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  • Giovedì 16 febbraio 2017

Per cosa protestano i tassisti

Dicono che una norma a favore di Uber è stata inserita nel cosiddetto "decreto milleproroghe", che sarà votato nei prossimi giorni

(ANSA/CLAUDIO PERI)
(ANSA/CLAUDIO PERI)

Da mercoledì sera i tassisti stanno protestando in diverse città italiane contro una norma che, secondo loro, favorirà società di trasporto come Uber. La norma serve a rimandare di un anno l’obbligo per il ministero dei Trasporti di approvare un regolamento sul trasporto abusivo di passeggeri, un tema che i tassisti sperano di utilizzare per ridurre o eliminare la concorrenza di Uber e degli altri servizi di car sharing.

Le proteste sono cominciate mercoledì sera e sono proseguite giovedì mattina. La città più coinvolta è Roma, dove i tassisti hanno lasciato del tutto scoperti gli aeroporti di Ciampino e Fiumicino e hanno bloccato alcune vie del centro, costringendo diversi autobus a cambiare percorso. Alcuni tassisti hanno manifestato parcheggiando le loro automobili davanti a Palazzo Madama, sede del Senato. Altre manifestazioni ci sono state a Milano e a Torino, dove la sindaca Chiara Appendino del Movimento 5 Stelle si è detta favorevole alla protesta dei tassisti.

La norma osteggiata dai tassisti è un emendamento al cosiddetto “decreto milleproroghe”, un provvedimento che viene approvato ogni anno e che contiene una serie molto eterogenea di norme, in genere accomunati dal fatto che servono a rimandare o prorogare qualcosa. In questo caso l’emendamento, firmato dai senatori del PD Linda Lanzillotta e Roberto Cociancich, prevede di allungare di un anno il tempo che il ministero dei Trasporti ha per emanare un nuovo regolamento sul trasporto che avrà l’obiettivo combattere i tassisti abusivi. Lo scopo dell’emendamento, hanno spiegato i due senatori che lo hanno firmato, è dare altro tempo al ministero, in modo da riportare al tavolo delle trattative i rappresentanti dei taxi e quelli delle società di noleggio con conducente, e giungere così a una soluzione soddisfacente per tutte le parti.

La lotta all’abusivismo è un tema molto delicato perché finirà inevitabilmente con lo stabilire i confini entro i quali potranno operare i servizi di cosiddetto “noleggio con conducente” (NCC), di cui fanno parte anche servizi di sharing economy come Uber (nella sua versione con le berline nere; quella UberPop, con le auto dei privati cittadini, è già stata dichiarata illegale in Italia). Se il regolamento darà una definizione molto ampia di cosa è abusivo, come chiedono i tassisti, Uber potrebbe essere costretto a cessare o ridurre molto la sua attività in Italia.

Come accade quasi sempre in questi casi, quasi tutte le forze politiche, tranne il PD, si sono schierate con i tassisti. Esponenti della Lega Nord, di Forza Italia e di quasi tutto il resto del centrodestra hanno criticato l’emendamento e difeso i tassisti che, secondo loro, sono vittime di concorrenza sleale di una multinazionale. Anche il Movimento 5 Stelle ha difeso le ragioni dei tassisti.