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  • Lunedì 17 aprile 2017

L’esercito della Corea del Nord, spiegato

Cosa sono i missili misteriosi, i carri armati e le altre armi mostrate nell'ultima minacciosa parata per l'anniversario della nascita di Kim Il-sung

Venerdì 15 aprile, la Corea del Nord ha celebrato con una vasta parata militare il 105esimo anniversario della nascita di Kim Il-sung, il fondatore e “Presidente eterno” della nazione, nonno dell’attuale dittatore Kim Jong-un. Nel clima di tensione di queste settimane, con gli Stati Uniti che sembrano sempre più intenzionati a mettere il regime sotto pressione militare, i nordcoreani hanno approfittato dell’evento per mettere in mostra alcune delle loro armi più recenti, tra cui diversi missili con capacità nucleari che non erano mai stati mostrati in pubblico in precedenza. Il regime ha
messo in mostra anche il suo arsenale convenzionale, spesso fatto di armi datate, ma ancora in grado di infliggere parecchi danni alla Corea del Sud in caso di conflitto.
Guardando le foto e le altre immagini della parata abbiamo provato a capire esattamente quale sia la capacità militare della Corea del Nord.

Involucri per missili intercontinentali
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I protagonisti della parata sono stati due involucri per missili (“canister”, in gergo) di dimensioni mai viste prima e sul cui contenuto ci sono ancora molti dubbi. Il primo (nella foto sopra) sembra essere l’involucro di un Topol, un missile intercontinentale di fabbricazione russa con un raggio di circa 10 mila chilometri. Il Topol è un missile che sarebbe in grado di raggiungere gli Stati Uniti, ma sembra difficile che all’interno degli involucri mostrati durante la parata possano esserci davvero missili russi o loro copie. Nel corso della cerimonia, è sfilato un altro involucro con le dimensioni necessarie a contenere un missile intercontinentale – che in questo somiglia invece a un modello cinese (foto sotto). Cosa ci sia dentro, però, anche per gli esperti rimane un mistero.

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Tipo Scud
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Nella foto sopra vedete un altro missile di tipo ancora non identificato: probabilmente una copia locale del missile russo Scud. Si tratta di uno dei più diffusi modelli di missile balistico a corto raggio, con una gittata di 300 chilometri circa e in grado di trasportare testate nucleari o di esplosivo convenzionale. Tanto il modello di missile quanto il veicolo che lo trasporta non erano mai apparsi prima in pubblico e gli analisti stanno ancora studiando le loro caratteristiche. Un dettaglio particolare sono le alette vicine al cono (la punta del missile), un’aggiunta rispetto allo Scud originale, che probabilmente rappresenta un sistema di guida terminale che dovrebbe garantire al missile maggiore precisione. L’esercito nordcoreano possiede centinaia di missili a corto raggio che, in caso di guerra, potrebbero essere usati per colpire le città della Corea del Sud con testate convenzionali.

KN-08 Musudan TEL
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Il Musudan è una vecchia conoscenza per gli esperti di Corea del Nord. Mostrato per la prima volta nel 2010, è un missile con una gittata di circa tremila chilometri, troppo corta per raggiungere gli Stati Uniti, ma abbastanza per colpire il Giappone e la base aerea americana sull’isola di Guam. Il Musudan è da parecchi anni un ospite fisso delle parate, ma la sua storia operativa è stata piuttosto travagliata. Cinque test di lancio sono falliti nell’ultimo decennio e soltanto l’ultimo, eseguito nel giugno 2016, ha avuto successo. Come quasi tutti i missili balistici di grandi dimensioni, anche il Musudan è progettato per trasportare testate nucleari.

KN-11 SLBM
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Il primo missile mostrato nel corso della parata è stato il KN-11, un missile balistico con capacità nucleare lanciato da sottomarini (SLBM, “Submarine-launched ballistic missile”). È un missile con una gittata stimata tra i 1.250 e i 2.500 chilometri e, come il nome lascia intendere, dovrebbe essere imbarcato a bordo di un sottomarino e lanciato tramite appositi tubi. Questo particolare rende il KN-11 un’arma molto pericolosa. Un sottomarino può avvicinarsi alle coste nemiche senza essere avvistato e colpire di sorpresa il proprio bersaglio. Anche se il missile è stato testato con successo lo scorso agosto, la marina nordcoreana non possiede sottomarini in grado di avvicinarsi alla costa degli Stati Uniti. In caso di guerra, però, un sottomarino armato di KN-11 potrebbe sopravvivere a un attacco preventivo americano e colpire il Giappone con una rappresaglia nucleare.

KN-15
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È la versione terreste del KN-11 lanciato dai sottomarini ed è stato testato almeno una volta con successo. La sua principale caratteristica è che è il primo missile nordcoreano di base a terra dotato di carburante solido invece che liquido. Il carburante solido rappresenta un grosso vantaggio, perché permette di armare il missile e renderlo pronto al lancio in un periodo di tempo molto più breve. Richiede inoltre minore manutenzione e assistenza e questo permette ai sistemi di lancio di essere più mobili e quindi più difficili da colpire con un attacco preventivo.

