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  • Martedì 28 marzo 2017

Cosa fa Obama, intanto

Sta scrivendo un libro su un'isola, ma si divide tra il desiderio di rilassarsi e il ruolo politico che inevitabilmente continua ad avere, racconta il Washington Post

di Krissah Thompson e Juliet Eilperin - The Washington Post

L'ex presidente americano Barack Obama all'uscita della National Gallery of Art di Washington, il 5 marzo 2017 (AP Photo/Jose Luis Magana)
L'ex presidente americano Barack Obama all'uscita della National Gallery of Art di Washington, il 5 marzo 2017 (AP Photo/Jose Luis Magana)

Il primo cocktail party nel nuovo ufficio di Barack Obama, il mese scorso, è stato di sicuro più informale di qualsiasi altro organizzato dall’ex presidente americano negli ultimi anni. I vini erano di una serie di etichette diverse, come se ogni bottiglia fosse stata portata da uno degli ospiti. Gli antipasti erano disposti nell’ingresso stretto. Il padrone di casa, senza cravatta, ha evitato di fare discorsi formali mentre le decine di ex funzionari della sua amministrazione – tra cui l’ex vicepresidente Joe Biden e l’ex capo dello staff Denis McDonough, insieme ad altri funzionari minori – si confondevano nell’appartamento minimalista con le pareti rivestite in legno, che avrebbe potuto essere scambiato per un piccolo studio legale. «È stato un po’ uno choc», ha raccontato Peter Velz, che lavorava nell’ufficio comunicazioni della Casa Bianca, «ti capita di urtare il vicepresidente mentre prende del formaggio da un vassoio». Con l’avvicinarsi dell’ora di cena, l’ex presidente ha lasciato la festa sfoderando una delle sue note scuse, ha raccontato Velz: «Ha scherzato sul fatto che se non fosse tornato da Michelle sarebbe finito nei guai».

Per il momento Obama sta cercando di impostare il periodo successivo alla sua presidenza nello stesso modo in cui gestisce i suoi impegni mondani: mantenendo un profilo basso, nonostante le pressioni da parte dei Democratici perché faccia di più. «Si sta godendo il profilo più basso possibile, che gli permette di rilassarsi, riflettere e godersi la famiglia e gli amici», ha detto la sua amica ed ex consigliera Valerie Jarrett. Vista la natura inedita e peculiare della sua vita dopo la presidenza, la pausa di Obama potrebbe essere breve. Anche mentre si godeva del tempo libero in un resort di lusso nel Pacifico del sud, la settimana scorsa Obama ha diffuso un comunicato in cui invitava i Repubblicani a non smantellare la sua riforma sanitaria.

Gli Obama sono ancora giovani e insolitamente popolari per una coppia che ha lasciato la Casa Bianca; la decisione di rimanere a Washington mentre la loro figlia minore finisce le superiori si combina con l’impulso della nuova amministrazione Trump di continuare a riportarli sotto i riflettori. Il presidente Trump ha invocato ripetutamente il suo predecessore per incolparlo del «casino» che sostiene di aver ereditato: «i posti di lavoro che si riversano fuori dal paese», e i «grossi problemi» in Medio Oriente e Corea del Nord. La dimostrazione di cameratismo messa in mostra dopo le elezioni è finita. I due non si parlano da quando Trump ha assunto l’incarico.

Questo mese Trump ha abbandonato qualsiasi residuo di cortesia di facciata con una serie di tweet in cui accusava Obama – senza fornire prove – di aver sorvegliato illegalmente la Trump Tower durante la campagna elettorale. Privatamente, l’accusa – che il direttore dell’FBI e membri del Congresso di entrambi i partiti americani hanno definito infondata – ha infastidito Obama. L’ex presidente ha cercato di non farsi coinvolgere, osservando da una posizione defilata i Repubblicani che facevano pressioni per disfare diverse delle sue iniziative, e sottolineando la necessità che una nuova generazione di leader politici si faccia avanti per prendere il suo posto.

Tuttavia, mentre altri ex presidenti della storia recente hanno dedicato il loro pensionamento a cause apolitiche e filantropiche, Obama si sta preparando a buttarsi nella questione scivolosa e molto faziosa della modifica dei confini dei collegi elettorali americani, con l’obiettivo di invertire il declino elettorale al Congresso del Partito Democratico durante la sua presidenza.

Il continuo interesse e il desiderio di Obama di proseguire il suo impegno civico lo pone in una posizione insolita per un ex presidente. George W. Bush concluse la sua presidenza con dei tassi di approvazione molto bassi, ritirandosi poi a Dallas per scrivere un’autobiografia e iniziare a dipingere. Bill Clinton si spostò a New York con una considerazione politica in qualche modo migliore, adottando però poi un profilo più basso e dedicandosi prima alla costruzione della fondazione di famiglia e poi a sostenere la carriera politica di sua moglie. Gli Obama riusciranno a lavorare a testa bassa al loro ambizioso centro presidenziale di Chicago, vivendo a qualche isolato di distanza dalla Casa Bianca? Oppure è inevitabile che l’ex presidente venga trascinato di nuovo nella palude politica?

