Ci sono volute due settimane per togliere il video di un suicidio in diretta da internet

Perché si è diffuso velocemente e i nostri strumenti sono poco efficaci: è un problema

di Kristine Guerra – The Washington Post

(JOE KLAMAR/AFP/Getty Images)
(JOE KLAMAR/AFP/Getty Images)

Dopo la trasmissione in diretta della morte di una ragazzina di dodici anni sui social network, la polizia americana non ha potuto fare molto per evitare che quel filmato inquietante si diffondesse online. Il video è apparso immediatamente su diversi siti, tra cui Facebook e YouTube, che hanno poi cercato di rimuoverlo. YouTube ha eliminato il video, sostenendo che violasse le politiche del sito relative ai contenuti violenti o espliciti. Secondo alcune ricostruzioni giornalistiche, però, il video è rimasto su Facebook per quasi due settimane prima che il social network iniziasse a rimuovere alcune versioni del filmato dalla sue pagine. Nel frattempo era stato visto fino nel Regno Unito.

Katelyn Nicole Davis di Polk County, in Georgia, è morta il 30 dicembre. La ragazza ha trasmesso il suo suicidio usando un’app per lo streaming video chiamata Live.me. Durante la diretta di 40 minuti, la ragazza ha raccontato di aver subìto abusi sessuali da un familiare, stando a quanto riportato da BuzzFeed. Successivamente nel video si vede Davis, che indossava una camicetta bianca a maniche lunghe, mentre si uccide.

La morte della ragazza evidenzia il terreno scivoloso in cui si finisce fornendo una piattaforma che le persone possono usare per condividere pubblicamente la loro vita in tempo reale. Lo scorso luglio Facebook ha ammesso che nonostante i video in diretta possano essere uno strumento efficace per documentare eventi, la condivisione – e il permesso di diffusione – dei video sulla piattaforma debba avvenire in modo responsabile. Spesso però emergono contenuti scioccanti e, a volte, espliciti.

Recentemente un gruppo di quattro persone ha usato Facebook Live per trasmettere in diretta un video in cui torturavano e deridevano un adolescente con una disabilità mentale. Lo scorso agosto le forze dell’ordine americane sono riuscite a ottenere che Facebook disattivasse gli account sui social network di Korryn Gaines, che stava trasmettendo in diretta il suo scontro armato con la polizia della contea di Baltimora. A ottobre Facebook ha annunciato che inizierà a valutare quanto un contenuto delicato o esplicito sia rilevante come notizia o quanto sia di interesse pubblico prima di censurarlo, anche nel caso in cui violasse le norme di Facebook, che non permettono l’autolesionismo o il suicidio.

Nel caso di Davis il video originale non è stato diffuso su Facebook, dove però sono poi circolate diverse versioni del filmato, che mostrano l’avviso “video esplicito” all’inizio. Poco dopo la morte di Davis il capo della polizia di Polk County, Kenny Dodd, ha raccontato a Fox 5 che il suo dipartimento di polizia era stato subissato da messaggi, email e telefonate – alcune delle quali dal Regno Unito – di persone indignate che chiedevano la rimozione del video. Dodd ha raccontato a Fox 5 di aver contattato diversi siti che avevano pubblicato il filmato, ma che non c’era molto altro che potesse fare per impedirne la diffusione. «Noi vogliamo che venga rimosso tanto quanto chiunque altro, per la sua famiglia. Potrebbe anche essere dannoso per altri ragazzi. Abbiamo contattato alcuni dei siti. Hanno chiesto se erano obbligati a rimuovere il video, ma la legge non lo prevede. Per me è la cosa normale e giusta da fare», ha detto Dodd a Fox 5. In un comunicato diffuso lunedì la polizia ha chiesto a chiunque abbia il video di «non metterlo su internet».

Un rappresentante di Live.me ha detto a BuzzFeed che l’account e il video di Davis sono stati rimossi non appena la società è stata avvertita dell’accaduto. «Apprendiamo che degli utenti avevano iniziato a far circolare il filmato della tragedia prima che la nostra squadra di supporto potesse intervenire. Stiamo lavorando attivamente per rintracciare quei video e farli rimuovere da Facebook e da altri siti per la condivisione di video», ha detto il rappresentante. Sabato su YouTube erano ancora presenti delle versioni modificate del video in cui non viene mostrata la morte della ragazza. In memoria di Davis su Facebook è stato creato l’account “Justice for Katelyn Nicole Davis“, che è già seguito da oltre ottomila persone. Nessuna persona è stata arrestata in relazione alle accuse di abusi sessuali e l’indagine penale è ancora in corso.

© 2017 – The Washington Post