• Giovedì 26 gennaio 2017

All’Hotel Rigopiano sono stati trovati tutti i dispersi

Le persone morte nell'albergo coperto dalla valanga sono 29, mentre i sopravvissuti sono 11: prosegue l'inchiesta per verificare eventuali responsabilità e mancanze nei soccorsi

(ANSA/ UFFICIO STAMPA VIGILI DEL FUOCO)
(ANSA/ UFFICIO STAMPA VIGILI DEL FUOCO)

All’Hotel Rigopiano, l’albergo sul versante pescarese del Gran Sasso sommerso da una enorme valanga lo scorso 18 gennaio, le squadre di soccorso hanno terminato il recupero di tutte le persone disperse e non c’è più nessuno da salvare. Nella valanga, e nel seguente crollo di numerose parti degli edifici che costituivano il resort, sono morte 29 persone e ne sono sopravvissute 11: due scampate all’incidente perché si trovavano all’esterno della struttura, 9 recuperate ancora vive dai soccorritori alla fine della scorsa settimana. Tra le persone morte ci sono anche l’amministratore dell’Hotel Rigopiano, l’addetto alla reception e diversi altri dipendenti. Gli ultimi cadaveri estratti nella giornata di ieri sono stati identificati da amici e parenti delle persone che si trovavano all’interno dell’albergo.

La Procura di Pescara, intanto, sta proseguendo le indagini per verificare il lavoro svolto dai soccorritori e che l’Hotel Rigopiano rispettasse le norme di sicurezza. Nel corso di una conferenza stampa tenuta ieri pomeriggio, il procuratore aggiunto Cristina Tedeschini ha detto di avere ottenuto i risultati delle prime sei autopsie eseguite su alcuni dei cadaveri recuperati dall’albergo: “Molti morti per schiacciamento, altri per varie cause concorrenti: schiacciamento, asfissia, ipotermia. Nessuno, a quanto ci risulta, morto per solo assideramento”. Questi primi risultati fanno quindi escludere che eventuali ritardi o inefficienze nei soccorsi siano stati la causa della morte di alcuni degli ospiti nel resort, ma Tedeschini ha comunque chiarito di volere attendere i risultati delle prossime autopsie per avere un quadro più chiaro.

RIGOPIANO: LA VALANGA COME 4.000 TIR A PIENO CARICO

Domenico Angelucci, medico di parte di una delle persone morte nell’Hotel Rigopiano, ha però contestato la versione fornita dalla Procura. Sostiene che sul suo assistito non siano stati trovati “segni di traumi, né di asfissia come emorragie congiuntivali: secondo noi è morto per assideramento e se fosse stato soccorso entro due ore probabilmente poteva essere salvato”. I soccorsi nella zona dell’Hotel Rigopiano sono arrivati parecchie ore dopo la valanga, nelle prime ore del giorno seguente, a causa della grande quantità di neve che impediva di raggiungere l’albergo con i mezzi dei Vigili del Fuoco, ma anche per alcuni ritardi nell’attivazione dell’emergenza a causa di incomprensioni tra chi segnalò l’incidente e il centro di coordinamento dei soccorsi organizzato per l’emergenza neve di quei giorni.

Giampiero Parete, che si trovava all’Hotel Rigopiano con la famiglia, era uscito dall’albergo per recuperare un medicinale in auto per sua moglie quando si è verificata la valanga. Scampato ai crolli con un’altra persona, ha telefonato al 118 per segnalare la situazione e chiedere aiuto. La registrazione della sua telefonata è stata ottenuta dal TG5:

In seguito Parete si è messo in contatto con il suo datore di lavoro, che ha poi fatto una nuova telefonata al centro di coordinamento di Pescara: la trascrizione della chiamata è stata diffusa a inizio settimana da Repubblica e dimostra come ci furono incomprensioni di vario tipo, dovute anche a una precedente segnalazione di un altro crollo di una stalla nei pressi del resort. Per ora la Procura non ritiene che questi problemi abbiano rallentato l’attivazione dell’emergenza al punto da condizionare gli esiti dei soccorsi.

Ieri il Presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, ha riferito in Senato sulla situazione al Rigopiano e più nel complesso sulle attività svolte da Protezione Civile e altre istituzioni nell’ultima settimana, per affrontare le forti nevicate e i nuovi terremoti superiori a magnitudo 5 che si sono verificati nel Centro Italia, nelle aree già danneggiate dalle scosse della scorsa estate. Gentiloni ha detto che intorno all’albergo si è fatto tutto il possibile con “una capacità di reazione del sistema all’altezza di un grande paese”. Ha detto che il governo è orgoglioso dei soccorritori e ha invitato ad attendere gli esiti delle inchieste per determinare se ci siano stati “ritardi, malfunzionamenti o responsabilità” di singoli: “La verità serve a fare meglio, ma non ad avvelenare i pozzi. Non condivido la voglia di capri espiatori e giustizieri”.