La polizia australiana ha spiegato i dettagli sull’attentato a un aereo sventato la scorsa settimana

(PETER PARKS/AFP/Getty Images)
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Venerdì la polizia australiana ha spiegato qual era l’attentato sventato lo scorso weekend grazie all’arresto di quattro persone a Sydney, che il primo ministro Malcolm Turnbull aveva detto avere come obiettivo l’abbattimento di un aereo. Secondo la polizia una delle persone arrestate si era procurato un esplosivo fornito dallo Stato Islamico, ed era andato all’aeroporto di Sydney per consegnarlo in una valigia a suo fratello, che doveva salire su un volo Etihad Airways. Secondo la ricostruzione della polizia, il fratello dell’uomo arrestato non era a conoscenza del contenuto della valigia: per un motivo che non è stato chiarito, comunque, il bagaglio non è finito sull’aereo. Parte dell’esplosivo arrivava dalla Siria, ed era poi stato spedito via aereo dalla Turchia: i sospettati avevano poi ricevuto informazioni su come assemblarlo direttamente da un membro dello Stato Islamico. Una volta fallito il tentativo dell’attentato all’aereo, i sospettati avevano poi tentato di costruire un dispositivo in grado di disperdere acido solfidrico, un gas tossico, e avevano ricevuto istruzioni dallo Stato Islamico sul posto in cui attivarlo.

Dopo la scoperta del piano, la sicurezza negli aeroporti australiani è stata aumentata: è la 13esima concreta minaccia terroristica sventata in Australia da quando è stato aumentato il livello d’allerta nel 2014. Secondo alcuni funzionari consultati dal New York Times, però, quest’ultimo è stato «il piano più sofisticato mai tentato sul suolo australiano».