Le proteste per i migranti arrivati in provincia di Messina

Da giorni alcuni sindaci e abitanti si lamentano per come è stata gestita l'accoglienza nei loro territori

Alcuni dei migranti accolti nell'hotel Canguro, vicino a Castell'Umberto, in provincia di Messina, il 15 luglio 2017 (LaPresse - Carmelo Imbesi)
Alcuni dei migranti accolti nell'hotel Canguro, vicino a Castell'Umberto, in provincia di Messina, il 15 luglio 2017 (LaPresse - Carmelo Imbesi)

Negli ultimi giorni i sindaci di alcuni comuni della provincia di Messina, nella zona dei Nebrodi, e alcuni dei loro concittadini stanno protestando per l’arrivo di alcuni gruppi di migranti pianificato dalla prefettura di Messina. Tutto è cominciato la sera del 14 luglio, quando Vincenzo Lionetto Civa, il sindaco di Castell’Umberto, un paese di poco più di tremila abitanti, ha scritto un messaggio su Facebook ai suoi concittadini per avvisarli dell’arrivo di trenta migranti in un hotel in disuso vicino al paese:

«Avviso importante ed urgente. Con un atto unilaterale, senza preavviso, un minuto fa la prefettura di Messina mi ha semplicemente informato che trenta immigrati in nottata saranno trasferiti presso l’hotel Il canguro. Non ritengo questo un atto di coinvolgimento istituzionale corretto per gli ovvi motivi di ricaduta sulla nostra comunità. La gestione è stata data ad una cooperativa di Palermo. Mi sto recando immediatamente sul luogo dove indossando la fascia tricolore bloccherò l’ingresso con la mia autovettura della struttura alberghiera e li rimarrò».

Apparentemente Lionetto Civa, eletto con una lista civica ma legato a Forza Italia, era contrario all’arrivo dei migranti perché non era stato avvisato per tempo. È andato quindi a protestare davanti all’hotel Canguro sia la sera del 14 luglio che la mattina del 15 luglio, con alcuni altri abitanti di Castell’Umberto: i migranti, che sono cinquanta, tutti uomini adulti, sono comunque entrati. L’edizione di Palermo di Repubblica ha scritto che le persone che si sono radunate davanti all’hotel erano cinquecento, anche se dalle fotografie della protesta sono sembrate molte meno. I manifestanti hanno bloccato l’accesso all’hotel Canguro con le proprie automobili per impedire l’arrivo di un gruppo elettrogeno che avrebbe fornito elettricità alla struttura: alla fine, anche grazie all’intervento dei carabinieri, hanno dovuto liberare il passaggio.

Castell'Umberto L’hotel Canguro, il 15 luglio 2017: davanti alla struttura si sono raccolte un po’ di persone contrarie all’arrivo dei migranti, alcuni dei quali osservavano la protesta dalle finestre dell’edificio (LaPresse – Carmelo Imbesi)

Castell'UmbertoIl sindaco di Castell’Umberto Vincenzo Lionetto Civa davanti all’hotel Canguro, il 15 luglio 2017 (LaPresse – Carmelo Imbesi)

Castell'UmbertoIl momento in cui il gruppo elettrogeno è stato fatto entrare all’hotel Canguro, il 15 luglio 2017 (LaPresse – Carmelo Imbesi)

Ai giornalisti Lionetto Civa ha giustificato le ragioni della protesta dicendo: «Il problema non sono i migranti, anche se è ormai è chiaro che qui è in atto un’invasione». In un post successivo su Facebook si è poi lamentato delle condizioni dell’hotel Canguro, a suo dire una struttura «dichiarata da mesi inagibile, senza luce, con acqua fornita dal Comune di Castell’Umberto con morosità dal 2012». Il post sembra suggerire che il sindaco di Castell’Umberto sia contrario all’accoglienza dei migranti in quel particolare hotel, che però secondo la prefettura di Messina non ha i problemi segnalati e peraltro non si trova nemmeno nel territorio del comune di Castell’Umberto. Caterina Minutoli, capo di gabinetto della prefetta di Messina Francesca Ferrandino, ha detto al Corriere della Sera: «La struttura ricade nel territorio del Comune di Sinagra, un centro vicino a Castell’Umberto. È una struttura che abbiamo individuato in via di emergenza perché nel territorio di Messina sono stati destinati numerosi migranti e bisognava dare una sistemazione a tutti (…). Era già stata visionata e ha acqua e luce attraverso un generatore di corrente elettrica».

Oggi a Castell’Umberto è stato organizzato un incontro pubblico a cui hanno partecipato anche i sindaci di altri comuni della zona: tra questi Sinagra, ma anche Raccuja, Ficarra, Capo d’Orlando, Torrenova, Longi e Mirto. Lionetto Civa ha detto ai giornalisti:

«Noi da tempo, insieme agli altri sindaci dei Nebrodi, sapendo che qui sarebbero arrivati oltre 7.000 migranti solo nei nostri comuni, avevamo chiesto un incontro al prefetto per concordare le azioni di accoglienza, ma ci è stato negato. (…) Noi vogliamo essere partecipi alle scelte dello Stato va bene che c’è la legge che dice che ci deve essere il 2,5 per cento migranti ogni mille abitanti però deve poi essere rispettata qui i migranti sono 50 e il comune di Sinagra è piccolo. Tra l’altro mancava anche l’energia elettrica. Chiediamo al prefetto di nuovo un incontro per concordare un piano di accoglienza, noi possiamo anche assisterli direttamente noi non c’è bisogno di utilizzare le cooperative si può risparmiare. Dopo l’incontro con gli altri sindaci torneremo davanti all’hotel per protesta finché i migranti non saranno spostati»

Minutoli ha risposto al sindaco spiegando che per ora non è previsto il trasferimento dei migranti in un altro posto. Ieri Lidia Gaudio, presidente del consiglio comunale di Sinagra, ha ottenuto il permesso di entrare nell’hotel Canguro, verificare le condizioni di alloggio dei migranti e sapere qualcosa su di loro. Sono quasi tutti del Sudan e del Ghana e molto giovani, intorno ai vent’anni. Secondo Gaudio «l’edificio è in condizioni accettabili ma il gruppo elettrogeno può essere al massimo una soluzione di pochi giorni».