Di Janet Leigh ci ricordiamo quei 45 secondi
Nacque novant'anni fa e bastano due parole per capire di cosa parliamo: coltello, doccia
Molti attori vengono ricordati soltanto per una saga cinematografica, molti altri per un solo film particolarmente famoso, ma non sono tanti quelli che la maggior parte delle persone ricorda per una sola scena. Una di questi è Janet Leigh, che nella sua carriera fece decine di film che non sono rimasti, poi un paio molto famosi e uno famosissimo. In Psyco, quello famosissimo, nonostante fosse la protagonista, comparve solo all’inizio: Alfred Hitchcock decise di fare scomparire il suo personaggio a un terzo del film, in un modo che sarebbe rimasto attaccato per sempre a Leigh e perfino a Hitchcock stesso, nonostante una carriera piena di momenti memorabili. Leigh è l’attrice che viene accoltellata sotto la doccia dallo psicopatico Norman Bates: nacque il 6 luglio 1927, novant’anni fa oggi.
All’inizio si chiamava Jeanette Helen Morrison e nacque a Merced, in California, da una famiglia di origini danesi che si spostava continuamente di casa in casa, e di città in città. A 15 anni, fingendo di averne 18, scappò di casa e si sposò con un fidanzato in Nevada, annullando poi il matrimonio quattro mesi dopo. Tornò a casa e si diplomò, e nel 1945 ebbe un gran colpo di fortuna: i suoi genitori lavoravano come receptionist e come inserviente in un resort sciistico per il quale passò la diva di Hollywood Norma Shearer, che vide una sua fotografia, rimase colpita dal suo sorriso e le procurò un provino con la casa di produzione MGM. Nonostante non avesse esperienza, ottenne un contratto da 50 dollari a settimana, e lasciò il college dove stava studiando psicologia.
All’inizio fece alcuni sceneggiati per la radio, ma nel giro di due anni esordì nel suo primo film, La cavalcata del terrore di Roy Rowland, nel quale recitò insieme a Van Johnson, una delle stelle della MGM durante la Seconda guerra mondiale. All’inizio, per il film le assegnarono il nome d’arte “Janet Leigh”, per poi tornare al suo vero nome per via della somiglianza con Vivien Leigh: a lei però piaceva, e decise di tenerlo. La sua carriera era partita da subito con un ruolo centrale in una grande produzione e l’anno successivo replicò con Casa mia, che ne fece una delle attrici emergenti più famose di Hollywood.
Tra gli anni Cinquanta e Sessanta fece un sacco di film, e diventò ancora più famosa per via del suo matrimonio del 1951 con Tony Curtis, allora a sua volta giovane e promettente attore già sulla strada per diventare una stella di Hollywood. Comparvero insieme in quattro film, tra cui Lo scudo dei Falworth del 1954, e divorziarono mentre Leigh stava girando Va’ e uccidi con Frank Sinatra.
In mezzo, Leigh aveva girato il film più famoso della sua carriera: in Psyco il suo personaggio, la protagonista femminile Marion Crane, moriva a circa un terzo del film, in una scelta allora inconcepibile che probabilmente poteva fare solo Hitchcock. Ma in quel terzo di film c’era la scena dell’accoltellamento sotto la doccia, destinata a diventare tra le più famose di sempre nella storia del cinema anche grazie all’iconica colonna sonora di Bernard Herrmann (zan zan zan zan). Ci vollero sette giorni e 70 telecamere per girare quei 45 secondi: Leigh passò ore e ore sotto la doccia, che Hitchcock si assicurò gettasse perlomeno acqua calda. Leigh fu candidata all’Oscar per il film, che la fece entrare nella storia del cinema ma le chiuse le porte per future collaborazioni con Hitchcock: se fosse comparsa in altri film gli spettatori l’avrebbero immediatamente identificata con Psyco, le disse il regista. Il film ebbe anche un’altra conseguenza: dopo averlo visto, ha detto diverse volte, non volle più farsi una doccia in vita sua.
Leigh fece molti altri film, ma per la maggior parte dimenticabili: oltre a Va’ e uccidi, probabilmente l’unico che viene ancora ricordato è L’infernale Quinlan di Orson Welles, nel quale interpretò Susan, la moglie di Charlton Heston. La settimana prima che cominciassero le riprese del film si ruppe un braccio, e recitò mascherandolo con un cappotto e facendolo sistemare con un angolo di 45 gradi, invece che di 90. Quando lo disse a Welles, lui non se ne preoccupò troppo: «Ho pensato di mostrarlo così com’è nel film, ma Susan è in luna di miele, quindi è troppo strano anche per me».
Dalla seconda metà degli anni Settanta smise praticamente di recitare, comparendo solo in quattro film: in due di questi, Fog di John Carpenter e Halloween 20 anni dopo, recitò insieme a Jamie Lee Curtis, sua figlia minore diventata a sua volta una famosa attrice. Nel frattempo Leigh si era risposata, con un broker insieme al quale rimase fino alla sua morte, avvenuta nel 2004 a 77 anni per vasculite, un’infiammazione dei vasi sanguigni.