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  • Lunedì 13 febbraio 2017

Piccola storia di frontiera

«Siamo arrivati al confine fra Italia e Austria. Nella mia stanza siamo in due, io e un ragazzo africano. Inizio a fare due più due»

di Luca Misculin

Un ragazzo su un treno diretto a Monaco di Baviera nel settembre 2015 
(Philipp Guelland/Getty Images)
Un ragazzo su un treno diretto a Monaco di Baviera nel settembre 2015 (Philipp Guelland/Getty Images)

Luca Misculin è un giornalista del Post che si occupa, tra le altre cose, di immigrazione. Per un caso – stava viaggiando verso Strasburgo per seguire la riunione plenaria del Parlamento europeo – si è trovato in mezzo a un controllo di polizia alla frontiera tra Italia e Austria, domenica notte alle 3.

Stanotte ero sul treno notturno Milano-Monaco di Baviera. Non riuscivo a dormire, un po’ per il caldo tremendo dentro al vagone e un po’ perché avevo mangiato pesantissimo. Alle 3 sento un po’ di concitazione, a un certo punto uno corre per tutto il corridoio, sembra che stia scappando da qualcuno o verso qualcuno. Un minuto dopo sento: «Burkina Faso». «Document?» «no document». «Ok. luggage? luggage! andiamo, và». È la polizia di frontiera: siamo arrivati al confine fra Italia e Austria. Nella mia stanza siamo in due, io e un ragazzo africano. Inizio a fare due più due. Un minuto dopo la polizia spalanca la porta e chiede i documenti al mio compagno. Ce li ha tutti – passaporto nigeriano valido, richiesta d’asilo e persino la carta di identità italiana – e il poliziotto italiano dice: «per noi è tutto in ordine, ma vedrai che non lo fanno passare». E infatti il suo collega austriaco accanto scuote la testa e dice «no plastic, no plastic», cioè il permesso di soggiorno definitivo. Il mio compagno viene invitato a scendere, il poliziotto italiano lo tratta in maniera abbastanza gentile («prendi le tue cose, mi raccomando, non dimenticare niente»). Non tutti sono così: da un’altra cabina sento dire in italiano «muoviti, fuori dalle palle». Mentre il mio compagno si veste protestando timidamente – «ho un lavoro», dice in italiano –  chiedo al poliziotto se capita spesso. «Su ogni treno», dice. Il mio compagno è fra i pochi ad avere i documenti in regola, fra l’altro. Nel giro di due minuti sono solo. Stamattina la cameriera del treno si è sbagliata e mi ha portato la colazione che aveva ordinato il mio compagno nigeriano.

Luca Misculin è anche su Twitter.