioni
Rai, Mediaset e La7 faranno anche proiezioni sui dati reali. Significa che saranno esaminati i voti realmente scrutinati e si tenterà di stimare il risultato complessivo delle elezioni facendo delle “proiezioni” statistiche. La qualità delle proiezioni dipende molto dalla dimensione del campione di partenza e le varie società faranno probabilmente diverse proiezioni, sempre più accurate, nel corso della notte. Secondo gli esperti, le prime proiezioni affidabili sul risultato arriveranno intorno alle 2 di notte di lunedì 5 marzo; probabilmente ne saranno prodotte anche nelle ore precedenti, ma con margini di errore molto più ampi.

Ore 8: termine dello scrutinio
Il conteggio dei voti reali terminerà probabilmente intorno alle 8, anche se è possibile che i risultati di alcuni seggi dove ci sono state particolari difficoltà arrivino anche più tardi. In ogni caso, la mattina di lunedì dovremmo avere un’idea piuttosto chiara dei voti raccolti da ciascun partito e ciascuna coalizione, anche se ci potrebbero essere ancora dei dubbi sull’esatto numero di seggi conquistati dalle varie forze politiche.

Lo spoglio per le elezioni regionali in Lazio e in Lombardia comincerà solo dopo la fine dello spoglio per le elezioni politiche.

Perché le cose rischiano di essere più complicate?
Nel 2013 si votò nel corso di due giorni e lo spoglio iniziò alle 15 di lunedì 25 febbraio. Tre ore dopo, intorno alle 18, erano state scrutinate un po’ meno della metà delle sezioni e le proiezioni erano già molto affidabili. Intorno a mezzanotte, cioè nove ore dopo la chiusura dei seggi, lo scrutinio era sostanzialmente terminato. La legge elettorale dell’epoca, il cosiddetto Porcellum, era notevolmente più semplice dell’attuale: sulla scheda gli elettori dovevano mettere un unico segno sul contrassegno della lista desiderata. I voti andavano poi semplicemente sommati e il numero di seggi spettante a ciascun partito calcolato con metodo proporzionale, a cui veniva prima aggiunto il sostanzioso premio di maggioranza nazionale alla Camera e regionale al Senato.

Quest’anno invece non ci sarà premio di maggioranza e solo due terzi dei seggi saranno assegnati con metodo proporzionale. Il restante terzo sarà invece assegnato all’interno di collegi uninominali in cui ottiene il seggio il partito o la coalizione che prende anche un solo voto più degli avversari. La scheda sarà quindi più complessa, e questo significa che ci vorrà più tempo a scrutinarla: ci sarà il nome del candidato al collegio uninominale all’interno di un rettangolo e sotto il simbolo della lista o delle liste che lo sostengono. Per votare sarà sufficiente fare un segno sul contrassegno della lista che appoggia il candidato: in questo modo il voto si trasferirà automaticamente anche al candidato (qui trovate la nostra guida completa per sapere come votare senza sbagliare). È possibile fare un segno sul candidato e sulla lista, ma non su un candidato e su una lista diversa da quelle che lo appoggiano (è il famoso voto disgiunto che in queste elezioni porta all’annullamento della scheda – occhio però che alle regionali di Lazio e Lombardia il voto disgiunto è invece consentito).

C’è anche una terza possibilità, che rende tutto più complicato. È possibile votare facendo un segno soltanto sul nome del candidato al collegio uninominale. Se il candidato è appoggiato da un’unica lista non ci sono problemi: il voto si trasferisce automaticamente anche alla lista. Se invece il candidato è sostenuto da due o più liste, i voti di chi ha barrato solo il candidato saranno distribuiti tra le varie liste in proporzione ai voti che queste ultime avranno ricevuto da chi ha invece deciso di selezionare una lista in particolare. Questa redistribuzione avviene a livello di circoscrizione, quindi non può essere eseguita dagli scrutatori all’interno del seggio, che conoscono solo i risultati della loro sezione. La può fare solo il ministero dell’Interno, una volta ricevuti tutti i dati.

Questo passaggio allunga necessariamente i tempi di scrutinio e, nel corso della notte, rischia di falsare in parte i primi risultati. Le coalizioni infatti, rischiano di vedere sottostimati i loro voti, poiché fino a che i dati completi di circoscrizione non saranno inviati al ministero, nel conteggio non saranno inclusi i voti di tutti coloro che hanno fatto un segno solo sul nome del candidato di coalizione all’uninominale. Visto che è il primo anno in cui viene utilizzato il Rosatellum, non è chiaro quante persone decideranno di fare un segno solo sul candidato uninominale: gli esperti ritengono che sia più probabile che questo avvenga in quei collegi dove il candidato all’uninominale è un dirigente politico importante o comunque una persona famosa.

Probabilmente, quindi, tra i primi dati comunicati dal ministero saranno conteggiate soltanto quelle schede in cui è stato apposto un chiaro segno sul contrassegno di lista; solo in un secondo momento, dopo che sarà stata fatta la distribuzione proporzionale dei voti tra le liste di coalizione, saranno comunicati i dati completi. In questo modo si dovrebbe limitare in parte il rischio di sovrarappresentare nelle comunicazioni iniziali quei partiti che corrono da soli (come il Movimento 5 Stelle).