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  • Martedì 5 dicembre 2017

Foto da una Corea del Nord diversa

Non quella dei raduni di massa di Pyongyang, a cui siamo abituati: questo è il nord-est del paese, fatto di fatica nei campi, biciclette, freddo e carretti di cavoli

(ED JONES/AFP/Getty Images)
(ED JONES/AFP/Getty Images)

La maggior parte delle immagini dalla Corea del Nord a cui siamo abituati viene dalla capitale Pyongyang e mostra spesso celebrazioni del regime e momenti di propaganda; spesso sono fotografie scattate nelle poche occasioni in cui il governo consente la presenza di giornalisti stranieri, solitamente molto limitata. Il mese scorso Ed Jones, fotografo di Agence France-Presse (AFP), ha ricevuto il permesso di viaggiare lungo la costa nord-orientale del paese: le sue foto mostrano quindi una zona della Corea del Nord che abbiamo visto raramente e che in qualche modo è più autentica – sebbene sempre filtrata dalla censura del regime che sceglie comunque quello che i giornalisti possono vedere.

Come spiega un articolo del Washington Post, che ha raccolto le foto di Jones, solitamente il governo permette ai giornalisti di spostarsi nei periodi estivi, con il bel tempo e le risaie in ottime condizioni. Jones ha viaggiato invece la quarta settimana di novembre: è stato da Wonsan fino a Hamhung e Chongjin e alla città autonoma di Rason, una “zona economica speciale” al confine con la Cina e la Russia.

Le sue foto sono molto diverse da quelle dei grandi raduni di massa organizzati dal regime. Ad esempio quelle ad Hamhung – la seconda città più grande della Corea del Nord – mostrano persone avvolte in cappotti che spingono biciclette o tirano carri di cavoli. Altrove è più o meno sempre lo stesso, con persone accanto a carri trainati dal bestiame, in bicicletta su strade sterrate o dominate da cartelloni di propaganda.

Ed Jones vive a Seul e viaggia in Corea del Nord dal settembre 2016, quando Agence France-Presse aprì la sua redazione a Pyongyang: è la seconda agenzia di stampa occidentale ad avere una sede nella capitale dopo Associated Press, che ce l’ha dal 2012.