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  • Sabato 10 giugno 2017

L’ultimo leggendario episodio dei Soprano

Dieci anni fa negli Stati Uniti andò in onda l'ultima puntata di una delle serie più importanti mai realizzate, e il finale fu grandioso

di Pietro Cabrio

L'ultimo primo piano di Tony Soprano nell'ultima puntata della serie (HBO)
L'ultimo primo piano di Tony Soprano nell'ultima puntata della serie (HBO)

La sera del 10 giugno del 2007 il canale via cavo statunitense HBO mandò in onda l’ultimo episodio — la ventunesima puntata della sesta stagione, l’86esima in otto anni — della serie televisiva I Soprano. La serie sulle famiglie della mafia italoamericana del New Jersey e di New York andava in onda regolarmente dal 1999: all’epoca di serie televisive ce n’erano molte meno, con produzioni più piccole e senza attori particolarmente famosi, che ancora non le facevano, e I Soprano segnò l’inizio della loro grande popolarità. Anche a distanza di un decennio dall’ultima puntata, l’importanza dei Soprano non riguarda solamente l’opera in sé, ma anche l’influenza che ebbe poi nel mondo del cinema e della televisione grazie alle persone che ci lavorarono: la serie venne creata da David Chase, scrittore, regista e produttore americano, insieme a Terence Winter, poi creatore di Boardwalk Empire e sceneggiatore di The Wolf of Wall Street, e da Matthew Weiner, che ne scrisse la sceneggiatura e poi fu creatore di Mad Men, serie televisiva considerata — insieme ai Soprano — una delle migliori mai realizzate.

I Soprano raccontava alcuni anni nella vita di Tony Soprano, un boss italoamericano — interpretato da James Gandolfini — a capo della famiglia DiMeo, una delle principali cosche mafiose del New Jersey. Quello che rese la serie così originale e apprezzata, nonostante fosse incentrata sulla mafia italoamericana — uno dei soggetti più proposti e di successo nel cinema statunitense — fu soprattutto il modo in cui venne trattato il suo personaggio principale, l’unico ad apparire in tutti gli episodi: Tony Soprano era un criminale, un uomo violento, infedele e senza tanti scrupoli, ma anche un marito e un padre di due figli alle prese con problemi e inconvenienti condivisi con moltissime altre persone al mondo. A dire il vero aveva un sacco di problemi, ma era il capo sia in famiglia che nella criminalità organizzata, e pur faticando molto doveva esserlo per forza, il capo.

Negli anni il suo complicato rapporto con una madre autoritaria e anaffettiva lo aveva portato a sviluppare comportamenti, reazioni e attacchi di panico non controllabili, per i quali iniziò a vedere regolarmente una psicoanalista, cosa che da un lato lo aiutò ad affrontarli, ma dall’altro ne fece nascere altri, di problemi: a partire dal timore che i suoi sottoposti e le altre famiglie mafiose venissero a sapere che un boss andava da una psicoanalista, e che quindi fosse debole e strano. La stessa profondità con cui venne trattato il personaggio di Tony Soprano, per molti versi inedita fino ad allora in una serie tv, venne usata con molti altri personaggi, dai familiari di Tony agli altri mafiosi del New Jersey, sia amici che parenti, dipendenti o rivali: praticamente tutti interpretati da attori italoamericani, molti dei quali accomunati da una parte in Quei Bravi Ragazzi di Martin Scorsese.

Da qui in avanti un sacco di spoiler.

Negli anni in cui si svolge la storia, Tony guadagna soldi e popolarità con i suoi affari ma vede morire la madre Livia, oltre che amici, affiliati e parenti. Vede crescere i figli, attraversa periodi complicati con la moglie e continua ad avere rapporti difficili con i propri familiari, in special modo con la sorella Janice e lo zio Junior, boss “di facciata” della Famiglia DiMeo in quanto personaggio poco carismatico, anziano e interessato soprattutto ai suoi guadagni. Nella sesta e ultima stagione — divisa in due parti e mandata in onda fra il 2006 e il 2007 — tutti i più grandi problemi di Tony si avvicinano a una soluzione, ma come tutto quello che gli capita nella serie, mai in maniera pacifica e le soluzioni coincidono solamente con la morte o l’arresto di qualcuno, o ad altri episodi spiacevoli.

La sesta stagione si apre con suo zio Junior, malato di Alzheimer e in stato confusionale, che gli spara in pancia e a brucia pelo nella cucina di casa, rischiando di ucciderlo. Junior viene in seguito arrestato e poi confinato in una casa di cura; Tony viene ricoverato e tenuto in coma farmacologico per giorni, fino alla sua guarigione. In sua assenza la cosca dei DiMeo resta senza un capo, e gli uomini più fidati di Tony si trovano in difficoltà a gestire gli affari della famiglia. Uno di loro, Vito, viene scoperto in un locale frequentato prevalentemente da omosessuali, e temendo per la sua vita decide di scomparire, abbandonando la famiglia. Viene però trovato in un motel da Phil Leotardo, membro della famiglia newyorchese dei Lupertazzi e parente della moglie, che lo uccide precedendo Tony, il quale avrebbe dovuto farlo in qualità di capo famiglia. Da quell’episodio i rapporti fra i DiMeo e i Lupertazzi vanno sempre più peggiorando, fino a dare inizio a una guerra fra cosche in cui muoiono alcuni uomini di Tony fra cui Bobby Baccalà, marito di sua sorella Janice.