A febbraio Obama ha assistito a Broadway a una messa in scena di The Price di Arthur Miller insieme alla figlia più grande, Malia, e Jarrett. I tre sono sgattaiolati nel teatro dopo che le luci si erano già spente, andandosene prima che si riaccendessero. La maggior parte del pubblico non sapeva della loro presenza, finché un giornalista del New York Times seduto davanti a lui non ne ha parlato su Twitter. Quando Obama è uscito, una folla si era radunata fuori dal teatro. I paparazzi si appostano fuori dalla palestra frequentata da Michelle Obama, nonostante l’ex first lady non sembri interessata a essere fotografata. «Si stanno ancora riprendendo dopo un periodo estremamente intenso, che in realtà non comincia otto anni fa. Iniziò tutto con il discorso alla convention del Partito Democratico tenuto da Obama nel 2004, e non è mai finito», ha raccontato un ex dipendente della Casa Bianca. «Sono stati dodici anni estremamente intensi di stress, attività politica, esami minuziosi, responsabilità in qualità di leader nazionale e, per la first lady, di prima sostituta del presidente. È stato un carico enorme per entrambi».

Per sfuggire ai riflettori, da quando hanno lasciato la Casa Bianca gli Obama hanno fatto diverse vacanze: a Palm Springs, nei Caraibi e alle Hawaii. Dopo aver incontrato di recente dei dirigenti del settore tecnologico per parlare del suo centro presidenziale, Obama è andato sull’isola di Oahu, nelle Hawaii, dove ha giocato a golf con alcuni amici e cenato in un ristorante a Kailua. Tre giorni dopo è volato su un Gulfstream G550 a Tetiaroa, un’isola nel sud del Pacifico una volta appartenuta a Marlon Brando, dove prevede di restare per un soggiorno prolungato per iniziare a scrivere il suo libro di memorie, secondo una persona a conoscenza dei suoi programmi che ha chiesto di restare anonima.

Gli spostamenti di Obama sono stati oggetto di un’attenzione ossessiva. Il sito di destra Independent Journal Review ha accennato a qualche torbido legame tra la visita di Obama a Oahu e la sentenza di un tribunale federale delle Hawaii che ha imposto una sospensione temporanea all’ultimo divieto sull’immigrazione di Trump (la teoria del complotto è stata successivamente ritrattata). Durante una cena organizzata dal Partito Repubblicano il deputato della Pennsylvania Mike Kelly ha detto che Obama aveva deciso di rimanere a Washington per «gestire il governo ombra che sconvolgerà completamente il programma della nuova amministrazione» (Kelly ha poi minimizzato la sua affermazione).

Trump, nel frattempo, ha mantenuto le distanze. Prima dell’inizio del suo mandato il nuovo presidente aveva detto di volere cercare i consigli di Obama, cosa che però non ha fatto. Trump ha telefonato una volta a Obama per ringraziarlo per la lettera che l’ex presidente aveva lasciato sulla sua scrivania, una piacevole consuetudine tra presidenti, ma all’epoca Obama era in viaggio, secondo una persona informata dei fatti. Quando Obama lo ha ricontattato, Trump gli ha fatto recapitare i suoi ringraziamenti da un suo collaboratore, dicendo però che non era necessario farselo passare al telefono. Sono in pochi a credere che gli Obama abbiano intenzione di rimanere a Washington dopo che la loro figlia Sasha si sarà diplomata alla Sidwell Friends School, nel 2019. «Le persone ammirano e rispettano la decisione che Barack e Michelle hanno preso come genitori per ridurre al minimo i disagi delle loro figlie», ha detto al Washington Post l’ex vicepresidente Al Gore. «Quando conclusi il mio incarico alla Casa Bianca, i miei figli avevano finito al liceo. Se fossero stati ancora alle elementari o alle superiori avrei potuto decidere di rimanere in città».

Quando è stato a Washington, Obama non si è fatto vedere molto in pubblico. Sia lui che l’ex first lady hanno intrattenuto alcuni ospiti nella loro casa nel quartiere Kalorama, ristrutturata per adeguarsi al loro stile moderno. Spesso vanno entrambi nel loro nuovo ufficio nel quartiere West End, dove lavorano circa 15 dipendenti. All’ingresso è esposta la bandiera incorniciata che i Navy SEAL che avevano ucciso Osama bin Laden donarono all’ex presidente. Uno dei piani del nuovo ufficio ospita i collaboratori di Obama, tra cui Jarrett, che lo stanno aiutando a costruire la sua fondazione a Chicago. Per il momento Obama sta delegando il lavoro politico a dei collaboratori, soprattutto l’ex ministro della Giustizia Eric Holder, scelto per guidare il progetto sulle modifiche ai confini dei collegi elettorali americani, che ha l’obiettivo di aiutare i Democratici a ridisegnare le mappe legislative che secondo molti sono sbilanciate a favore del Partito Repubblicano. Obama ha anche appoggiato la candidatura vincente di Tom Perez, l’ex segretario del Lavoro durante la sua amministrazione, alla presidenza del Partito Democratico.

