Denis Verdini dice che Renzi voleva un governo Gentiloni fragile

«È stato Renzi a dirmi di non entrare nel governo Gentiloni» ha detto al Corriere della Sera

(ANSA/GIUSEPPE LAMI)
(ANSA/GIUSEPPE LAMI)

Oggi, sul Corriere della Sera, la giornalista Maria Teresa Meli ha intervistato Denis Verdini, discusso senatore toscano eletto con Forza Italia, ma uscito dal suo partito per sostenere il governo di Matteo Renzi. Nell’intervista, Verdini ripercorre la storia politica degli ultimi mesi e degli ultimi anni, sottolineando il suo ruolo di alleato responsabile del PD, non sempre riconosciuto. Quando arriva a parlare della nascita del governo Gentiloni, Verdini ricorda alla giornalista Meli:

«È stato Renzi a dirmi di non entrare nel governo Gentiloni. E io l’ho fatto senza problemi. Lui voleva un governo fragile»

Il governo Gentiloni nacque nel dicembre del 2016, pochi giorni dopo la sconfitta di Renzi al referendum costituzionale del 4 dicembre. In molti all’epoca scrissero che Renzi appoggiò Gentiloni perché puntava ad avere un governo debole, che sarebbe stato facile per lui obbligare alle dimissioni in modo da arrivare rapidamente al voto anticipato. Verdini non ha mai avuto incarichi nei governi guidati dal PD, a differenza di alcuni membri del suo gruppo parlamentare, come Enrico Zanetti che è stato viceministro dell’Economia nel governo Renzi.

Verdini e il suo gruppo al Senato, Ala-Scelta Civica, possono contare su 16 senatori e questo rende i loro voti potenzialmente determinanti per l’attuale maggioranza. Tra le altre cose, Verdini ha ricordato nell’intervista la lealtà del suo gruppo al governo anche in occasione di votazioni molto controverse.

«Io sono un ex repubblicano, risorgimentalista e spadoliniano. Sono un laico e un liberale. Ho votato le unioni civili e la legge sul fine vita, mentre Alfano faceva l’ostruzionismo, e ha votato una illiberale riforma della giustizia con il “fine prescrizione mai”»