Vaccini obbligatori, domande e risposte

Chi deve vaccinarsi, che eccezioni ci sono e quali sono gli obblighi e le multe previste dal nuovo decreto legge

(NOEL CELIS/AFP/Getty Images)
(NOEL CELIS/AFP/Getty Images)

Il decreto legge sui vaccini obbligatori, approvato dal governo il 19 maggio, è stato firmato ieri dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella: è quindi già in vigore, ma andrà convertito in legge dal Parlamento entro il prossimo 6 luglio. Il decreto legge – voluto per contrastare il calo della copertura vaccinale in Italia – di fatto rende possibile l’iscrizione agli asili nido e alle scuole materne ai soli bambini vaccinati, aggiungendo sanzioni economiche per i genitori che decideranno di iscrivere i loro figli non vaccinati alla scuola dell’obbligo, quindi dalla primaria in poi. Adempiere agli obblighi è gratuito e non particolarmente difficile (basta fare riferimento alle aziende sanitarie locali): per chi avesse dubbi o volesse sapere di più abbiamo messo insieme una breve guida con le cose più importanti.

Il testo del decreto

Al fine di assicurare la tutela della salute pubblica e il mantenimento di adeguate condizioni di sicurezza epidemiologica in termini di profilassi e di copertura vaccinale, nonché di garantire il rispetto degli obblighi assunti a livello europeo ed internazionale, per i minori di età compresa tra zero e sedici anni sono obbligatorie e gratuite, in base alle specifiche indicazioni del Calendario vaccinale nazionale relativo a ciascuna coorte di nascita, le vaccinazioni di seguito indicate.

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Quali sono i vaccini obbligatori?

  • antidifterica,
  • antitetanica,
  • antipolio,
  • antiepatite virale B,
  • antipertosse,
  • anti Haemophilus influenzae di tipo B,
  • antimorbillo,
  • antiparotite,
  • antirosolia,
  • antimeningococcico C,
  • antimeningococcico B,
  • antivaricella.

Alcuni di questi vaccini erano già obbligatori, mentre altri – come quello contro morbillo, parotite e rosolia (MPR) – erano solo consigliati. Non erano però previste particolati sanzioni in caso di mancata vaccinazione, mentre ora il governo si è impegnato a mantenere controlli più elevati, anche per quanto riguarda i provvedimenti contro chi non esegue le vaccinazioni. È importante notare che non tutti questi vaccini sono obbligatori per tutti i bambini.

Chi deve vaccinarsi?
Il decreto riguarda tutti i bambini da 0 a 16 anni. L’obbligo delle 12 vaccinazioni si applica però soltanto ai bambini nati nel 2017 (e dopo), mentre per i bambini nati dal 2001 al 2016 gli obblighi cambiano in base a quello che prevedeva il piano vaccinale nazionale per il loro anno di nascita. «Per fare un esempio», scrive il Sole 24 Ore, «i nati dal 2001 al 2004 faranno riferimento al Calendario inserito nel Piano nazionale vaccini 1999-2000: e cioè, se non avranno ancora provveduto, dovranno sottoporsi alle quattro vaccinazioni già imposte per legge (anti-epatite B, anti-tetano, anti-poliomielite, anti-difterite), e all’anti-morbillo, anti-parotite, anti-rosolia, anti-pertosse e anti-Haemophilus Influenzae b, raccomandate dal Pnv in vigore in quegli anni».

Ci sono delle eccezioni
Dall’obbligo è esentato chi può dimostrare di essere immune da una certa malattia avendola avuta naturalmente. Anche chi può dimostrare che la vaccinazione potrebbe causare pericoli per la propria salute è esentato dall’obbligo dei vaccini, o può chiedere una posticipazione delle vaccinazioni (basta un’attestazione del medico di medicina generale o del pediatra).

E le multe?
I genitori che non vaccineranno i loro figli potranno incorrere in multe dai 500 euro ai 7.500 euro, a meno che al momento della contestazione da parte dell’azienda sanitaria locale competente – e nei tempi indicati nella contestazione – non provvedano a far vaccinare i loro figli o a iniziare la somministrazione dei vaccini. In caso non lo facciano, l’azienda sanitaria locale segnala i genitori esercenti la responsabilità genitoriale al Tribunale dei Minori.

Cosa c’entra l’iscrizione a scuola?
Asili nido e materne
Per potere iscrivere i propri figli all’asilo nido e alla scuola materna (0–6 anni) si dovranno presentare libretto delle vaccinazioni ed eventuali certificati per esenzioni o differimenti delle vaccinazioni. Nel caso in cui il bambino non sia in regola non sarà possibile proseguire l’iscrizione. In mancanza dei documenti ufficiali, si potrà presentare anche un’autocertificazione che attesti l’adempimento degli obblighi, ma in questo caso bisognerà presentare la documentazione completa entro il 10 luglio di ogni anno. La non presentazione della documentazione verrà segnalata dai dirigenti scolastici alle autorità sanitarie.

Scuola dell’obbligo
Anche in questo caso i genitori dovranno presentare il libretto delle vaccinazioni per dimostrare che il loro figlio è stato regolarmente vaccinato o che si è già preso appuntamento per fare le vaccinazioni; e anche in questo caso i genitori potranno presentare un’autocertificazione e poi portare entro il 10 luglio tutti i documenti. Se il bambino non dovesse risultare in regola, la scuola dovrà mettersi in contatto con l’Asl, che a sua volta contatterà i genitori e darà qualche giorno di tempo per completare le vaccinazioni richieste. La famiglia non sarà comunque obbligata a vaccinare il figlio e questo non comprometterà l’iscrizione a scuola o la partecipazione agli esami: i genitori potrebbero però incorrere nelle multe previste, che saranno applicate per ogni anno di scuola.

Ed è tutto già in vigore?
Sì, il decreto è stato firmato dal presidente della Repubblica ed è in vigore: continuerà ad esserlo a meno che il Parlamento non lo converta in legge entro i prossimi 60 giorni. Visti i tempi brevi, tuttavia, sono previste delle ulteriori eccezioni: per quest’anno la documentazione prevista per l’iscrizione a scuola dovrà essere presentata entro il 10 settembre e potrà essere sostituita da un’autocertificazione. In questo caso, i documenti ufficiali dell’avvenuta vaccinazione andranno presentati entro il 10 marzo 2018.

Bisogna pagare per vaccinare i bambini?
No, le vaccinazioni obbligatorie sono tutte gratuite: comprese quelle che non erano obbligatorie in passato e che qualcuno dovrà recuperare.

Come si fa un’autocertificazione?
Un’autocertificazione è semplicemente un documento con cui ci si prende la responsabilità di una certa informazione. Si fa su carta semplice, si può scrivere a mano (basta che tutto sia leggibile) o si può scaricare un modello prestampato da Internet. Bisogna intitolare il documento “dichiarazione sostitutiva di certificazione” e indicare nome, cognome, codice fiscale, data e luogo di nascita e indirizzo di residenza. Poi si scrive la cosa che si vuole certificare e poi si firma il documento in modo leggibile, indicando la data e il luogo della firma.