Cosa hanno deciso nel centrodestra

Berlusconi, Salvini e Meloni hanno sancito che si presenteranno alleati alle prossime elezioni politiche e regionali: e che vogliono abolire la legge Fornero

Matteo Salvini (Lega), Giorgia Meloni (Fratelli d'Italia) e Silvio Berlusconi (Forza Italia) a Villa San Martino, Arcore, Milano - 7 gennaio 2018 (Foto: Silvio Berlusconi su Twitter)
Matteo Salvini (Lega), Giorgia Meloni (Fratelli d'Italia) e Silvio Berlusconi (Forza Italia) a Villa San Martino, Arcore, Milano - 7 gennaio 2018 (Foto: Silvio Berlusconi su Twitter)

Dopo una lunga riunione organizzata domenica 7 gennaio a Villa San Martino – la residenza di Silvio Berlusconi ad Arcore (Milano) – Forza Italia ha ufficializzato la formazione di una coalizione con Lega, Fratelli d’Italia e “quarto Polo” in vista delle prossime elezioni politiche e delle regionali, il 4 marzo. Oltre a Berlusconi, all’incontro c’erano Matteo Salvini (Lega) e Giorgia Meloni (Fratelli d’Italia), che hanno confermato l’impegno per presentarsi con un programma comune, con l’obiettivo di raggiungere insieme il 40 per cento circa dei voti necessario per garantirsi una maggioranza in Parlamento e potere governare.

Per ora non sono state date molte notizie sul programma dell’intesa, a parte un elenco dei punti comuni diffuso al termine dell’incontro, senza dettagli su modi e tempi per realizzarli:

• meno tasse e burocrazia;
• più aiuti a chi ha bisogno;
• più sicurezza per tutti;
• revisione della Legge Fornero;
• adeguamento delle pensioni minime a 1.000 euro;
• valorizzazione del Made in Italy;
• realizzazione della flat tax;
• controllo dell’immigrazione.

La revisione della Legge Fornero è ormai da anni al centro delle promesse di Salvini, che in più occasioni ha duramente criticato il provvedimento che era stato approvato dal governo Monti per garantire il sistema pensionistico in Italia, negli anni più difficili e complicati della crisi economica. Salvini dice da tempo di volerla abolire per ridurre l’età per andare in pensione, sostenendo che i precedenti limiti più bassi per pensionarsi fossero sufficienti. Come in altre occasioni, il leader della Lega non ha però spiegato come manterrebbe sostenibile il sistema pensionistico, considerato che la cancellazione della Legge Fornero avrebbe un costo di svariati miliardi di euro all’anno. I temi legati a sicurezza e immigrazione fanno anche parte del repertorio della Lega, ma sono condivisi quasi completamente anche da Fratelli d’Italia.

In un’intervista pubblicata lunedì dal Foglio, Berlusconi ha spiegato che manterrà il suo impegno come garante della coalizione, insieme con Forza Italia, ma ci sono molti dubbi sul fatto che l’accordo possa reggere dopo le elezioni, soprattutto in caso di un risultato al di sotto delle aspettative. Berlusconi ha detto che comunque: “Forza Italia sarà di gran lunga la maggior forza politica della coalizione e garantirà che non ci possa essere spazio per tentazioni demagogiche, se mai si dovessero manifestare”. Un riferimento che a molti è sembrato diretto a Salvini, per tranquillizzare gli elettori più moderati preoccupati dalla presenza di Salvini e Meloni.

Forza Italia avrà nel simbolo la dicitura “Berlusconi Presidente” come alle precedenti politiche, anche se tecnicamente Berlusconi non si potrà candidare perché interdetto dai pubblici uffici in seguito al cosiddetto “processo Mediaset” del 2013 (c’è un ricorso presso la Corte europea europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo). Né la Costituzione né l’attuale legge elettorale prevedono l’indicazione del candidato alla presidenza del Consiglio durante le elezioni, quindi il nome nel simbolo è più che altro un proforma in uso da diversi anni per rendere più spendibili le liste (ma gli avversari del centrodestra lo hanno già contestato come un inganno per gli elettori). Non è chiaro se Salvini manterrà la medesima dicitura nel simbolo elettorale della Lega, come aveva annunciato a fine 2017.

Per quanto riguarda le elezioni regionali, la coalizione di centrodestra si è impegnata a proporre candidati condivisi. Il presidente uscente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, ha fatto intendere di non essere interessato a un secondo mandato, cosa che apre a diverse possibili candidature da parte del centrodestra e – almeno sulla carta – a qualche opportunità in più per il candidato di centrosinistra, Giorgio Gori (attualmente sindaco di Bergamo).

Nella serata di domenica i giornali hanno fatto il nome dell’ex ministra dell’Istruzione Mariastella Gelmini, ma è dato anche come probabile candidato l’ex sindaco di Varese, Attilio Fontana. La coalizione dovrà decidere nei prossimi giorni anche il candidato per la Regione Lazio, dove per ora non sembrano esserci grandi piani.