(ANSA/ANGELO CARCONI)

ATAC è senza autobus e lo annuncia ogni giorno

Da mesi su Twitter l'azienda dei trasporti di Roma avverte i viaggiatori quando un'intera linea viene sospesa per "indisponibilità vetture"

Dalla scorsa estate ATAC, l’azienda dei trasporti pubblici di Roma, ha adottato una politica di “trasparenza” su Twitter per cui comunica in tempo reale non solo problemi e ritardi delle sue linee, ma anche i motivi dei disservizi. Da qualche mese questa scelta produce risultati singolari: per esempio comunicare che un’intera linea è sospesa perché non ci sono più autobus.

Soltanto negli ultimi sette giorni ATAC ha comunicato ai suoi passeggeri per sedici volte che alcune linee risultavano sospese – cioè che gli autobus non sarebbero mai passati a prendere le persone in attesa alle fermate – per mancanza di vetture. Non è un problema nuovo per la società, in difficoltà da anni e considerata una tra le municipalizzate gestite in maniera meno efficiente di tutto il paese. ATAC è dotata di mezzi vecchi che hanno un’età media di 10,2 anni. Un terzo dei circa 2 mila autobus e tram di ATAC è bloccato a causa di guasti e alcuni sono così vecchi che hanno iniziato a prendere fuoco.

La giunta del Movimento 5 Stelle guidata dalla sindaca Virginia Raggi, che ha vinto le elezioni lo scorso giugno, ha promesso da tempo di migliorare la situazione. Poco dopo l’insediamento la sindaca ha licenziato i precedenti dirigenti della società annunciando un rinnovamento. Per il momento, però, la situazione non è migliorata. Lo scorso settembre ATAC ha annunciato che il numero di passaggi alle singole fermate sarà stabilito in base alla disponibilità di vetture: come dimostrano le decine di tweet sugli autobus “indisponibili”, questo numero è spesso zero.

Nel frattempo Raggi ha concluso un nuovo accordo con i sindacati dei lavoratori di ATAC, tra i suoi più forti sostenitori durante la campagna elettorale. In base al nuovo contratto i dipendenti della municipalizzata lavoreranno un numero totale di ore inferiore e non saranno costretti a utilizzare il badge per segnalare la loro presenza al lavoro.

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