Soldati armati di RPK
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Dopo le sue capacità nucleari, la principale forza dell’esercito nordcoreano è il suo enorme esercito, costituito da più di un milione di coscritti e circa 600 mila riservisti. In Corea del Nord il servizio militare è obbligatorio e dura dieci anni per i maschi e sette anni per le femmine. I soldati nella fotografia sono armati di RPK, una mitragliatrice leggera basata sul fucile d’assalto Kalashnikov e costruita per la prima volta in Unione Sovietica nei tardi anni Cinquanta. È un’arma ancora utilizzata in numerosi paesi dell’ex blocco sovietico e stati africani.

Pokpung-Ho IV tank
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La Corea del Nord possiede tra i tremila e i quattromila carri armati, quasi il doppio della Corea del Sud. Si tratta di una forza apparentemente imponente, ma che in realtà ha capacità molto limitate. L’arsenale nordcoreano è fatto in gran parte di veicoli vecchi di decenni, integrati da alcuni modelli più recenti. I più avanzati sono il Pokpung-Ho IV (foto in alto), un veicolo molto particolare perché sulla torretta ha un lanciamissili anti-aereo Igla (è probabilmente uno dei pochi carri armati al mondo ad avere un sistema d’arma simile). Un altro veicolo recente è il Chonma-Ho (foto sotto), che come il Pokpung è costruito in Corea del Nord, utilizzando come base vecchi carri armati di produzione sovietica. I limiti principali delle forze corazzate nordcoreane sono lo scarso addestramento degli equipaggi, causato dalla mancanza di carburante che non permette di effettuare molte ore di esercitazioni, e la manutenzione che, a causa della limitata base industriale nordcoreana, lascia molto a desiderare.

Chonma-Ho
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PG-7VR
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Per superare la sua inferiorità in fatto di mezzo corazzati, l’esercito nordcoreano ha a disposizione numerose armi anti-carro per fanteria. I soldati nella fotografia sono armati di granate autopropulse PG-7VR, di fabbricazione russa ed entrate in servizio alla fine degli anni Ottanta. Sono armi a corto raggio, con cui è difficile colpire qualcosa oltre un centinaio di metri, ma sono molto efficaci nel penetrare le corazze dei veicoli. La strana forma oblunga che si vede nella fotografia è dovuta alla “carica in tandem”: ogni granata è costituita da due parti che colpiscono il bersaglio in rapida successione. Ognuna delle due cariche ha la funzione specifica di eliminare un tipo diverso di armatura che protegge il veicolo. Nel corso del 2003, un carro armato americani è stato immobilizzato da un gruppo di insorti iracheni utilizzando granate autopropulse PG-7VR.

Koksan M-1989
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L’esercito nordcoreano può contare su migliaia di cannoni, mortai e lanciarazzi, la gran parte dei quali sono schierati lungo il confine sudcoreano. Gran parte di queste armi è grado di colpire la periferia, se non il centro della capitale della Corea del Sud, Seul. Per questa sua capacità, l’artiglieria è una delle armi più temute dell’arsenale nordcoreano. Nella fotografia si vedono alcuni cannoni semoventi Koksan M-1989. Sono armi con una gittata di decine di chilometri e in grado di colpire fino nel centro di Seul. In caso di scontri con gli Stati Uniti o la Corea del Sud, armi come i Koksan potrebbero iniziare una rapida rappresaglia contro Seul, causando centinaia, se non migliaia di morti. I limiti di questa capacità offensiva sono nella scarsa quantità e qualità delle munizioni prodotte in Corea del Nord (circa il 25 per cento delle quali rimane inesplosa) e nella capacità dell’artiglieria e dell’aviazione sudcoreana e americana di mettere rapidamente fuori uso i cannoni nordcoreani che, sparando, rivelano la loro posizione.

Forze speciali
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Un altro punto di forza della Corea del Nord spesso citato da giornalisti ed esperti è la sua vasta riserva di forze speciali. Nella foto, si vede uno di questi reparti. L’arma che i soldati imbracciano è il Type88, la copia del Kalashnikov di produzione locale. Il grosso tubo sotto la canna è un caricatore ad alta capacità (in grado probabilmente di contenere 100 o 150 cartucce) che è apparso per la prima volta in alcune foto di propaganda pochi anni fa. Secondo le dichiarazioni ufficiali del ministero della Difesa nordcoreano, 180 mila uomini dell’esercito sono classificati come “forze speciali”, addestrate a infiltrarsi nel territorio nemico e ad operare dietro la linea di battaglia. Le capacità delle forze speciali nordcoreane è stata messa in mostra da diverse incursioni che hanno compiuto nel passato (nel 1968 riuscirono quasi ad assassinare l’allora presidente della Corea del Sud). La loro forza oggi, però, è probabilmente molto ingigantita: 180 mila forze speciali su un esercito di circa un milione di uomini significa che un soldato su cinque è caratterizzato come “speciale”. In altre parole, la maggior parte di loro di speciale ha molto poco oltre il nome.