È morto il matematico Lotfi Zadeh, inventore della teoria degli insiemi “fuzzy”

Il 6 settembre è morto Lotfi Zadeh, matematico, ingegnere e ricercatore iraniano naturalizzato statunitense. Aveva 96 ​​anni ed era conosciuto soprattutto per la teoria degli “insiemi fuzzy”, cioè sfocati, e per la teoria della logica “fuzzy” che aveva suscitato negli ambienti accademici perplessità e critiche e che ha però poi trovato numerose applicazioni industriali, finanziarie e in altri settori.

La teoria degli insiemi fuzzy supera la teoria classica degli insiemi: non prevede né il principio di non-contraddizione (ogni elemento appartenente all’insieme A non può contemporaneamente appartenere anche a non-A) né quello del terzo escluso (se un elemento non appartiene all’insieme A, necessariamente deve appartenere al suo complemento non-A). La rigidità di questa teoria logica era già stata messa in discussione da numerosi paradossi, fin dall’antichità, e cioè da situazioni in cui una cosa è contemporaneamente vera e falsa. Zadeh stabilì che ciascuna cosa appartiene a un dato insieme secondo un determinato grado, estese cioè il concetto di insieme introducendo il concetto di grado di appartenenza. Nella sua teoria il valore zero indica che l’elemento non è incluso nell’insieme sfocato, il valore 1 indica che l’elemento è incluso nell’insieme (e fino a qui siamo nella teoria classica) mentre i valori tra zero e uno indicano il grado di appartenenza dell’elemento all’insieme sfocato, considerato come un continuum e non come un rigido contenitore. Gli insiemi fuzzy permettono quindi di spiegare e analizzare concetti imprecisi e sfumati.

Zadeh era nato il febbraio del 1921, a Baku, in Azerbaigian, che allora era parte dell’Unione Sovietica. Suo padre era giornalista e sua madre, nata in Russia, era medico. Zadeh aveva studiato a Teheran e nel 1944 si era trasferito negli Stati Uniti: dal 1959 insegnava a Berkeley.