Un asteroide ci è passato molto vicino

È arrivato a 51.800 chilometri dal nostro pianeta, meno della Luna: è stato scoperto all'ultimo momento, ma niente di preoccupante

Un piccolo asteroide, grande più o meno quanto un SUV, ha mancato di poco la Terra nella notte tra il 29 e il 30 gennaio scorsi, poche ore dopo essere stato identificato da un gruppo di astronomi. Il corpo celeste, chiamato 2017 BH30, si è avvicinato fino a 51.800 chilometri al nostro pianeta, una distanza pari più o meno a un settimo di quella tra noi e la Luna. Il punto di maggiore vicinanza è stato raggiunto alle 6 del mattino del 30 gennaio in Italia, secondo le rilevazioni del Minor Planet Center di Cambridge (Massachusetts, Stati Uniti).

Niente di preoccupante, comunque: l’asteroide aveva una larghezza massima di 5,8 metri, una dimensione piuttosto contenuta e che non avrebbe causato particolari problemi nel caso di un impatto. E non è nemmeno così insolito che un corpo spaziale di questo tipo sia stato scoperto poco prima del suo passaggio ravvicinato. I primi ad accorgersene sono stati i ricercatori della Catalina Sky Survey di Tucson, Arizona. Hanno calcolato che l’asteroide impiega circa 3,8 anni terrestri per compiere un’orbita completa intorno al Sole, quindi seguendo un tragitto orbitale più ampio ed ellittico rispetto a quello della Terra.

Per i loro studi e per motivi di sicurezza, gli astronomi compilano e aggiornano di continuo un registro dei cosiddetti “oggetti near-Earth”, cioè di quei corpi celesti la cui orbita può intersecare quella della Terra. L’elenco comprende circa 15mila asteroidi, ma il catalogo ha molte lacune, soprattutto per quanto riguarda gli oggetti più piccoli come 2017 BH30. Identificare asteroidi di queste dimensioni non è semplice e la scoperta è spesso casuale.

Ogni giorno la Terra è bombardata da oggetti di piccolissime dimensioni, dei quali non ci accorgiamo quasi mai, salvo non causino alcuni eventi spettacolari come quello delle “stelle cadenti” intorno alla notte di San Lorenzo il 10 agosto. L’impatto più rilevante degli ultimi anni risale al febbraio del 2013, quando un oggetto con un diametro stimato di 20 metri produsse una forte onda d’urto, al suo passaggio nell’atmosfera, che distrusse vetri e finestre in un’ampia zona intorno alla città di Čeljabinsk in Russia. Per creare danni su scala planetaria sono necessari oggetti spaziali molto più grandi, dal diametro di almeno un chilometro.