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  • Sabato 4 febbraio 2017

Cosa sappiamo dell’aggressione ai soldati al Louvre

L'attentatore è di nazionalità egiziana, ha 29 anni ed era in Francia da pochi giorni: non si sa ancora se avesse dei complici

Poliziotti francesi nella Cour Napoléon del Museo del Louvre, a Parigi, il 3 febbraio 2017 (AP Photo/Christophe Ena)
Poliziotti francesi nella Cour Napoléon del Museo del Louvre, a Parigi, il 3 febbraio 2017 (AP Photo/Christophe Ena)

La mattina di venerdì 3 febbraio, vicino al Museo del Louvre di Parigi, un uomo armato di machete ha aggredito un gruppo di militari francesi ed è stato a sua volta ferito da un soldato, che gli ha sparato più volte. Il procuratore generale di Parigi François Molins ha detto ai giornalisti che l’aggressore era armato di due machete con una lama da 40 centimetri e si è avvicinato a quattro militari di pattuglia al Caroussel du Louvre, il centro commerciale sotterraneo che si trova tra il museo e rue de Rivoli, gridando «Allahu akbar», cioè “dio è grande” in arabo. Le indagini per capire se l’aggressore abbia attaccato i militari di sua iniziativa personale o se l’abbia fatto seguendo un ordine di qualcun altro sono ancora in corso. Molins ha però detto che l’aggressione è stata «un’azione terroristica», come aveva già detto anche il primo ministro Bernard Cazeneuve.

Molins non ha detto il nome dell’aggressore, ma ha dato alcune informazioni su quanto scoperto dalla polizia: l’uomo ha 29 anni ed è di nazionalità egiziana. Non era noto alle forze dell’ordine francesi, e si trova in Francia dal 26 gennaio: era arrivato a Parigi dagli Emirati Arabi Uniti, dove ha la residenza, e il suo visto, per cui aveva fatto richiesta da Dubai il 30 ottobre scorso, scadrà il 5 febbraio. Durante la sua permanenza a Parigi ha abitato in un alloggio nell’ottavo arrondissement, pagando un affitto di 1.700 euro; ha anche noleggiato un’automobile. Grazie ai numeri di serie sui machete la polizia ha scoperto che l’uomo li ha acquistati in un negozio dell’undicesimo arrondissement, vicino a place de la Bastille; le armi sono costate 680 euro e sono state pagate in contanti. Nel passaporto dell’uomo sono stati trovati dei visti per andare in Arabia Saudita e in Turchia nel 2015 e nel 2016.

Per quanto riguarda l’aggressione ai militari (in servizio per l’operazione di pattugliamento Sentinelle, avviata dopo gli attentati di gennaio 2015), secondo la ricostruzione di Molins, l’uomo ha inizialmente ferito alla testa in modo lieve un primo soldato, che lo ha spintonato verso l’indietro, poi ha aggredito un secondo militare che nel frattempo era caduto a terra. Per difendersi il soldato ha prima allontanato l’aggressore con un calcio, poi gli ha sparato una prima volta all’addome: poiché l’aggressore non si è fermato, il soldato ha sparato altre tre volte, ferendo gravemente l’uomo – oltre che all’addome, a una coscia e a un braccio – che ora si trova all’ospedale Pompidou, in prognosi riservata. Dopo l’aggressione, il complesso del Louvre è stato evacuato dopo che una squadra di artificieri ha verificato che l’aggressore non avesse con sé dell’esplosivo. Oggi il museo è aperto.