Tutte le storie principali ancora in corso finiscono nell’ultima puntata della serie, la cui messa in onda fu preceduta da una campagna pubblicitaria senza precedenti per un episodio di una serie televisiva. Nell’ultima puntata, dal titolo “Made in America”, il figlio adolescente di Tony, Anthony Junior, esce dalla clinica in cui era andato per curare la sua depressione e trova lavoro nella casa di produzione cinematografica di “Little Carmine” Lupertazzi, figlio del boss Carmine Lupertazzi che però ha rifiutato di prendere il posto del padre dopo la sua morte. La figlia Meadow, invece, trova lavoro in uno studio legale e annuncia il suo fidanzamento con il figlio di un sottoposto del padre, apparentemente fuori dalla vita della famiglia. Nel frattempo Tony riesce a localizzare Phil Leotardo grazie all’aiuto di un agente dell’FBI, il quale gli riferisce l’area da cui Leotardo è solito telefonare in cambio di informazioni su due ragazzi arabi sospettati di terrorismo: la cosca, quindi, comincia a tenere sotto controllo l’area, in attesa che Leotardo si faccia vedere.

La parte finale della puntata, una ventina di minuti, i più intensi dell’intera serie, si apre proprio con l’assassinio di Phil Leotardo: avviene in una delle stazioni di servizio nella zona indicata a Tony dall’agente dell’FBI, a cui Leotardo arriva accompagnato in macchina dalla moglie per fare una telefonata. Due uomini di Tony appostati nelle vicinanze lo vedono e lo raggiungono, uno di loro scende e gli spara in testa mentre parla con la moglie dal finestrino del passeggero. La moglie inizia ad urlare e scende dalla macchina senza mettere il freno a mano: preoccupata per i due nipotini seduti nei sedili posteriori, chiama aiuto in preda al panico ma la macchina continua a muoversi e schiaccia la testa di Leotardo con una ruota.

Con l’uccisione di Leotardo finisce di fatto la guerra tra le cosche, che però ha lasciato le due famiglie a corto di uomini: nella scena successiva, Tony fa visita in ospedale a Silvio Dante (interpretato da Steven Van Zandt, chitarrista di Bruce Springsteen), il più alto in grado dopo di lui, ridotto in coma dopo essere stato colpito in una sparatoria. Poi parla con Paulie Gualtieri, uno dei suoi uomini più fedeli che però si rifiuta di salire di grado per una questione scaramantica. L’ultima scena della serie girata nei luoghi in cui la cosca gestisce gli affari, la macelleria “Satriale’s”, si chiude con un’inquadratura della facciata esterna del locale, dopo che Tony se ne è andato via a piedi e Paulie Gualtieri sta prendendo il sole seduto ad uno dei tavolini sul marciapiede con un gatto che lo guarda: una delle recenti manie di Paulie erano proprio i gatti, che secondo lui portavano “iella”.

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(HBO)

Nella penultima scena della puntata Tony fa visita allo zio Junior nella casa di cura in cui è confinato per informarlo della morte di Bobby Baccalà, marito di Janice e suo assistente prima della malattia. Ma Junior ormai non si ricorda più niente e non riconosce nemmeno Tony, che gli fa alcuni nomi per capire fin dove si ricorda. Junior però ha lo sguardo totalmente assente e allora Tony, dopo qualche secondo di pausa, gli domanda: “Ti ricordi Cosa Nostra?” (“This Thing of Ours” nella versione originale). Quel momento viene ricordato come uno dei più intensi della serie. Fin lì infatti, né Tony né gli altri personaggi principali avevano mai nominato Cosa Nostra: detta da Tony, per giunta, che ammette quindi per la prima volta di essere un mafioso, quella breve frase fa di colpo pensare all’empatia provata nei suoi confronti, in quanto protagonista visto in ogni singolo episodio della serie e spesso alle prese con problemi di tutti i giorni, come pochi secondi prima dell’incontro con Junior, in cui mangia del sushi con la figlia Meadow parlando del suo nuovo lavoro nello studio legale.