Il primo importante discorso tenuto dall’ex presidente come privato cittadino arriverà a maggio, quando Obama riceverà il John F. Kennedy Profile in Courage Award nell’ambito della celebrazione del centenario di Kennedy. Michelle Obama, che ha un gruppo di quattro collaboratori nel nuovo ufficio, sta passando più tempo a Washington rispetto al marito, per lavorare al suo libro mentre rimane concentrata sulla famiglia. «Ha una figlia che sta per andare all’università e un’altra al secondo anno di liceo. Tutto questo viene prima», ha raccontato Tina Tchen, ex capo dello staff di Michelle Obama alla Casa Bianca. «Ora anche lei lavorerà al suo libro e proseguirà il suo impegno nella comunità come ha sempre fatto», ha aggiunto Tchen. Le primi incursioni di Michelle Obama nella vita pubblica dopo aver lasciato la Casa Bianca sono state alcune visite a scuole pubbliche in quartieri abitati prevalentemente da persone appartenenti alle minoranze etniche. Le visite hanno attirato ulteriori attenzioni, forse visti anche i pochissimi eventi pubblici organizzati per ora da Melania Trump. Questo mese Michelle Obama ha trascorso la Festa delle donne visitando il Cardozo Education Campus, che ha lodato per il programma rivolto ai nuovi immigrati. Pur senza che lo citasse per nome, la sua visita è sembrata un attacco alla politiche di Trump sull’immigrazione. «È una persona cauta. Le piace agire in modo strategico», ha detto Jocelyn Frye, che frequentò la facoltà di giurisprudenza di Harvard con l’ex first lady e di cui è diventata poi la prima direttrice per le politiche, «non fa cose basandosi solamente sul suo intuito».

A differenza di altre ex coppie presidenziali, gli Obama non hanno necessariamente bisogno di un podio per fare un annuncio. Sanno che ogni loro movimento viene scandagliato alla ricerca di un significato. Nei momenti in cui sono stati avvistati nelle ultime settimane, sono sembrati relativamente riposati e rinvigoriti, nonostante stiano proseguendo il loro periodo di relax. In compagnia dei loro amici intimi Anita Blanchard e Marty Nesbitt hanno visitato alla National Gallery of Art una mostra delle opere dell’artista di Chicago Theaster Gates, delle installazioni costruite con pezzi di edifici demoliti delle comunità afroamericane. Il direttore della galleria d’arte Earl “Rusty” Powell l’ha descritta come «una visita informale in una domenica pomeriggio». Qualcuno però ha avvertito Associated Press, che ha appostato un fotografo fuori dalla galleria per immortalare gli Obama all’uscita della galleria. La giacca di pelle e i jeans blu slavati dell’ex presidente hanno ottenuto l’approvazione delle pubblicazioni che hanno riversato di attenzioni gli Obama per anni. «Chic e sereni», li ha descritti una giornalista di Vogue.

Obama era ugualmente «rilassato e calmo» anche quando ha fatto visita a una riunione a Chicago con alcuni attivisti per pianificare il futuro della sua biblioteca presidenziale, ha raccontato Torrey Barrett, uno dei partecipanti all’incontro. «Quando mi ha visto, non ci siamo stretti la mano in modo tradizionale», ha detto Barrett, CEO del KLEO Community Family Life Center, che si trova vicino al sito dove sorgerà la biblioteca. «In realtà è stato un dap [un tipo di saluto che prevede un’elaborata serie di gesti, usato originariamente dalle comunità nere americane, ndt]: ci siamo stretti la mano e contemporaneamente ci siamo dati una pacca sulla schiena… Ha detto che la priorità sua e di Michelle al momento è che si faccia la biblioteca». Quando il gruppo si è messo in posa per una foto con Obama, il reverendo, che conosce l’ex presidente da quando era un membro del Senato dell’Illinois, si è messo alla destra del suo amico. «Avevo il braccio intorno alla sua schiena, e il suo abbraccio era intorno alla mia», ha raccontato Tolliver, «gli ho ricordato che l’ultima volta che ho provato ad abbracciarlo il Secret Service [l’agenzia statunitense che si occupa della sicurezza dei presidenti, degli ex presidenti americani e delle loro famiglie, ndt] mi ha afferrato il braccio e lo ha spostato. Ci siamo messi a ridere. Non si è comportato in modo rigido o formale, proiettando l’autorità del suo ex incarico». Anche durante il suo pensionamento, però, Obama va di fretta. Dopo 15 minuti è corso via verso un altro impegno.

© 2017 – The Washington Post