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La Norvegia ha vietato l’allevamento di animali da pelliccia

Il governo norvegese ha stabilito che entro il 2025 sarà vietato nel paese l’allevamento di animali da pelliccia: verranno progressivamente chiusi i suoi 200-250 allevamenti di circa 61.000 visoni e 150.000 volpi. Il divieto è una delle condizioni chieste dal Partito Liberale, contrario alle pellicce, per entrare a far parte del governo di minoranza guidato dal Partito Conservatore della prima ministra Erna Solberg. L’allevamento di animali da pellicce è già stato vietato in Regno Unito (2000), Austria (2004), Paesi Bassi (la legge approvata nel 2013 sarà effettiva nel 2024) e Germania e Repubblica ceca, che hanno approvato una misura simile nel 2017.

Nel 1939 la Norvegia era il primo produttore di pellicce al mondo, con 20 mila allevamenti; la produzione è calata progressivamente fino ad arrivare al 2013, quando copriva solo il 3 per cento dei 7,3 milioni di pellicce di volpe, un mercato dominato dalla Cina per il 69 per cento e poi dalla Finlandia. Sempre nel 2013 la produzione norvegese di visoni era dell’1 per cento. Ora il paese esporta il 99 per cento della produzione, principalmente in Russia e in Cina. Gli allevamenti impiegano circa 400 persone  per un fatturato tra i 36 e i 52 milioni di euro l’anno: Sveinung Fjose, della società di consulenza Menon Business Economics ha detto che «non è un business molto redditizio in Norvegia e non colpirà molto l’economia norvegese».

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Il trailer di Inside Fur, un documentario norvegese sugli allevamenti di animali da pelliccia:

Inside Fur – Trailer from Kudos Family on Vimeo.

Un allevamento di animali da pellicce a Gjovik, circa 100 chilometri da Oslo, nel 2010 (HEIKO JUNGE/AFP/Getty Images)