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  • Sabato 9 dicembre 2017

L’attacco contro i peacekeeper dell’ONU nella Repubblica democratica del Congo

È uno dei più gravi di sempre, in un posto in cui le Nazioni Unite si sono impegnate con la loro missione più grande e costosa: ci sono almeno quindici morti

(Michael Kappeler/picture-alliance/dpa/AP Images)
(Michael Kappeler/picture-alliance/dpa/AP Images)

Almeno quindici peacekeeper dell’ONU –militari inviati con lo scopo di mantenere la pace in particolari aree del mondo – e almeno cinque soldati congolesi sono morti il 7 dicembre nella Repubblica democratica del Congo dopo uno scontro di alcune ore con dei ribelli locali. Il numero di morti è stato confermato su Twitter da Jean-Pierre Lacroix, responsabile delle attività di peacekeeping delle Nazioni Unite. Lacroix ha aggiunto che quello del 7 dicembre è uno dei più gravi attacchi di sempre contro peacekeeper dell’ONU.

L’attacco è avvenuto nel tardo pomeriggio in una base militare vicino a Semuliki, nella provincia di Nord Kivu, nell’est del paese. Oltre ai 15 peacekeeper morti – tutti di nazionalità tanzaniana – ci sono stati almeno 50 feriti.

Il contingente militare delle Nazioni Unite in Congo (MONUSCO) ha detto che l’attacco è probabilmente stato compiuto da alcuni ribelli di ADF, un gruppo armato islamista che si muove tra Uganda e l’area nord-orientale della Repubblica democratica del Congo: quella che confina con l’Uganda e che è da anni considerata politicamente molto instabile, con vari gruppi che lottano per il potere. I peacekeeper sono in Congo dal 2010 e MONUSCO rappresenta la più grande e costosa missione di peacekeeping attualmente supportata dall’ONU.

Gli scontri nella Repubblica democratica del Congo – che ha più di 70 milioni di abitanti – si sono fatti più intensi dopo che il controverso presidente Joseph Kabila ha di nuovo rimandato le elezioni, dicendo ora che saranno indette nel dicembre 2018. Nella Repubblica democratica del Congo si è combattuta una sanguinosa guerra civile dal 1997 al 2003, durante la quale sono stati uccisi circa 5 milioni di persone.