Bill Gates vuole salvare il mondo

Soprattutto da Trump, con un fondo da un miliardo di dollari per investire nelle aziende che lavorano per l'energia pulita e contro il cambiamento climatico

Bill Gates (Drew Angerer/Getty Images)
Bill Gates (Drew Angerer/Getty Images)

All’inizio di questa settimana, il cofondatore di Microsoft e filantropo statunitense Bill Gates ha annunciato la creazione di Breakthrough Energy (BE), un fondo di investimenti da un miliardo di dollari per finanziare la ricerca nel campo delle energie rinnovabili e delle tecnologie per contrastare il cambiamento climatico. L’iniziativa è stata accolta con molto interesse, non solo per la presenza di Gates e per l’entità dell’investimento, ma anche per il particolare periodo storico in cui parte, cioè a poche settimane dall’insediamento di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti. Durante la campagna elettorale, Trump ha detto più volte di non credere al riscaldamento globale, nonostante ci siano ormai solide e condivise prove scientifiche tra i ricercatori, e di volere rivedere la politica energetica degli Stati Uniti, criticando i provvedimenti adottati negli ultimi anni per ridurre le emissioni dei gas serra, a partire dall’anidride carbonica.

Secondo molti osservatori, il fondo di investimenti di Gates potrebbe avere un ruolo centrale nell’arginare gli effetti delle politiche decise da Trump e dal suo governo, che potrebbero mettere in pericolo i progressi (seppure ancora contenuti) ottenuti negli 8 anni di amministrazione Obama per quanto riguarda l’ambiente. Le recenti nomine per la squadra di governo di Trump sono considerate un indicatore allarmante: l’Agenzia federale per l’ambiente (EPA) sarà affidata a Scott Pruitt, procuratore generale dell’Oklahoma e conosciuto per essere un negazionista del riscaldamento globale. Il gruppo di lavoro che sta preparando il governo Trump ha inoltre avviato una revisione di moltissime posizioni all’interno dell’EPA e delle altre istituzioni che si occupano di ambiente, proprio con l’obiettivo di rivedere gli incarichi e di cambiare le posizioni degli Stati Uniti sul cambiamento climatico. Molte altre persone scelte da Trump per posti chiave del suo governo hanno stretti legami o provengono direttamente dalle compagnie petrolifere.

Gates mantiene comunque un certo ottimismo sulla presidenza Trump, che del resto deve ancora iniziare: al New York Times ha detto di aspettarsi un atteggiamento diverso dal presidente eletto, quando si renderà conto che finanziare la ricerca per l’energia pulita offre molte possibilità per gli affari, per creare posti di lavoro e più in generale per rilanciare l’economia. “Non sappiamo ancora di preciso quali saranno le politiche energetiche di questo governo. È possibile che decidano di ridurre i fondi per la ricerca in campo energetico. Ma è anche possibile che li aumentino”. Gates ha detto di essersi sentito brevemente al telefono con Trump qualche settimana fa, ma di non avere ricevuto indicazioni precise dal presidente eletto. Martedì 13 dicembre c’è stato poi un incontro tra i due alla Trump Tower.

Il fondo da un miliardo di dollari è stato messo insieme da Gates con la collaborazione di 19 altri investitori, compreso Jack Ma, il fondatore della gigantesca società di ecommerce Alibaba. Le risorse investite in BE dovrebbero consentire un periodo di attività tra i 15 e i 20 anni. Un gruppo di esperti e consulenti avrà il compito di valutare aziende e startup attive nel settore energetico e di consigliare investimenti, mirati soprattutto nella ricerca e nello sviluppo di nuove tecnologie. BE sarà attiva in numerosi settori, con investimenti nelle soluzioni per produrre energia e per conservarla, nei trasporti, nell’agricoltura e nei sistemi per ottimizzare i consumi. I fondi saranno anche destinati alle startup con prototipi funzionanti e che hanno necessità di risorse per avviare la produzione del prodotto definitivo.

Bill Gates non si occupa più da anni di Microsoft, per lo meno direttamente, e ha dedicato buona parte del suo lavoro alla creazione di iniziative benefiche di vario tipo. Insieme alla moglie Melinda, per esempio, gestisce da tempo un’organizzazione per contrastare la malaria, soprattutto nei paesi in via di sviluppo o economicamente arretrati. Gates aveva inoltre finanziato in passato alcune ricerche e aziende in campo energetico, in particolar modo per lo sviluppo del “nucleare pulito”, cioè senza la produzione di scorie dannose per l’ambiente. La società che se ne occupa, TerraPower, non ha finora portato a grandi progressi nella tecnologia del nucleare, ma di recente ha differenziato le proprie attività di ricerca, con nuovi approcci sui quali si attendono ancora risultati.

Finora quasi tutte le iniziative dei fondi di investimento nel campo dell’energia pulita si sono rivelate fallimentari. Secondo uno studio condotto dal Massachusetts Institute of Technology (MIT), tra il 2006 e il 2011 sono stati effettuati investimenti dai fondi per 25 miliardi di dollari, metà dai quali non hanno portato a nessun risultato apprezzabile nel recupero stesso degli investimenti. Il problema è che lo sviluppo di nuove tecnologie richiede anni di ricerche ed è raro che si raggiunga di colpo un punto di svolta. Come in molti campi della ricerca scientifica, i progressi sono piccoli e sono la base per i successivi passi avanti: niente che avvenga dall’oggi al domani.

Per evitare sprechi di risorse e finanziamenti sbagliati, Gates ha detto che BE costituirà entro i prossimi tre mesi un comitato scientifico autorevole e molto competente, che possa fornire consulenze su come destinare i fondi. È stata inoltre avviata una collaborazione con la University fo California, che ha un ruolo da partner nel fondo e che coordina diverse ricerche in campo energetico, anche grazie ai fondi pubblici dati in questi anni dall’amministrazione Obama. Nel caso di tagli netti dei finanziamenti pubblici, Gates potrebbe arrivare in soccorso, garantendo la continuità delle ricerche.