Anche oggi gli uomini palestinesi con meno di 50 anni non potranno pregare alla Spianata delle moschee

La preghiera del venerdì dei palestinesi di fronte alla moschea al Aqsa, sulla Spianata delle moschee, il 27 luglio 2017 (AP Photo/Mahmoud Illean)
La preghiera del venerdì dei palestinesi di fronte alla moschea al Aqsa, sulla Spianata delle moschee, il 27 luglio 2017 (AP Photo/Mahmoud Illean)

Il capo della polizia di Gerusalemme Yoram Halevi ha annunciato che anche oggi, come venerdì scorso, agli uomini palestinesi con meno di 50 anni sarà vietato partecipare alla preghiera del venerdì – il giorno sacro per i musulmani – alla Spianata delle moschee. Per quanto riguarda le donne non sono state imposte restrizioni.

La polizia teme che possano verificarsi degli scontri dopo la preghiera, la prima dopo che le autorità israeliane hanno tolto i metal detector, le barriere e gli altri sistemi di sicurezza con cui avevano limitato l’ingresso alla Spianata delle moschee, e i responsabili religiosi del complesso hanno chiesto ai palestinesi di interrompere il boicottaggio di protesta contro queste misure. Le misure di sicurezza erano state adottate dopo l’attentato del 14 luglio in cui due poliziotti israeliani erano stati uccisi. Nei giorni successivi ci sono state serie di scontri tra polizia ed esercito israeliani e palestinesi; negli scontri di ieri ci sono stati 116 feriti, 115 palestinesi e un poliziotto israeliano.

Il controllo dell’accesso alla Spianata delle moschee è in mano alle autorità israeliane dalla fine della Guerra dei sei giorni, nel 1967, ma solo i musulmani possono pregare nel complesso, che è considerato un luogo sacro anche dagli ebrei. A decidere chi prega sono i custodi musulmani della Spianata, appartenenti al Waqf di Gerusalemme, una fondazione religiosa controllata dalla Giordania. Gli ebrei possono pregare solo nella zona lungo il Muro del pianto, raggiungibile tramite un ingresso separato.