Anche in Portogallo si discute di cittadinanza
E di come rendere più semplice il riconoscimento per chi nasce nel paese
![Il primo ministro portoghese Antonio Costa
in visita a San Paolo lo scorso 10 giugno
(NELSON ALMEIDA/AFP/Getty Images)](https://www.ilpost.it/wp-content/uploads/2017/06/cittadinanza-portogallo.jpg)
Lunedì 12 giugno il parlamento portoghese ha discusso la possibilità di modificare la sua legge sulla cittadinanza, che applica sia il principio dello ius soli che quello dello ius sanguinis e che è in vigore dal 2006. La proposta è stata fatta da alcuni partiti di sinistra e centrosinistra, che vorrebbero rendere più semplice il riconoscimento della cittadinanza per gli stranieri nati sul territorio portoghese, ed è stata criticata, per ragioni diverse, da due partiti agli estremi del parlamento portoghese: il Centro Democrático e Social – Partido Popular (CDS-PP) che è di destra e ha 18 seggi sui 230 totali, e il Bloco de Esquerda (BE) che è di sinistra e ha 19 seggi.
In questo momento in Portogallo è in vigore una legge del 2006 in base alla quale la cittadinanza viene riconosciuta sia ai figli di portoghesi (ius sanguinis) sia agli immigrati di seconda o terza generazione attraverso l’applicazione dello ius soli. Nella pratica, però, queste due categorie di persone non sono sottoposte alle stesse regole: per i discendenti di portoghesi nati all’estero è sufficiente dichiarare la propria volontà a essere riconosciuti cittadini portoghesi, procedimento che porta automaticamente all’iscrizione nei registri di nascita nazionali. Per le persone straniere nate in Portogallo il riconoscimento è più complicato, ad eccezione dei casi che coinvolgono persone prive di qualsiasi altra cittadinanza (perché figli di ignoti o di genitori apolidi) o di immigrati di terza generazione, cioè figli di stranieri nati a loro volta in Portogallo. Per tutti gli altri stranieri che rientrano in questa categoria sono necessari tre requisiti: uno dei genitori deve essere residente in Portogallo da almeno cinque anni; il genitore in questione non deve essere in Portogallo perché al servizio del suo paese di origine (come nel caso dei diplomatici); infine il minorenne deve dichiarare la sua volontà di diventare cittadino portoghese.
Le critiche alle proposta di riforma – che prevederebbe, tra le altre cose, minori adempimenti burocratici per il riconoscimento della cittadinanza – sono state diverse. Il CDS-PP, di destra, l’ha definita una richiesta irresponsabile, in contrasto con la tradizione portoghese e con ciò che altri stati stanno facendo in questo momento in Europa. Al contrario, il BE, di sinistra, ritiene insufficienti i decreti di semplificazione presentati in parlamento dai partiti di centrosinistra e dal Partido Comunista Português, proponendo invece che venga introdotta la cittadinanza automatica per tutti i nati sul territorio portoghese.