Un tribunale belga ha ordinato a Facebook di smettere di raccogliere dati sui suoi utenti

La raccolta di informazioni prosegue anche quando lasciamo Facebook, che quindi rischia fino a 100 milioni di euro di multa

(Tobias Hase/picture-alliance/dpa/AP Images)
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Un tribunale del Belgio ha ordinato a Facebook di smettere di raccogliere dati sui suoi utenti quando si trovano su siti diversi da Facebook, e ha chiesto che tutti i dati di cittadini del Belgio raccolti in queste circostanze vengano distrutti. La sentenza stabilisce che la raccolta dati di Facebook viola la legge sulla privacy dell’Unione Europea e se Facebook non si atterrà alla decisione rischia multe quotidiane di 250.000 euro fino a un massimo complessivo di 100 milioni di euro. La decisione è arrivata al termine di un processo iniziato nel 2015 su iniziativa del garante della privacy del Belgio (CPP) e ribalta una sentenza di appello del giugno 2016 che invece aveva dato ragione a Facebook.

Facebook utilizza diversi sistemi per tracciare i suoi utenti una volta che lasciano il suo sito – i cookies, per esempio – ed è in grado di seguire e raccogliere dati anche su persone che visitano il suo sito anche senza esserne membri. La raccolta dati ha fini principalmente commerciali – per esempio le informazioni vengono usate per distribuire pubblicità con maggiore capillarità – ma, secondo i giudici che si sono occupati del caso, Facebook non informa adeguatamente gli utenti sui dati che raccoglie e non è abbastanza trasparente sulle finalità della raccolta dati e sulla durata della loro conservazione. Facebook si è difesa dalle accuse dicendo che tutti i siti su cui avviene la raccolta dei dati sono tenuti a informare i loro utenti.