La Francia ha deciso di nazionalizzare i cantieri di Saint-Nazaire

L'accordo con Fincantieri, che avrebbe dovuto acquistare due terzi delle azioni della società navale, è saltato

(Stephane Mahe/Pool Photo via AP)
(Stephane Mahe/Pool Photo via AP)

Il ministro dell’Economia francese Bruno Le Maire ha annunciato la nazionalizzazione di STX France, la società che gestisce i cantieri del porto francese di Saint-Nazaire. Le Maire ha detto che in accordo con il presidente Emmanuel Macron ha esercitato la clausola di prelazione che gli consente di acquistare l’intero pacchetto delle azioni della società, di cui attualmente il governo controlla il 33,3 per cento. La società italiana Fincantieri, controllata dal ministero dell’Economia, aveva concluso lo scorso gennaio un accordo per acquistare il 66,6 per cento delle azioni della società che sarebbe dovuto entrare in vigore questo sabato, ma la decisione del governo francese ha fatto saltare la vendita. L’operazione costerà al governo francese circa 80 milioni di euro.

Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan e quello dello Sviluppo economico Carlo Calenda hanno risposto alla decisione francese con un comunicato molto duro. «Riteniamo grave e incomprensibile la decisione del Governo francese di non dare seguito ad accordi già conclusi», hanno scritto i due ministri: «Riceveremo il ministro Le Maire martedì prossimo a Roma e ascolteremo la proposta del Governo francese partendo da questo punto saldo. Nazionalismo e protezionismo non sono basi accettabili su cui regolare i rapporti tra due grandi paesi europei. Per realizzare progetti condivisi servono fiducia e rispetto reciproco».

STX è una multinazionale coreana la cui divisione che si occupa di costruzioni navali aveva dichiarato bancarotta nel maggio 2016. Fincantieri – la principale società di costruzioni navale europea nonché la storica rivale dei cantieri di Saint-Nazaire – aveva concluso l’accorso per l’acquisto di STX France – una delle società di STX che si occupa di costruzioni navali – con il tribunale fallimentare di Seul, che sta vendendo le varie parti della società per ripagarne i creditori: l’acquisto era avvenuto d’accordo con l’allora presidente francese François Hollande ed era stato concluso lo scorso gennaio.

Nelle ultime settimane, il nuovo governo francese aveva fatto sapere all’Italia che desiderava riconsiderare l’accordo stabilito durante la presidenza di Hollande. In particolare, il governo francese non era più disposto ad accettare che Fincantieri avesse una quota di controllo sulla società francese, ma era disposto a condividere il capitale azionario della società al 50 per cento. Come aveva detto il ministro dell’Economia francese Bruno Le Maire: «Per garantire il futuro di STX noi pensiamo che sia meglio una divisione paritaria: 50 per Fincantieri e 50 per i detentori francesi di capitale. Questo significa due cose e cioè che i nostri amici italiani sono i benvenuti ma che noi desideriamo rimanere nel capitale di STX con una partecipazione paritaria».

Con una quota del 66,6 per cento, Fincantieri avrebbe maggiori possibilità di gestire la società in autonomia, senza essere eccessivamente ostacolata dagli azionisti di minoranza. Con una divisione delle azioni alla pari, invece, la gestione dovrebbe essere maggiormente condivisa. Le Maire ha spiegato la sua decisione con la volontà di proteggere un’azienda strategica per la Francia e di tutelarne l’occupazione (uno dei timori dei francese era che Fincantieri volesse ridurre il personale della società).

Il governo italiano aveva nettamente respinto la proposta di accordo. Il ministro Calenda aveva detto in un’intervista: «Dalla nostra posizione non ci muoviamo per ragioni di merito, ma anche di dignità e orgoglio nazionale». La posizione italiana, però, appariva debole fin dal primo momento, visto che il governo francese conservava ancora il diritto di prelazione e quindi di acquistare tutte le quote del capitale di STX France.
Le Maire ha ripetuto anche oggi che la nazionalizzazione sarà solo temporanea e che il governo non intende mantenere un controllo del 100 per cento sulla società. Secondo i giornali francesi, questo significa che il governo francese intende continuare a trattare con quello italiano, per fargli accettare una divisione al 50 per cento del capitale della società.