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  • Sabato 8 luglio 2017

E se il 2017 fosse il migliore anno di sempre?

Nonostante incertezze e terrorismo per milioni di persone le cose non sono mai andate meglio, scrive un esperto giornalista del New York Times

(MOHAMMED ABED/AFP/Getty Images)
(MOHAMMED ABED/AFP/Getty Images)

Nicholas Kristof, storico giornalista e opinionista del New York Times, ha scritto questa settimana che il 2017 «sarà probabilmente l’anno migliore nella storia dell’umanità». Può sembrare un’affermazione assurda, e lo stesso Kristof scrive che l’ottimismo oggi sembra un po’ fuori posto. Un sacco di persone sono preoccupate per Donald Trump, per il terrorismo, il cambiamento climatico, le armi nucleari nordcoreane. Tutti timori legittimi, scrive Kristof, ma molto diversi dalla principale preoccupazione che ha torturato gli esseri umani per gran parte della loro storia: «I miei figli riusciranno a sopravvivere?».

Kristof al momento si trova in Liberia, dove ha visitato numerose cliniche che si occupano di curare i malati di lebbra. Tra le persone che ha incontrato c’è John Brimah, che quando a 12 anni contrasse la lebbra venne esiliato dal suo villaggio e costretto ad abitare in una capanna vicino alla foresta. Ogni giorno il padre gli portava il cibo lasciandolo in un punto a metà strada tra la capanna e il villaggio. Brimah sarebbe morto, se un missionario non si fosse accorto per caso di lui e non lo avesse portato in un centro di cura. Oggi è un infermiere che coordina le cure in quello stesso ospedale. Tra il 1985 e oggi i casi di lebbra sono calati del 97 per cento e l’obiettivo mondiale è di evitare che chiunque rimanga deformato dalla malattia entro il 2020. La storia di Brimah, spiega Kristof, è un esempio di come le cose continuino a migliorare per milioni di persone e del perché, secondo lui, il 2017 probabilmente dimostrerà di essere l’anno migliore fino ad oggi.

Soltanto negli ultimi 30 anni la vita di più di 100 milioni di bambini è stata salvata dalle vaccinazioni e dalle migliori cure mediche a cui hanno avuto accesso. Le possibilità di morire per malaria, diarrea o orribili infestazioni di vermi che bloccano l’intestino non sono mai state così basse. La lotta alla povertà ha ottenuto successi spettacolari. Per gran parte della storia, circa il 90 per cento della popolazione ha vissuto con meno dell’equivalente odierno di due dollari al giorno, cioè la soglia della “povertà assoluta” stabilita dalle convenzioni internazionali. Oggi questa percentuale è scesa al dieci per cento.

Ogni singolo giorno, 250mila persone escono dalla povertà assoluta, altre 300mila ottengono per la prima volta accesso all’elettricità e 285mila ad acqua pulita e potabile. Kristof scrive che quando era un bambino, la metà della popolazione mondiale era analfabeta, mentre oggi l’85 per cento delle persone sa leggere e scrivere. Ogni anno la FAO, l’organizzazione mondiale che lotta contro la fame, mostra i risultati compiuti nella lotta alla denutrizione. Nonostante il mondo sia sempre più popolato, infatti, la percentuale di coloro che soffrono la fame da anni cala stabilmente a ogni nuova rilevazione. La Banca Mondiale fa la stessa cosa con le statistiche che mostrano i risultati nella lotta alla povertà.

Secondo alcune statistiche ricordate da Kristof, i morti in guerra non sono mai stati così pochi. Sono meno che negli anni Novanta, che negli anni Cinquanta, per non parlare di quanti erano negli anni Trenta e Quaranta. Kirstof non è certo il solo a sostenere che quella in cui viviamo oggi, a dispetto delle apparenze, sia l’epoca più pacifica della storia.

A cercare bene, scrive Kristof, è possibile trovare moltissimi esempi in grado di generare ottimismo. In Liberia racconta di aver incontrato un uomo di nome Fanha Konah che ha perso tutte le dita a causa della lebbra. Eppure è riuscito a diventare un abilissimo intagliatore di legno. Konah scolpisce stringendo un pezzo di legno tra le ginocchia e usando lo scalpello con i moncherini delle sue mani. Nel momento in cui viviamo, continua Kristof, vale la pena smettere per un attimo di essere pessimisti e guardare con ottimismo al futuro: «La storia più importante nel mondo di oggi non è il presidente Trump o il terrorismo. È piuttosto l’incredibile risultato che abbiamo ottenuto nella lotta alla povertà, all’analfabetismo e alla malattia. La forza più grande sono quei bambini di 12 anni che non hanno mai contratto la lebbra e che invece sono potuti andare a scuola».