• Italia
  • Venerdì 20 gennaio 2017

La bufala sui “soldi scomparsi” per i terremotati

I 28 milioni di euro raccolti con gli SMS non sono "spariti", ovviamente: lo ha smentito anche la Protezione Civile

L'esercito al lavoro nelle aree colpite dal brutto tempo e dal terremoto, 19 gennaio 2017. (ANSA/ MINISTERO DELLA DIFESA)
L'esercito al lavoro nelle aree colpite dal brutto tempo e dal terremoto, 19 gennaio 2017. (ANSA/ MINISTERO DELLA DIFESA)

Sui social network stanno circolando molto – anche perché rilanciati da alcuni siti di notizie false – diversi articoli che sostengono che i 28 milioni di euro raccolti dalla Protezione Civile con gli “SMS solidali” sarebbero “scomparsi” o “spariti”. La bufala cita un’interrogazione parlamentare di Laura Castelli, deputata del Movimento 5 Stelle, che chiede conto di un presunto “ritardo” nell’utilizzo di questi fondi.

bufala-terremotati

La “sparizione” dei 28 milioni di euro è una notizia falsa: come ha risposto all’interrogazione la ministra Anna Finocchiaro, quei fondi erano destinati fin dall’inizio alla ricostruzione post-terremoto, e non sono “scomparsi”, mentre la gestione dell’emergenza è stata ed è finanziata con denaro stanziato dallo Stato. La Protezione Civile ha diffuso un comunicato per rispondere a queste “nuove errate informazioni” e smentire la bufala.

Terremoto centro Italia: chiarimenti sui fondi raccolti con il numero solidale
19 gennaio 2017

In riferimento alle nuove errate informazioni che circolano soprattutto sui social in merito all’utilizzo delle donazioni raccolte attraverso il numero 45500, si precisa che, come indicato anche nel Protocollo che ne disciplina il funzionamento, queste serviranno per supportare la ricostruzione dei territori colpiti. Per la fase di gestione dell’emergenza, infatti, sono destinate tutte le necessarie risorse attraverso i fondi pubblici.
In particolare, in questa emergenza, come disposto dal decreto legge 189 convertito, le donazioni confluiranno nella contabilità speciale del Commissario straordinario alla ricostruzione e saranno gestite passando dal controllo di un Comitato dei Garanti, come prevede proprio il Protocollo.
Saranno i territori a valutare, in raccordo con Regioni e Commissario e sulla base delle esigenze valutate nell’ambito del più complessivo piano della ricostruzione, a indicare su quali progetti destinarli.
Lo stesso vale per le somme raccolte attraverso il conto corrente aperto dal Dipartimento

Come spiega anche un articolo dell’agenzia AGI, la gestione dei soldi raccolti con quelle donazioni era stata definita a priori con vincoli e prudenze che escludevano di usarli rispetto alle emergenze, destinandoli invece alla ricostruzione, dopo il 14 febbraio.

In base al protocollo i fondi si potranno usare quando sarà chiusa la raccolta che, iniziata ad agosto 2016, dovrebbe terminare il prossimo 14 febbraio. Nel frattempo le donazioni restano su un conto infruttifero aperto presso la Tesoreria dello Stato in favore della Presidenza del Consiglio dei ministri.

Dunque i soldi che sono stati donati dai cittadini italiani ci sono e, a rigor di legge, è normale che non siano ancora stati utilizzati, essendo destinati alla ricostruzione e non alla fase di emergenza, che è coperta invece da fondi pubblici.