Una giudice britannica ha confermato il mandato di arresto per Julian Assange

Il fondatore di Wikileaks Julian Assange (45) prima di parlare dal terrazzo dell'ambasciata dell’Ecuador a Londra, il giorno in cui il gruppo di esperti delle Nazioni Unite – il Working Group on Arbitrary Detention – ha detto che la sua condizione è quella di una "ingiusta detenzione", 5 febbraio 2016

(Carl Court/Getty Images)
Il fondatore di Wikileaks Julian Assange (45) prima di parlare dal terrazzo dell'ambasciata dell’Ecuador a Londra, il giorno in cui il gruppo di esperti delle Nazioni Unite – il Working Group on Arbitrary Detention – ha detto che la sua condizione è quella di una "ingiusta detenzione", 5 febbraio 2016 (Carl Court/Getty Images)

La giudice Emma Arbuthnot di Londra ha confermato oggi il mandato di arresto per Julian Assange, il fondatore di WikiLeaks che dal 2012 vive nell’ambasciata dell’Ecuador di Londra dopo aver violato le condizioni della sua libertà condizionata. Il 6 febbraio la stessa giudice aveva già comunicato una decisione simile, ma la linea di difesa dell’avvocato di Assange aveva convinto la giudice a rimandare di una settimana il giudizio sulla “proporzionalità” del mandato di arresto verso Assange considerato che la sua permanenza di 6 anni nell’ambasciata potrebbe essere considerata quasi una forma di detenzione. La giudice ha deciso diversamente, invitando Assange a presentarsi in tribunale per accettare le conseguenze delle sue azioni. Pochi mesi fa si era pensato che Assange sarebbe potuto tornare libero, dopo che la Svezia aveva fatto cadere le accuse nei suoi confronti per aggressione sessuale e stupro.