Venezia e il problema dei rifiuti

E dei topi, dei gabbiani e dei milioni di turisti: come la città sta cercando di rendere la raccolta della spazzatura meno complessa e più efficiente

Un netturbino di Venezia mentre scarica in una barca della Veritas i rifiuti raccolti in città (MIGUEL MEDINA/AFP/Getty Images)
Un netturbino di Venezia mentre scarica in una barca della Veritas i rifiuti raccolti in città (MIGUEL MEDINA/AFP/Getty Images)

Uno dei principali problemi di Venezia è la raccolta dei rifiuti. In una città così particolare, formata da un groviglio di canali, calli strette e spesso affollate durante il giorno, e dove gli unici mezzi di trasporto permessi sono le imbarcazioni, l’esposizione e la raccolta dei rifiuti non può che essere lenta e macchinosa, con tutti i disagi che ne conseguono. Per di più, l’enorme flusso di turisti in tutti i mesi dell’anno fa sì che Venezia produca più del doppio della media dei rifiuti pro capite delle altre principali città del Veneto e – contando anche la municipalità di Mestre – più di ogni altra città italiana sopra i 200.000 abitanti, come si legge nel rapporto annuale dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA).

Dividendo i rifiuti raccolti in città per il numero di abitanti, emerge che un abitante del comune di Venezia produce 636 chili di rifiuti all’anno. Una quantità che fra le città italiane è seconda solo a quella registrata a Catania, dove l’abitante medio raggiunge i 696 chili annui. Al terzo posto della classifica dell’ISPRA c’è Firenze, per motivi simili a quelli di Venezia: tanti turisti in poco spazio. La città antica accoglie infatti circa 25 milioni di turisti all’anno (contando sia quelli che stanno in città in giornata sia chi prenota per più di un giorno). Un numero così elevato di presenze in una città dalla superficie non abbastanza estesa fa sì che durante le giornate più affollate, come nei periodi festivi, le risorse che il comune dedica normalmente alla raccolta di rifiuti non siano sufficienti a mantenerla pulita. Le difficoltà nella raccolta creano quindi grossi disagi e soprattutto un problema per l’igiene e la salute delle persone, dato che i rifiuti esposti a lungo attirano nelle calli topi – che infestano da secoli la città – e gabbiani.

La giunta del sindaco Luigi Brugnaro sta affrontando il problema dei rifiuti dal 2015 come uno dei più urgenti. La prima grossa novità è stata l’introduzione graduale del divieto agli abitanti di esporre i sacchetti dell’immondizia in strada, vicino agli ingressi o appesi con dei ganci ai muri, come facevano da sempre. Fino al 2016 infatti – e tuttora in alcune zone – i netturbini ritiravano i sacchi esposti lungo le calli, e li portavano nelle imbarcazioni della Veritas – la società che gestisce l’igiene urbana – ormeggiate in varie zone dei sestieri (i quartieri). Questo sistema veniva usato principalmente per questioni di comodità e a causa delle limitazioni al numero di cestini e cassonetti stabilito dalla Sovrintendenza per la tutela dei monumenti.

Una volta raccolti i rifiuti – in genere entro la mattina – le imbarcazioni li portano alla stazione di travaso sull’isola di Sacca San Biagio, all’estremità occidentale della città: da lì vengono a loro volta trasportati negli impianti di riciclaggio e stoccaggio di Porto Marghera. Prima delle ultime norme introdotte dal comune, la complessità del sistema di raccolta costringeva i netturbini in servizio nel pomeriggio a svuotare i cestini e a lasciare i sacchi pieni accanto ai bidoni, perché un’altra raccolta in giornata non era possibile.

Con il divieto di esporre la spazzatura lungo le calli, il sistema di raccolta dovrebbe velocizzarsi, aumentando l’efficienza della pulizia: ora gli abitanti possono consegnare i sacchi direttamente ai netturbini, che suonano alle abitazioni dalle 8.30 alle 12, o gettarli dentro le imbarcazioni ormeggiate lungo i canali e i rii o in altri punti di raccolta prestabiliti.

Le nuove modalità di raccolta sono state introdotte in modo graduale: dopo le zone della Salute, di Dorsoduro, di San Polo, di Santa Croce e di San Marco, il 19 dicembre la nuova raccolta è iniziata anche a Cannaregio, il sestiere più popoloso della città, il più vicino alla stazione dei treni e a Piazzale Roma. Nonostante siano tanti, fra residenti e turisti, a lasciare ancora i sacchi esposti in strada (per cui è prevista una multa di 167 euro), il nuovo metodo di raccolta ha diminuito sensibilmente la presenza di topi e gabbiani in alcune zone e sta aiutando anche la raccolta differenziata: nell’ultimo anno, nelle zone in cui è stata introdotta per prima, è passata dal 26 al 40 per cento. Ora, dopo il sistema di raccolta, il comune sta studiando un sistema di bollini da applicare ai sacchi per distinguere le abitazioni dei residenti da quelle temporanee dei turisti, per stabilire poi diversi parametri per il pagamento delle tariffe.