Dopo un attimo di lucidità, lo sguardo di Junior si perde nuovamente. Al che Tony, commosso, si alza e lascia Junior per l’ultima volta. Precedentemente Tony si era dato appuntamento per cena in un locale con la moglie Carmela e i due figli. La guerra con Phil Leotardo era finita e dopo molto tempo Tony aveva di nuovo la possibilità di uscire di casa in tranquillità. La celebre ultima scena dei Soprano si svolge quindi da Holsten’s, un locale della zona, su decisione del creatore della serie, David Chase, che scrisse la puntata e volle anche girarla personalmente. Quando Tony entra nel locale è inquadrato con un primo piano, ma subito dopo lo si vede seduto al tavolo, come se si stesse guardando dall’ingresso. Poco dopo essersi seduto al tavolo inizia a sfogliare la lista delle canzoni presenti nel jukebox accanto, con l’inquadratura che continua a seguire il suo punto di vista. Ogni volta che qualcuno entra nel locale, il campanello posto sopra la porta suona e Tony alza lo sguardo: perché sta aspettando la famiglia ma anche perché è abituato a guardarsi sempre intorno, a maggior ragione dopo una guerra fra cosche.

Sceglie “Don’t Stop Believin'” dei Journey, che parte nel momento in cui Carmela entra dalla porta. I due si salutano e quando Carmela viene inquadrata al tavolo con un primo piano, la canzone dei Journey parte con le prime parole: “È solo una ragazza di paese che vive in un mondo solitario, prese il treno di mezzanotte per andare da qualche parte”. Poi l’inquadratura passa su Tony, e si sente: “È solo un ragazzo di città […] prese il treno di mezzanotte per andare da qualche parte”. La canzone dei Journey fu scelta personalmente da Chase e la scena venne montata sincronizzandola con le inquadrature. In un’intervista pubblicata alcuni anni fa, Chase parlò a lungo della scena, a partire dalle parole della canzone. Disse: “Sentivo che quei due personaggi avevano preso il treno di mezzanotte molto tempo prima. Era la loro vita. Significa che queste persone stavano cercando qualcosa di inevitabile. Qualcosa che non riuscivano a trovare. Voglio dire, non sono diventati missionari in Africa e non sono andati al college assieme, o qualsiasi altra cosa di questo tipo. Hanno preso il treno di mezzanotte per andare da qualche parte. E il treno di mezzanotte è il treno oscuro”.

Poco dopo Carmela chiede a Tony se ha parlato con l’avvocato, e Tony risponde che l’informatore che sta collaborando con l’FBI di cui ha avuto notizie è uno dei suoi uomini, e testimonierà. Poi entra Anthony Junior, preceduto da un uomo che si siede al bancone e si guarda intorno, senza dare l’impressione di prestare particolare attenzione al tavolo a cui sono seduti i Soprano. Intanto Meadow, la figlia, è fuori dal locale che cerca di parcheggiare la macchina, ma sbaglia ripetutamente manovra. La scena ritorna all’interno del locale, dove l’uomo seduto al bancone si alza per andare in bagno, attirando l’attenzione di Tony, che lo guarda per un attimo. Poi vengono inquadrati due ragazzi davanti al bancone e l’inquadratura passa nuovamente all’aperto, dove Meadow è riuscita a parcheggiare e si sta avvicinando di corsa alla porta con l’aria un po’ preoccupata. Ora è di nuovo Tony ad essere inquadrato in primo piano, sta cercando un’altra canzone da mettere: Meadow apre la porta, il campanello suona, Tony alza lo sguardo e la scena finisce di colpo con la canzone che dice “Don’t stop”. Poi una schermata nera che dura almeno cinque secondi prima che partano i titoli di coda.

Sono state fatte molte ipotesi sul finale aperto dei Soprano, e tutte sembrano indicare che Tony muoia quando la figlia entra nel locale: dal numero di volte che Meadow sbaglia il parcheggio prima di riuscirsi, tre, come le volte in cui nella serie qualcuno ha tentato di ucciderlo, alle continue inquadrature delle altre persone presenti nel locale o alla frase pronunciata dal figlio al tavolo: “Cerca di ricordare i momenti belli”. Chase, tuttavia, ha sempre ribadito il finale aperto in cui non deve succedere per forza qualcosa. Ma ha detto anche che la vita di Tony, boss mafioso in costante pericolo di vita, sarebbe potuta finire anche in quel modo.

L’ultimo episodio dei Soprano ricevette una nomination ai Directors Guild of America Award, vinse un Emmy per la sceneggiatura e un Eddie Award per il montaggio: nella sera in cui venne mandato in onda venne visto da circa dodici milioni di persone.

Chi ha visto l’ultima puntata dei Soprano in italiano e nella versione di Italia 1 probabilmente avrà dovuto rivedersi la scena finale più volte salvo poi rinunciarci e cercare qualcosa a riguardo in internet. Perché nella versione trasmessa da Italia 1 i secondi di schermo nero dopo il suono del campanello sopra la porta d’ingresso del locale furono azzerati facendo partire subito i titoli di coda, senza dare il tempo di capire che cos’era successo e rovinando uno dei finali più belli e discussi di una serie televisiva. Qui trovate la scena finale in versione originale, per chi ha piacere di rivederla in inglese.