Il problema di Renzi, anzi tre

Emanuele Felice spiega su Repubblica le cose che oggi mancano a Renzi (una ce l'aveva, con le altre è andato così e così)

Matteo Renzi. (Wiktor Dabkowski via ZUMA Wire)
Matteo Renzi. (Wiktor Dabkowski via ZUMA Wire)

Proseguendo l’apertura di un dibattito iniziato la settimana scorsa sull'”odio per Matteo Renzi”, Repubblica ha pubblicato martedì un intervento dell’economista Emanuele Felice dedicato più a un’analisi dei limiti di Renzi stesso che alle ragioni dell’odio presunto: anche se quei limiti possono spiegare la delusione e la diffidenza di molti per il potenziale politico del segretario del PD.

Per capire Matteo Renzi e la sua parabola, e anche l’ostilità che lo circonda, basta prendere il suo libro. Colpisce la superficialità, nella forma e nei contenuti. Renzi ha voluto pubblicare un best seller adatto all’uomo della strada, una continuazione su carta dei suoi tweet e dei talk show? Eppure dichiara in apertura di averlo scritto proprio per raccontarsi «in modo meno superficiale, più profondo, riflettuto». Per offrire di sé un’immagine diversa da quella che appare dalla cronaca mediatica di tutti i giorni. Strano: le due immagini coincidono perfettamente. «Arrivo a Bruxelles sbadigliando come sempre: in genere le riunioni sono noiosissime», è solo una perla fra le tante. E poi abbondano gli aggettivi enfatici («straordinario », «storico», «poderoso»), mentre i temi anche più complessi si trovano abbozzati e liquidati con disinvolta approssimazione. Dobbiamo dedurne che Renzi è davvero così, come appare. E di certo il libro se l’è scritto da solo.

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