Un’ombra

Non ce ne possiamo liberare, sono il simbolo di qualcosa di inquietante o autentico, e sono sempre molto belle da guardare


(TIMOTHY A. CLARY/AFP/Getty Images)
(TIMOTHY A. CLARY/AFP/Getty Images)

Aver paura della proprio ombra, ridursi l’ombra di se stesso, vivere nell’ombra, tramare nell’ombra, gettare ombra… i modi di dire costruiti attorno alla parola ombra sono così diffusi da riflettere in qualche modo l’importanza che ha la sua presenza reale e metaforica per tutti noi. Esprime la paura del buio di quando eravamo bambini ma è anche qualcosa che ci portiamo sempre dietro: il nostro lato oscuro o la nostra faccia autentica che nascondiamo e di cui non ci possiamo liberare, il nostro doppio o una proiezione di noi stessi piatta e sciupata. E poi ci sono le ombre delle persone famose o di quelle care, che riconosciamo subito da un dettaglio del contorno.

Ci sono le ombre cinesi con cui giocare, quelle di un pensiero offuscato e insistente e quelle tangibili, per quanto possa esserlo un’ombra, che ci riparano dal caldo, e ancora quelle dei palazzi delle città, che si allungano a disegnare un mondo alternativo seguendo i movimenti del sole. In tutto questo le ombre sono anche un soggetto fotografico ricercatissimo: a volte diventano le protagoniste di un’immagine, altre la completano con nuovi dettagli. Disegnano forme che spesso non sono quello che sembrano, o lo sono in parte, una parte più interessante e fotogenica del reale.