Nel Regno Unito hanno autorizzato la crioconservazione di una quattordicenne

Era gravemente malata di cancro e aveva chiesto di potere essere ibernata subito dopo la morte: l'Alta Corte ha acconsentito con una decisione senza precedenti

(JEAN-CHRISTOPHE VERHAEGEN/AFP/Getty Images)
(JEAN-CHRISTOPHE VERHAEGEN/AFP/Getty Images)

L’Alta Corte del Regno Unito ha permesso la crioconservazione del corpo di una quattordicenne malata terminale di cancro, che aveva chiesto di potere essere congelata subito dopo la morte nella speranza di essere riportata in vita in futuro quando si troverà una cura per la sua malattia. Il giudice Peter Jackson ha stabilito che la decisione sulla procedura spettasse esclusivamente alla madre della ragazza, che negli ultimi mesi aveva sostenuto il desiderio della figlia di essere crioconservata, e non al suo ex marito e padre dell’adolescente, che in un primo momento si era opposto al congelamento del corpo della figlia. La decisione della Corte non ha precedenti nella storia giuridica del Regno Unito e sta facendo molto discutere, in parte perché a oggi non è stato ancora possibile riportare in vita qualcuno sottoposto a ibernazione e non ci sono elementi per sostenere che sia tecnicamente fattibile.

La storia di JS
Per motivi di privacy e di tutela della famiglia la Corte non ha diffuso informazioni precise sull’identità della ragazza, limitandosi a utilizzare nel suo provvedimento le iniziali JS. Dopo avere appreso di avere pochi mesi di vita a causa di una forma di cancro rara e incurabile, JS aveva iniziato a documentarsi sulla crioconservazione consultando i principali siti Internet che se ne occupano. Con l’aiuto della madre, aveva in seguito presentato un’istanza presso la Corte per chiedere l’autorizzazione per la procedura:

Mi è stato chiesto di spiegare perché desidero che sia fatto qualcosa di così inusuale. Ho solo 14 anni e non voglio morire, ma ora so di non avere alternativa. Penso che farsi crioconservare mi dia la possibilità di essere curata e risvegliata, anche tra chissà quanti secoli.

Non voglio essere sepolta sottoterra. Voglio vivere e vivere più a lungo e penso che in futuro si potrebbe trovare una cura alla mia forma di cancro, e potermi quindi svegliare. Voglio avere questa possibilità. È questo il mio desiderio.

JS era troppo malata per partecipare alle udienze sul suo caso, ma Jackson ha avuto comunque la possibilità di incontrarla in ospedale. Nelle motivazioni della sua sentenza ha scritto di essere stato colpito dal “coraggio con cui stava affrontando la sua difficile situazione”. I genitori di JS sono divorziati e la ragazza non aveva più visto suo padre dal 2008, rifiutandosi d’incontrarlo anche nel 2015 quando aveva appreso che la figlia era gravemente ammalata. Inizialmente il padre di JS si era opposto alla decisione della figlia, poi aveva cambiato idea e spiegato al giudice di rispettare “le volontà di mia figlia: questa è l’ultima e la sola cosa che mi ha chiesto”.

Un minorenne non può fare testamento, quindi la Corte ha dovuto decidere negli interessi di JS, arrivando alla conclusione che la persona più indicata per prendere una decisione fosse la madre. Stando alle informazioni raccolte dal Guardian, JS è morta serenamente sapendo che il suo corpo sarebbe stato sottoposto subito dopo alla crioconservazione. Non sono stati diffusi dettagli sulle tecniche impiegate per conservare i resti di JS, ma si sa che il corpo è stato trasportato da Londra, dove viveva, in un centro negli Stati Uniti dove sarà mantenuto “in perpetuo”. Prima di autorizzare la procedura, la Corte si è accertata che negli Stati Uniti non ci fossero leggi che impediscano il trasporto di un cadavere da un paese estero per congelarlo. L’operazione è costata circa 43mila euro, denaro raccolto dalla famiglia grazie all’aiuto di parenti, amici e di un gruppo di volontari che sostiene la crioconservazione nel Regno Unito.

L’ospedale in cui era ricoverata JS ha collaborato alla preparazione del corpo, che deve essere trattato subito dopo il decesso, ma nessuno tra medici e personale ha detto di essere a favore o di sostenere la crioconservazione, spiegando di avere semplicemente applicato le volontà della paziente sulla base della decisione della Corte. È stata consultata anche la Human Tissue Authority, l’agenzia governativa che nel Regno Unito stabilisce le regole e supervisiona la gestione dei tessuti umani, utilizzati per lo più per i trapianti. I suoi responsabili hanno detto che saranno necessarie ricerche più approfondite sulla diffusione del fenomeno nel Regno Unito, ricordando che per ora non esistono leggi che si occupano esplicitamente e in forma estesa della crioconservazione.

Crionica
La crionica (kryos in greco significa freddo), cioè l’insieme delle tecniche utilizzate per conservare a basse temperature uomini e animali, si è sviluppata a partire dagli anni Sessanta, quando fu ipotizzata la possibilità di congelare un organismo in modo da curarlo in futuro, quando saranno disponibili sistemi per riportarlo in vita. Il primo essere umano a essere sottoposto a crioconservazione fu James Bedford nel 1967, e da allora il suo corpo è conservato presso la Alcor Life Extension Foundation a Scottsdale, in Arizona. Da allora solo negli Stati Uniti sono stati sottoposti a crioconservazione i corpi di circa 250 persone, con alcune altre migliaia che si sono iscritte per subire lo stesso trattamento. Per motivi legali, la crioconservazione può essere effettuata solamente dopo la morte e di fatto è considerata come un modo alternativo di disporre di un cadavere, oltre a quelli tradizionali come la sepoltura e la cremazione.

In circa 50 anni le tecniche della crionica si sono affinate, ma a oggi non ci sono ancora prove circa l’efficacia del sistema per conservare intatte le caratteristiche di un organismo, in modo da poterlo riportare in vita un giorno con nuove tecnologie. I sostenitori della crioconservazione ritengono che la personalità e la memoria restino all’interno delle strutture del cervello anche dopo l’interruzione della sua attività, e che grazie al congelamento possano mantenersi inalterate ed essere quindi ripristinate. La fondatezza di queste ipotesi è dibattuta da tempo, anche perché se non fosse vera sarebbe completamente impossibile riportare in vita un individuo.

I centri che si occupano di crioconservazione applicano diverse tecniche per mantenere i corpi. Il più diffuso prevede la sostituzione dell’acqua presente nell’organismo con una soluzione contenente “crioprotettori”, sostanze che evitano la formazione dei cristalli di ghiaccio che potrebbero danneggiare in modo irreversibile le cellule. Queste sostanze hanno però un discreto livello di tossicità e causano lo stesso qualche danno, che però secondo i sostenitori della crioconservazione potrà essere risolto più facilmente in futuro rispetto alle lacerazioni nei tessuti causati dai cristalli di ghiaccio. La temperatura di conservazione è di solito intorno ai -200 °C e prevede l’utilizzo di azoto liquido e altri sistemi refrigeranti.